Arte & intrattenimento

Obrist
24/03/2002
E’ possibile che l’industria dell’intrattenimento possa contaminare il museo?
H.H.O.”E’ importante che il museo abbia liberamente dei contatti con l’esterno e non rimanga una realtà isolata, l’esterno comprende anche l’industria dell’intrattenimento.
Il museo deve fungere anche da protezione da ciò che ci circonda; io immagino il museo come una situazione complessa e dovrebbe essere il contrario di un luna-park che invece è una realtà estremamente semplice. Il museo perciò deve continuare ad essere una realtà complicata dove si hanno momenti di silenzio nei quali si può rimanere soli con se stessi, ma allo stesso tempo momenti di accelerazione seguiti da decelerazione e poi ancora accelerazione. L’istituzione museale deve combinare tutti questi elementi e queste diverse realtà in modo da farle coesistere assieme in un edificio o in una città o in qualsiasi ambiente si voglia immaginare, come un’alba che si espande all’orizzonte”.
Lei ha organizzato esposizioni in luoghi anomali e bizzarri, aeroplani, monasteri alberghi; quali sono i suoi prossimi progetti?
H.H.O.”Al momento sto progettando diverse mostre. La prossima, di cui sarò curatore, dovrebbe essere inaugurata a Parigi fra pochi giorni e sarà incentrata sulla pittura. Allo stesso tempo sto lavorando per altri musei, per me è molto importante essere impegnato l’idea di una continua opera di cura in diversi luoghi. In questa logica di continuità ci sono due nuove mostre: la prima è una mostra di pittura dove sarà esaminata l’attuale condizione della pittura, abbiamo chiamato artisti da tutto il mondo. E’ emerso un fenomeno molto importante che riguarda un nuovo modo di fare arte, molti giovani artisti realizzano le proprie opere direttamente sui muri, sulle facciate; questa tecnica non esisteva dieci anni fa e quindi in un certo senso è un ”fenomeno nuovo”. Contemporaneamente mi sto occupato di una retrospettiva dedicata ad un’artista Italiana Carla Accardi, titolo della mostra “ Gli ambienti di Carla Accardi”: l’artista ha settanta anni il suo lavoro ha un’incredibile attualità e presenza contemporanea, in esso si colgono non solo dialoghi interdisciplinari ma anche “trans-generazionali”; il progetto è stato davvero impegnativo. Ci sono anche una serie di progetti laboratorio che uniscono la scienza all’architettura cercando di stabilirvi una cooperazione”.
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