Attribuito al Bugiardini, ma simile alla "Velata" della Galleria Palatina
Acquista un dipinto all'asta e scopre un possibile Raffaello
Il ritratto di dama forse opera di Raffaello
E. Bramati
15/06/2014
"Seguace di Giuliano Bugiardini", riportava la dicitura della casa d'aste Dorotheum per lotto 774, un "Ritratto di Dama" venduto per circa 37 mila euro nell'aprile 2014 a Vienna.
Eppure tale attribuzione non ha convinto il nuovo proprietario, il collezionista Peter Silverman, che potrebbe ora trovarsi di fronte ad una scoperta a dir poco sorprendente.
Il modo in cui l'artista, infatti, ha rappresentato alcuni dettagli, soprattutto il panneggio delle maniche della nobildonna, o il cappuccio che le cinge la testa, rimandano allo stile di un ben più noto esponente della pittura rinascimentale italiana, il grande Raffaello Sanzio.
Il dipinto presenterebbe infatti alcune analogie con opere quali il "Ritratto di Maddalena Strozzi", "La Gravida" o "La Velata", tutti conservati presso la Galleria Palatina di Firenze.
In base alle analisi del laboratorio Lumiere Technology di Parigi, la sua datazione coinciderebbe proprio con quella della Velata, ovvero il 1515. Tuttavia le sue vesti, caratteristiche del decennio precedente, farebbero pensare ad un ritratto idealizzato della dama, che in un pentimento rinvenuto negli strati inferiori apparirebbe più vecchia.
Il dibattito ha coinvolto perfino Vittorio Sgarbi, che non esclude l'appartenenza al Sanzio, mentre lo storico dell'arte Claudio Strinati, uno dei massimi esperti di arte del Cinquecento, preferisce esprimere un giudizio più cauto, in attesa che si concludano le opportune verifiche.
Non è comunque la prima volta che Silverman si imbatte in una scoperta così fortunata. Già nel 2011 un suo ritratto di una fanciulla milanese, oggi noto come "Ritratto di una Sforza" o "Bella Principessa" era stato attribuito Leonardo.
Eppure tale attribuzione non ha convinto il nuovo proprietario, il collezionista Peter Silverman, che potrebbe ora trovarsi di fronte ad una scoperta a dir poco sorprendente.
Il modo in cui l'artista, infatti, ha rappresentato alcuni dettagli, soprattutto il panneggio delle maniche della nobildonna, o il cappuccio che le cinge la testa, rimandano allo stile di un ben più noto esponente della pittura rinascimentale italiana, il grande Raffaello Sanzio.
Il dipinto presenterebbe infatti alcune analogie con opere quali il "Ritratto di Maddalena Strozzi", "La Gravida" o "La Velata", tutti conservati presso la Galleria Palatina di Firenze.
In base alle analisi del laboratorio Lumiere Technology di Parigi, la sua datazione coinciderebbe proprio con quella della Velata, ovvero il 1515. Tuttavia le sue vesti, caratteristiche del decennio precedente, farebbero pensare ad un ritratto idealizzato della dama, che in un pentimento rinvenuto negli strati inferiori apparirebbe più vecchia.
Il dibattito ha coinvolto perfino Vittorio Sgarbi, che non esclude l'appartenenza al Sanzio, mentre lo storico dell'arte Claudio Strinati, uno dei massimi esperti di arte del Cinquecento, preferisce esprimere un giudizio più cauto, in attesa che si concludano le opportune verifiche.
Non è comunque la prima volta che Silverman si imbatte in una scoperta così fortunata. Già nel 2011 un suo ritratto di una fanciulla milanese, oggi noto come "Ritratto di una Sforza" o "Bella Principessa" era stato attribuito Leonardo.
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