Andrea Crosa. Music For Silent Radios
Dal 29 Ottobre 2014 al 29 Novembre 2014
Torino
Luogo: Made For Love
Indirizzo: via Lodi 25
Orari: dal martedì al sabato 16.30- 20 e su appuntamento
Curatori: Daniela Boni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 338 3493125
E-Mail info: wemadeforlove@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.madeforlove.me
Gli spazi dell’Associazione culturale MADE ospitano, a partire dal 29 ottobre 2014, MUSIC FOR SILENT RADIOS, un’ installazione di Andrea Crosa.
Attraverso le proprie opere l’artista ripensa alla propria vita, al tempo in cui tutto ha avuto inizio. Possiamo solo immaginare cosa sarebbe accaduto, cosa sarebbe cambiato e quali strade avrebbe intrapreso l’artista se solo non avesse abitato quei luoghi, in Argentina, non avesse avuto quegli incontri, quelle avventure, quegli amici, visto e amato le automobili, visto e amato donne belle e materne.
Il ricordo, leitmotiv dell’esposizione, si affaccia alle pareti della galleria torinese MADE FOR LOVE e accende in chi guarda un automatismo di spostamento in un mondo parallelo. È il mondo degli anni cinquanta con il suo piacere liberatorio nei confronti del consumismo, con i suoi oggetti, totem adorati, desiderati, scelti. Apparentemente innocue, queste piccole rappresentazioni benevolenti miniature, immaginette, “madeleine” – radio per lo più, ma anche la Studebaker autentica che esce da una deliziosa villetta, una piscina lillipuziana , portano lontano nel tempo e, improvvisamente evocative, richiamano a quella volta che c’è stato un inizio: di un’amicizia, di un’attrazione, di una curiosità.
Andrea Crosa racconta di sé bambino, tenero e leggero come il canarino Titti con l’ambizione di essere gatto Silvestro, rimembra la scoperta delle donne, dell’amicizia, della bellezza, della velocità, del gusto inconsueto di un patè, e lo fa attraverso i sensi, con l’ausilio di immagini che, ritagliate e isolate da un contesto, oppure tridimensionali come graziosi giocattoli, rimandano all’epoca dell’infanzia, con l’opportuno corredo di fragranze suscitatrici di esperienze vissute, con i rumori, rombanti o melodiosi, concitati brusii, rimbombi di motori, il cibo “scambiato” con l’amico del cuore.
Non ci sono dichiarazioni, gruppi, determinazioni che tengano: il visitatore è accompagnato dal fluire della vita, il ricordo diventa una sorta di repertorio, un catalogo, una collezione di strumenti di lavoro, macchinine, magari azzurrine e rosa, compagni di gioco, donne incantevoli come attrici, scelte come una possibilità, un’ opportunità di partenza in cui ognuno si viene a trovare per muoversi poi nella direzione a lui più pertinente.
La tentazione di cedere ai dettami della nostalgia si fa in Andrea Crosa molto prossima, come se l’artista avvertisse le lusinghe della memoria e delle emozioni, che non scaturisce dalla pratica, ma dal ricordo: rimanere per sempre artista bambino è un impegno che chiama in causa l’attitudine, la risorsa di un evoluzione graduale dentro la specifica capacità di trovare la coscienza nelle cose, anche in quelle che non ci appartengono più.
Nello spazio di MADE FOR LOVE la mostra Music for silent radios, propone dunque un repertorio di immagini che costituiscono la fonte, l’humus del terreno creativo di Crosa. Esse sono solo apparentemente accessorie ma racchiudono le vere ragioni di una rimessa in gioco del ricordo: le radio mute parlano a chi sa ascoltare. Ogni oggetto, ogni singola figura nell’esposizione dedicata all’infanzia, produce musica perché quello è il periodo in cui profumi, atteggiamenti, immagini, prendono in noi il sopravvento trasformandosi poi in progetti di vita.
L’elettrodomestico radio diventa racconto, la sua presenza può decidere l’andamento della narrazione, cosa udremo alla sua accensione, una sirena, la sigla del radio giornale o la musica carezzevole che ci fa abbandonare al piacere dell’ascolto? Come ci poniamo di fronte a quest’oggetto rassicurante ed innocuo? Aspettiamo, con la giusta curiosità e apertura, di udire un segnale che ci permetta, attraverso le tracce che non si sono potute e che non si possono cancellare, di ricordare.
Attraverso le proprie opere l’artista ripensa alla propria vita, al tempo in cui tutto ha avuto inizio. Possiamo solo immaginare cosa sarebbe accaduto, cosa sarebbe cambiato e quali strade avrebbe intrapreso l’artista se solo non avesse abitato quei luoghi, in Argentina, non avesse avuto quegli incontri, quelle avventure, quegli amici, visto e amato le automobili, visto e amato donne belle e materne.
Il ricordo, leitmotiv dell’esposizione, si affaccia alle pareti della galleria torinese MADE FOR LOVE e accende in chi guarda un automatismo di spostamento in un mondo parallelo. È il mondo degli anni cinquanta con il suo piacere liberatorio nei confronti del consumismo, con i suoi oggetti, totem adorati, desiderati, scelti. Apparentemente innocue, queste piccole rappresentazioni benevolenti miniature, immaginette, “madeleine” – radio per lo più, ma anche la Studebaker autentica che esce da una deliziosa villetta, una piscina lillipuziana , portano lontano nel tempo e, improvvisamente evocative, richiamano a quella volta che c’è stato un inizio: di un’amicizia, di un’attrazione, di una curiosità.
Andrea Crosa racconta di sé bambino, tenero e leggero come il canarino Titti con l’ambizione di essere gatto Silvestro, rimembra la scoperta delle donne, dell’amicizia, della bellezza, della velocità, del gusto inconsueto di un patè, e lo fa attraverso i sensi, con l’ausilio di immagini che, ritagliate e isolate da un contesto, oppure tridimensionali come graziosi giocattoli, rimandano all’epoca dell’infanzia, con l’opportuno corredo di fragranze suscitatrici di esperienze vissute, con i rumori, rombanti o melodiosi, concitati brusii, rimbombi di motori, il cibo “scambiato” con l’amico del cuore.
Non ci sono dichiarazioni, gruppi, determinazioni che tengano: il visitatore è accompagnato dal fluire della vita, il ricordo diventa una sorta di repertorio, un catalogo, una collezione di strumenti di lavoro, macchinine, magari azzurrine e rosa, compagni di gioco, donne incantevoli come attrici, scelte come una possibilità, un’ opportunità di partenza in cui ognuno si viene a trovare per muoversi poi nella direzione a lui più pertinente.
La tentazione di cedere ai dettami della nostalgia si fa in Andrea Crosa molto prossima, come se l’artista avvertisse le lusinghe della memoria e delle emozioni, che non scaturisce dalla pratica, ma dal ricordo: rimanere per sempre artista bambino è un impegno che chiama in causa l’attitudine, la risorsa di un evoluzione graduale dentro la specifica capacità di trovare la coscienza nelle cose, anche in quelle che non ci appartengono più.
Nello spazio di MADE FOR LOVE la mostra Music for silent radios, propone dunque un repertorio di immagini che costituiscono la fonte, l’humus del terreno creativo di Crosa. Esse sono solo apparentemente accessorie ma racchiudono le vere ragioni di una rimessa in gioco del ricordo: le radio mute parlano a chi sa ascoltare. Ogni oggetto, ogni singola figura nell’esposizione dedicata all’infanzia, produce musica perché quello è il periodo in cui profumi, atteggiamenti, immagini, prendono in noi il sopravvento trasformandosi poi in progetti di vita.
L’elettrodomestico radio diventa racconto, la sua presenza può decidere l’andamento della narrazione, cosa udremo alla sua accensione, una sirena, la sigla del radio giornale o la musica carezzevole che ci fa abbandonare al piacere dell’ascolto? Come ci poniamo di fronte a quest’oggetto rassicurante ed innocuo? Aspettiamo, con la giusta curiosità e apertura, di udire un segnale che ci permetta, attraverso le tracce che non si sono potute e che non si possono cancellare, di ricordare.
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