Ajatus, idea, concetto, arte
Dal 01 Febbraio 2014 al 22 Febbraio 2014
Torino
Luogo: Galleria Unique
Indirizzo: c.so Vittorio Emanuele II, 36
Orari: da martedì a sabato 10-12.30/ 15.30-19.30
Telefono per informazioni: +39 011 5617049
E-Mail info: info@galerieunique.com
Sito ufficiale: http://www.galerieunique.com
Con l’intento di promuovere le espressioni culturali realizzate da artisti contemporanei qualificati e dediti alla realizzazione di opere che si rifacciano all’arte concettuale, la Galleria Unique inaugura sabato 1 febbraio alla ore 17,00 Ajatus, idea, concetto, arte, con una serie di opere realizzate da dieci giovani artisti.
Sono esposti i lavori di Luigi Francischello, Alessandra Maio, Benna Gaean Maris, Gian Luigi Martelli, Marco Mondani, Stefania Rizzelli, Francesco Romoli, Luigia Rinaldi, Amedeo Sanzone, Umberto Vaschetto.
Alessandra Maio propone due installazioni dove la parola è libera di trasformarsi in segno grafico arricchendosi di nuovi significati. Nei due lavori lega parole a immagini semplici esaltando la loro potenza attraverso la ripetizione ossessiva, una pratica che l’artista definisce meditativa. Frasi fatte o famose, cantilene, proverbi vengono riscritti migliaia di volte componendo le trame fitte da cui scaturisce, come un ricamo, il disegno finale.
Benna Gaean Maris partecipa con un polittico realizzato per elaborazione digitale di immagini urbane ottenute con la tecnica fotografica a luce infrarossa, di cui però si è voluto anticonvenzionamente lasciare inalterato il cromatismo originale, come in un surreale tentativo di catturare, oltre lo spettro visibile dell’apparenza, la nostra percezione subliminale. L’opera è reinterpretazione dell’umana “realtà” sociale, di cui la segnaletica è un aspetto apparentemente superficiale, ma che in qualità di direttiva suprema nel coordinamento di massa esprime una grande significanza implicita di come si possa obliterare, per sovrapposizione, l’autoresponsabilità individuale.
Gian Luigi Martelli presenta una serie di lavori basati sulla dialettica tecnologia/natura, si esprimono in forme naturali, in rami e tronchi direttamente prelevati dalla natura. Su di loro crescono però, frutti snaturati, fatti di schede di computer, chiodi, trucioli d’acciaio che, a prima vista, sembrano lontani e non coerenti.
Marco Mondani espone tre diversi lavori. Reset è una scultura multimediale (visiva e sonora) che mette in rapporto l'essenziale con il superfluo e vuole essere un invito a riflettere sulla vera essenza delle cose.
Poi abbiamo Stargate è un oggetto inutile e impossibile che si rifà all'estetica minimalista ma è costruito allo scopo di disorientare i sensi.
Infine Evoluzione del gesto, in questa immagine digitalizzata sono racchiusi 500 anni di storia dell’arte, dal Rinascimento all’Arte Contemporanea, da Leonardo a Cattelan attraverso un’interpretazione emblematica e sintetica della simbologia del gesto.
Il progetto di Stefania Rizzelli associa cibo e arte,concretizzato in una serie di fotografie artistiche, dimostrando l'esistenza di un'arte naturale e silenziosa creata da batteri presenti negli alimenti, visibile solo con specifiche tecniche di laboratorio.
Francesco Romoli, giovane fotografo pisano, con la serie Imaginary towns propone squarci di grande poesia e suggestione: luci calde che si scagliano su edifici spesso in rovina, scenari desolati a raccontare una contemporaneità fatta spesso di malinconia, immagini che sanno mescolare attesa e rassegnazione.
L’installazione di Umberto Vaschetto è realizzata con un manichino, che impersona un uomo. Il suo volto è incappucciato, con articoli di giornale che parlano delle violenze sulle donne. Luigi Francischello, propone due opere che fanno parte della serie “Mystico” realizzate tra il 2012 ed il 2013.
Il termine “Mystico” è metaforico e vuole indicare la possibilità della manipolazione di simboli iconografici che riguardano il concetto di spiritualità. Le opere di Amedeo sono costituite, essenzialmente, da elementi di ferro o di acciaio che si stagliano su ampie superfici di lexan. La proprietà specchiante di questo materiale permette all'osservatore di penetrarlo, interagendo con l'opera d'arte di cui diventa l'indispensabile completamento. Il soggetto dell'opera, dunque, non risiede nella sua struttura materiale, ma nello spazio vitale – inclusi gli oggetti e le persone ivi presenti – che riesce ad assorbire. L'elemento metallico, composto generalmente da un'asta di ferro forgiato, aspira ad espandersi oltre i suoi limiti e a dominare l'ambiente.
Chiudono la mostra le foto su tela di Luigia Rinaldi dedicate a Salvador Puig Antich, l’anarchico ultimo a subire la garrota nella Spagna franchista.
Sono esposti i lavori di Luigi Francischello, Alessandra Maio, Benna Gaean Maris, Gian Luigi Martelli, Marco Mondani, Stefania Rizzelli, Francesco Romoli, Luigia Rinaldi, Amedeo Sanzone, Umberto Vaschetto.
Alessandra Maio propone due installazioni dove la parola è libera di trasformarsi in segno grafico arricchendosi di nuovi significati. Nei due lavori lega parole a immagini semplici esaltando la loro potenza attraverso la ripetizione ossessiva, una pratica che l’artista definisce meditativa. Frasi fatte o famose, cantilene, proverbi vengono riscritti migliaia di volte componendo le trame fitte da cui scaturisce, come un ricamo, il disegno finale.
Benna Gaean Maris partecipa con un polittico realizzato per elaborazione digitale di immagini urbane ottenute con la tecnica fotografica a luce infrarossa, di cui però si è voluto anticonvenzionamente lasciare inalterato il cromatismo originale, come in un surreale tentativo di catturare, oltre lo spettro visibile dell’apparenza, la nostra percezione subliminale. L’opera è reinterpretazione dell’umana “realtà” sociale, di cui la segnaletica è un aspetto apparentemente superficiale, ma che in qualità di direttiva suprema nel coordinamento di massa esprime una grande significanza implicita di come si possa obliterare, per sovrapposizione, l’autoresponsabilità individuale.
Gian Luigi Martelli presenta una serie di lavori basati sulla dialettica tecnologia/natura, si esprimono in forme naturali, in rami e tronchi direttamente prelevati dalla natura. Su di loro crescono però, frutti snaturati, fatti di schede di computer, chiodi, trucioli d’acciaio che, a prima vista, sembrano lontani e non coerenti.
Marco Mondani espone tre diversi lavori. Reset è una scultura multimediale (visiva e sonora) che mette in rapporto l'essenziale con il superfluo e vuole essere un invito a riflettere sulla vera essenza delle cose.
Poi abbiamo Stargate è un oggetto inutile e impossibile che si rifà all'estetica minimalista ma è costruito allo scopo di disorientare i sensi.
Infine Evoluzione del gesto, in questa immagine digitalizzata sono racchiusi 500 anni di storia dell’arte, dal Rinascimento all’Arte Contemporanea, da Leonardo a Cattelan attraverso un’interpretazione emblematica e sintetica della simbologia del gesto.
Il progetto di Stefania Rizzelli associa cibo e arte,concretizzato in una serie di fotografie artistiche, dimostrando l'esistenza di un'arte naturale e silenziosa creata da batteri presenti negli alimenti, visibile solo con specifiche tecniche di laboratorio.
Francesco Romoli, giovane fotografo pisano, con la serie Imaginary towns propone squarci di grande poesia e suggestione: luci calde che si scagliano su edifici spesso in rovina, scenari desolati a raccontare una contemporaneità fatta spesso di malinconia, immagini che sanno mescolare attesa e rassegnazione.
L’installazione di Umberto Vaschetto è realizzata con un manichino, che impersona un uomo. Il suo volto è incappucciato, con articoli di giornale che parlano delle violenze sulle donne. Luigi Francischello, propone due opere che fanno parte della serie “Mystico” realizzate tra il 2012 ed il 2013.
Il termine “Mystico” è metaforico e vuole indicare la possibilità della manipolazione di simboli iconografici che riguardano il concetto di spiritualità. Le opere di Amedeo sono costituite, essenzialmente, da elementi di ferro o di acciaio che si stagliano su ampie superfici di lexan. La proprietà specchiante di questo materiale permette all'osservatore di penetrarlo, interagendo con l'opera d'arte di cui diventa l'indispensabile completamento. Il soggetto dell'opera, dunque, non risiede nella sua struttura materiale, ma nello spazio vitale – inclusi gli oggetti e le persone ivi presenti – che riesce ad assorbire. L'elemento metallico, composto generalmente da un'asta di ferro forgiato, aspira ad espandersi oltre i suoi limiti e a dominare l'ambiente.
Chiudono la mostra le foto su tela di Luigia Rinaldi dedicate a Salvador Puig Antich, l’anarchico ultimo a subire la garrota nella Spagna franchista.
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