Gli artisti della scuola umbra in 4 sedi dal 24 giugno al 4 novembre
Viaggio nel Trecento tra i borghi dell'Umbria, sulle tracce dell'eredità di Giotto
Maestro di Cesi, Incoronazione della Vergine e Storie della morte della Vergine, tempera e oro su tavola, Parigi, Museo Marmottan Monet
Samantha De Martin
06/06/2018
Perugia - All’ombra delle pievi, tra i gioielli devotamente custoditi in eremi e abbazie, le trame del Trecento tessono un incontro tra i maestri che hanno accolto l’eredità di Giotto depositando sculture lignee e dipinti a fondo oro nel grande scrigno storico-artistico dell’Appennino centrale.
Trevi, Montefalco, Spoleto e Scheggino compongono il prestigioso cantiere che accoglie gli itinerari che, dipanandosi tra diversi comuni di Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, svelano il valore di una straordinaria unità culturale.
Seguendo la rotta tracciata da Giotto, dal 24 giugno al 4 novembre sarà possibile ammirare, in quattro sedi espositive, i circa 70 dipinti a fondo oro su tavola e le sculture che raccontano la meraviglia ambientale dell’Appennino centrale e la civiltà storico-artistica, civile e socio-religiosa nell’Italia di primo Trecento.
Nella regione cuore verde d’Italia, il successo della lezione rivoluzionaria di Giotto e dei capiscuola senesi Pietro Lorenzetti e Simone Martini sarà messo in luce attraverso quegli artisti, talvolta anonimi, che si fecero interpreti dell’anima più profonda e vera dell’Appennino, con il loro linguaggio pittorico intenso ed un magistero tecnico sorprendente.
In questo raffinato itinerario il pubblico avrà l’opportunità di ammirare opere che si svelano per la prima volta agli occhi dei visitatori. Come i due dossali esposti nell’appartamento di rappresentanza di Sua Santità il Pontefice, entrambi provenienti da Montefalco, e restaurati per l’occasione dai laboratori dei Musei Vaticani. O come il Trittico con l’Incoronazione della Vergine del Maestro di Cesi e il Crocifisso con Christus triumphans dipinti entrambi per il monastero di Santa Maria della Stella di Spoleto - oggi separati tra il Musée Marmottan Monet di Parigi e il Museo del Ducato di Spoleto - che torneranno insieme per la prima volta dall’inizio dell’Ottocento.
Il viaggio attraverso il dedalo di paesini consentirà ai visitatori di far tappa all’interno delle botteghe d’artista, per condividere a distanza di secoli il febbrile impegno nel realizzare affreschi e oreficerie.
Nello Spazio Arte Valcasana di Scheggino - comune in prossimità del fiume Nera, a una quarantina di chilometri da Perugia - ci sarà modo di cogliere lo sguardo corale sulla trama di chiese e abbazie nelle quali gli artisti di cultura giottesca hanno lavorato tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento.
Le altre sedi espositive saranno allestite presso il Complesso Museale di San Francesco a Montefalco, il Museo Diocesano e la Rocca Albornoz (sede del Museo Nazionale del Ducato) di Spoleto - sezione che presenta l'antefatto della pittura spoletina del Trecento, prima della rivoluzione di Giotto, preceduta dai pittori presenti nel cantiere di Assisi come il Maestro delle Palazze - e presso il Museo di San Francesco a Trevi. Nella Chiesa di San Francesco è conservata la gigantesca croce sagomata databile intorno al 1317 dipinta dal Maestro della Croce di Trevi, uno dei maggiori protagonisti di quella stagione.
Sulle tracce del Maestro delle Palazze, del Maestro di Sant'Alò, del Maestro di San Felice di Giano e di quello di Cesi, del Maestro di San Ponziano e di quello della Croce di Trevi, del Maestro della Croce di Visso e di Fossa, si potranno pertanto scoprire crocifissi, Madonne e miniature inseriti in un percorso di forte impatto, ma anche itinerari organizzati che consentiranno di esplorare territori di grande interesse.
Leggi anche:
• Capolavori del Trecento, il cantiere di Giotto, Spoleto e l'Appennino
• Dalla Toscana a Venezia, sulle orme di Giotto
Trevi, Montefalco, Spoleto e Scheggino compongono il prestigioso cantiere che accoglie gli itinerari che, dipanandosi tra diversi comuni di Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, svelano il valore di una straordinaria unità culturale.
Seguendo la rotta tracciata da Giotto, dal 24 giugno al 4 novembre sarà possibile ammirare, in quattro sedi espositive, i circa 70 dipinti a fondo oro su tavola e le sculture che raccontano la meraviglia ambientale dell’Appennino centrale e la civiltà storico-artistica, civile e socio-religiosa nell’Italia di primo Trecento.
Nella regione cuore verde d’Italia, il successo della lezione rivoluzionaria di Giotto e dei capiscuola senesi Pietro Lorenzetti e Simone Martini sarà messo in luce attraverso quegli artisti, talvolta anonimi, che si fecero interpreti dell’anima più profonda e vera dell’Appennino, con il loro linguaggio pittorico intenso ed un magistero tecnico sorprendente.
In questo raffinato itinerario il pubblico avrà l’opportunità di ammirare opere che si svelano per la prima volta agli occhi dei visitatori. Come i due dossali esposti nell’appartamento di rappresentanza di Sua Santità il Pontefice, entrambi provenienti da Montefalco, e restaurati per l’occasione dai laboratori dei Musei Vaticani. O come il Trittico con l’Incoronazione della Vergine del Maestro di Cesi e il Crocifisso con Christus triumphans dipinti entrambi per il monastero di Santa Maria della Stella di Spoleto - oggi separati tra il Musée Marmottan Monet di Parigi e il Museo del Ducato di Spoleto - che torneranno insieme per la prima volta dall’inizio dell’Ottocento.
Il viaggio attraverso il dedalo di paesini consentirà ai visitatori di far tappa all’interno delle botteghe d’artista, per condividere a distanza di secoli il febbrile impegno nel realizzare affreschi e oreficerie.
Nello Spazio Arte Valcasana di Scheggino - comune in prossimità del fiume Nera, a una quarantina di chilometri da Perugia - ci sarà modo di cogliere lo sguardo corale sulla trama di chiese e abbazie nelle quali gli artisti di cultura giottesca hanno lavorato tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento.
Le altre sedi espositive saranno allestite presso il Complesso Museale di San Francesco a Montefalco, il Museo Diocesano e la Rocca Albornoz (sede del Museo Nazionale del Ducato) di Spoleto - sezione che presenta l'antefatto della pittura spoletina del Trecento, prima della rivoluzione di Giotto, preceduta dai pittori presenti nel cantiere di Assisi come il Maestro delle Palazze - e presso il Museo di San Francesco a Trevi. Nella Chiesa di San Francesco è conservata la gigantesca croce sagomata databile intorno al 1317 dipinta dal Maestro della Croce di Trevi, uno dei maggiori protagonisti di quella stagione.
Sulle tracce del Maestro delle Palazze, del Maestro di Sant'Alò, del Maestro di San Felice di Giano e di quello di Cesi, del Maestro di San Ponziano e di quello della Croce di Trevi, del Maestro della Croce di Visso e di Fossa, si potranno pertanto scoprire crocifissi, Madonne e miniature inseriti in un percorso di forte impatto, ma anche itinerari organizzati che consentiranno di esplorare territori di grande interesse.
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