Le Tre Grazie

Il bozzetto delle Tre Grazie di Antonio Canova
 

14/11/2003

Il gruppo delle tre Grazie era uno dei temi più in voga nel periodo neoclassico. Nel repertorio di Antonio Canova. le tre figure di Aglaia, Eufrosine e Talia protettrici degli artisti, vengono raffigurate nude nella posizione più canonica, ovvero abbracciate e disposte a circolo. L'incrociarsi armonioso delle estremità serve qui a dare un molle abbandono alle figure che, nel sostenersi a vicenda, formano quasi un unico gruppo di affetti e sensualità corrisposte. Il bozzetto delle “Tre Grazie” era stato acquistato per quattrocentomila euro - fuori asta - da un anonimo acquirente privato italiano. L’opera d’arte in seguito è stata ceduta a fronte dell’esercizio di diritto di prelazione del Comune di Bassano. Lo studio canoviano è uscito dalla collezione del più importante antiquario torinese, Giancarlo Gallino, ed apparteneva ad una famiglia fiorentina molto importante. Il bozzetto venne plasmato personalmente dal Canova prima del suo lavoro più celebre, commissionato dall'imperatrice Giuseppina Bonaparte e visibile attualmente all'Ermitage di San Pietroburgo (ma una seconda copia è a Londra). L’opera è uno straordinario e libero abbozzo di una composizione articolata e complessa. ”Tre figure indistinte - scrive Hugh Honour - si abbracciano unite nel movimento fugace di una danza. Modellate di impeto, quasi ad afferrare una visione fuggevole, incanterebbero l’occhio e impegnerebbero la mente pur ignorando la loro natura di studio preparatorio”. L’abilità del Canova nel plasmare la creta , con spontaneità e immediatezza, quasi a interpretare un’improvvisa liberazione di energia creativa si rivela in molti studi e bozzetti. L’opera delle “Tre Grazie” fu certamente il prodotto felice di un simile momento di esaltazione.