A Roma fino al 18 giugno
In mostra gli Eroi provocatori di Baselitz
© Georg Baselitz 2017 Photo: Friedrich Rosenstiel, Colonia |
Rebell / Ribelle, 1965
Francesca Grego
06/03/2017
Roma - Sono giganti fragili e feriti gli Eroi di Georg Baselitz, figure monumentali bloccate in un gesto o spezzate in due come la Germania postbellica.
A loro il Palazzo delle Esposizioni, in collaborazione con Städel Museum di Francoforte, Moderna Museet di Stoccolma e Guggenheim Museum di Bilbao, dedica una grande mostra monografica, che ai dipinti manifesto di uno dei maggiori pittori europei viventi accosta disegni e xilografie, insieme a lavori recenti e alle opere “fratturate” del 1966, dipinte poco prima dei celebri quadri capovolti.
Un itinerario nella carriera artistica di Baselitz che, dalle origini nella Repubblica Democratica Tedesca al trasferimento a Ovest prima dell'edificazione del muro, giunge fino ai nostri giorni, per esplorare le continuità fra memoria e presente nel ciclo Remix dei primi anni 2000.
A popolare i suoi quadri sono Soldati, Pastori, Ribelli, Pittori, tutti reduci di una storia che li ha lasciati in piedi, vestiti di abiti laceri, contro cumuli di macerie e senza alcuna certezza.
Eroi decisamente insoliti, soprattutto se confrontati con la retorica propagandistica della Guerra Fredda, irrigiditi fra il fallimento del passato e la mancanza di nuovi progetti da abbracciare: “Sono stato messo al mondo in un ordine distrutto – ha affermayo l'artista – in un popolo distrutto, in una società distrutta. Non volevo introdurre un nuovo ordine. Avevo visto fin troppi cosiddetti ordini”.
In contrasto con le immagini di debolezza e fallimento, il gesto pittorico di Baselitz è intenso e vigoroso, influenzato dall'espressionismo astratto di Jackson Pollock e preludio al Neoespressionismo dei Nuovi Selvaggi.
Settanta opere per conoscere da vicino un artista fuori da vecchi e nuovi cliché, che dal sequestro della Grande notte nel secchio (1960) non si è stancato di sfidare le convenzioni, abbattere i confini, provocare, oggi, un mondo che giudica bloccato dalla paura e intorpidito dalla povertà culturale: “La provocazione è la vera meraviglia dell'arte, come in Rauschenberg e Fontana. Per me, ogni volta, è un'ossessione. Sento un diavolo dentro di me che si agita, non riesco a fermarlo. Provocare per me è un esorcismo”.
Curata da Max Hollein e Daniela Lancioni, Georg Baselitz. Gli Eroi sarà visitabile al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 18 giugno.
A loro il Palazzo delle Esposizioni, in collaborazione con Städel Museum di Francoforte, Moderna Museet di Stoccolma e Guggenheim Museum di Bilbao, dedica una grande mostra monografica, che ai dipinti manifesto di uno dei maggiori pittori europei viventi accosta disegni e xilografie, insieme a lavori recenti e alle opere “fratturate” del 1966, dipinte poco prima dei celebri quadri capovolti.
Un itinerario nella carriera artistica di Baselitz che, dalle origini nella Repubblica Democratica Tedesca al trasferimento a Ovest prima dell'edificazione del muro, giunge fino ai nostri giorni, per esplorare le continuità fra memoria e presente nel ciclo Remix dei primi anni 2000.
A popolare i suoi quadri sono Soldati, Pastori, Ribelli, Pittori, tutti reduci di una storia che li ha lasciati in piedi, vestiti di abiti laceri, contro cumuli di macerie e senza alcuna certezza.
Eroi decisamente insoliti, soprattutto se confrontati con la retorica propagandistica della Guerra Fredda, irrigiditi fra il fallimento del passato e la mancanza di nuovi progetti da abbracciare: “Sono stato messo al mondo in un ordine distrutto – ha affermayo l'artista – in un popolo distrutto, in una società distrutta. Non volevo introdurre un nuovo ordine. Avevo visto fin troppi cosiddetti ordini”.
In contrasto con le immagini di debolezza e fallimento, il gesto pittorico di Baselitz è intenso e vigoroso, influenzato dall'espressionismo astratto di Jackson Pollock e preludio al Neoespressionismo dei Nuovi Selvaggi.
Settanta opere per conoscere da vicino un artista fuori da vecchi e nuovi cliché, che dal sequestro della Grande notte nel secchio (1960) non si è stancato di sfidare le convenzioni, abbattere i confini, provocare, oggi, un mondo che giudica bloccato dalla paura e intorpidito dalla povertà culturale: “La provocazione è la vera meraviglia dell'arte, come in Rauschenberg e Fontana. Per me, ogni volta, è un'ossessione. Sento un diavolo dentro di me che si agita, non riesco a fermarlo. Provocare per me è un esorcismo”.
Curata da Max Hollein e Daniela Lancioni, Georg Baselitz. Gli Eroi sarà visitabile al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 18 giugno.
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