Capolavori in fumo
Testa di Arlecchino, Pablo Picasso
L.S.
19/07/2013
La refurtiva che nell’ottobre scorso una banda di ladri aveva trafugato dal Kusthal di Rotterdam mettendo a segno un colpo tra le sale della mostra "Avanguardie”, non esiste più. La madre di uno degli autori della rapina avrebbe infatti dato alle fiamme un bottino composto dalla “Testa di Arlecchino” di Pablo Picasso (1971), “Waterloo Bridge, London” e “Charing Cross Bridge, London” di Claude Monet (1901), “Donna davanti a una finestra aperta” di Paul Gauguin (1898), “Ragazza che legge in bianco e giallo” di Henry Matisse (1919), “Autoritratto” di Meyer de Haan (1890), e “Donna con gli occhi chiusi” di Lucian Freud (2002).
Proprio secondo la ricostruzione offerta dalla donna agli inquirenti, i dipinti erano stati nascosti in un piccolo villaggio rumeno, e l’arrivo della polizia l’avrebbe spinta a disfarsene rapidamente gettandoli in un forno. La versione sarebbe confermata dal ritrovamento di resti che potrebbero effettivamente corrispondere alle tele rubate e che adesso sono oggetto di analisi. Il valore del furto corrisponderebbe ad una cifra che oscilla tra i 100 e i 200 milioni di euro, inestimabile è invece il prezzo della loro perdita definitiva.
Proprio secondo la ricostruzione offerta dalla donna agli inquirenti, i dipinti erano stati nascosti in un piccolo villaggio rumeno, e l’arrivo della polizia l’avrebbe spinta a disfarsene rapidamente gettandoli in un forno. La versione sarebbe confermata dal ritrovamento di resti che potrebbero effettivamente corrispondere alle tele rubate e che adesso sono oggetto di analisi. Il valore del furto corrisponderebbe ad una cifra che oscilla tra i 100 e i 200 milioni di euro, inestimabile è invece il prezzo della loro perdita definitiva.
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