Dall’11 giugno alla Fondation Beyeler
Per la prima volta insieme i Modena Paintings di Basquiat
Jean-Michel Basquiat, The Guilt of Gold Teeth, 1982 © Nahmad-Collection I Courtesy Fondation Beyeler
Francesca Grego
12/05/2023
Mondo - Lo sapevate che la prima mostra europea di Basquiat si è tenuta a Modena? Era il 1981 e il rivoluzionario artista americano si presentava ancora con il nome d’arte di SAMO ©, la sua storica tag come graffitista. A portarlo in Italia alla vigilia della sua esplosione sulla scena americana fu il gallerista Emilio Mazzoli, che gli mise a disposizione spazi e materiali per produrre nuove opere. “Il viaggio a Modena fu per molti versi il prototipo dei futuri viaggi di Basquiat: comportò una grande quantità di contanti, altrettante droghe, esuberanti apparizioni nei ritrovi notturni del luogo, e una frenetica produzione artistica su commissione”, ha raccontato la biografa dell’artista Phoebe Hoban nel libro Basquiat. Vita lucente e breve di un genio dell’arte (Castelvecchi, 2006).
Jean-Michel, che nel frattempo era diventato per tutti Basquiat, tornò a Modena nell’estate del 1982 per una nuova mostra. Mazzoli aveva un capannone aperto agli artisti. Mario Schifano, per esempio, risiedette e lavorò periodicamente a Modena per vari anni. Quando Basquiat arrivò nella città emiliana trovò diversi pezzi lasciati da Schifano: oltre a quadri completati c’erano tele già preparate e altre ancora vergini. Affascinato dal formato straordinario le fece sue. Nacque così un gruppo di opere di almeno due metri per quattro ciascuna, più grandi e diverse da quanto dipinto fino a quel momento. Apponendo sul retro la scritta “Modena” insieme alla sua firma, Basquiat identificò questi lavori come parti di un unico nucleo. Il progetto della mostra naufragò in seguito a dissidi con la galleria americana che rappresentava l’artista. Restavano le otto grandi tele, che oggi si trovano in collezioni private di Stati Uniti, Asia, Svizzera e sono annoverate tra i dipinti più significativi dell’artista.
Per la prima volta in oltre quarant’anni i Modena Paintings stanno per essere riuniti in una mostra. Teatro dell’operazione sarà la Fondation Beyeler, a Basilea, che con Basquiat ha un legame speciale. Già nel 1983, infatti, il fondatore del museo e collezionista Ernst Beyeler invitò l’artista allora ventiduenne a partecipare alla collettiva Expressive Malerei nach Picasso (La pittura espressiva dopo Picasso) presso la sua galleria d’arte in Bäumleingasse. Basquiat vi era
rappresentato con quattro dipinti e Philistines, del 1982, illustrava la copertina del catalogo. Nel 2010, poi, la Fondation ha ospitato la prima grande retrospettiva museale su Basquiat in Europa.
Dal prossimo 11 giugno fino al 27 agosto, Basquiat. Modena Paintings offrirà ai visitatori l’occasione unica di ammirare alcuni dei dipinti più celebri e preziosi dell’artista americano all’interno dell’insieme in cui furono originariamente concepiti. Le otto tele mostrano, già all’inizio della carriera, il linguaggio pittorico colorato ed espressivo tipico di Basquiat. Tutte ruotano intorno alla rappresentazione del corpo umano o animale e sono dominate da una figura monumentale, spesso nera, che si staglia su uno sfondo dipinto a larghe pennellate. Un esempio noto è quello di Untitled (Angel) e Untitled (Devil), che insieme compongono qualcosa di molto simile a un dittico: i personaggi evocati nei titoli, l’angelo e il diavolo, sono raffigurati a mezzobusto con le braccia alzate, una posa che può essere interpretata come implorante o trionfante, e che ricorrerà di frequente nel lavoro di Basquiat. Alla Fondation Beyeler la visione dei dipinti sarà completata da uno spazio multimediale immersivo che racconterà la genesi dei Modena Paintings, trasportando i visitatori nel mondo dell’artista attraverso brevi filmati.
“Tutti i Modena Paintings si conservano oggi in raccolte private”, spiega Sam Keller, direttore della Fondation Beyeler: “Singolarmente alcuni dipinti sono stati esposti in mostre su Basquiat, ma questa è finora la prima volta che figurano in un’esposizione nel loro insieme, come inizialmente previsto dall’artista. Grazie alla pluriennale collaborazione con la famiglia e i collezionisti di Basquiat siamo riusciti a riunire tutte le opere e a ricomporre, così, un importante capitolo di storia dell’arte”.
Jean-Michel, che nel frattempo era diventato per tutti Basquiat, tornò a Modena nell’estate del 1982 per una nuova mostra. Mazzoli aveva un capannone aperto agli artisti. Mario Schifano, per esempio, risiedette e lavorò periodicamente a Modena per vari anni. Quando Basquiat arrivò nella città emiliana trovò diversi pezzi lasciati da Schifano: oltre a quadri completati c’erano tele già preparate e altre ancora vergini. Affascinato dal formato straordinario le fece sue. Nacque così un gruppo di opere di almeno due metri per quattro ciascuna, più grandi e diverse da quanto dipinto fino a quel momento. Apponendo sul retro la scritta “Modena” insieme alla sua firma, Basquiat identificò questi lavori come parti di un unico nucleo. Il progetto della mostra naufragò in seguito a dissidi con la galleria americana che rappresentava l’artista. Restavano le otto grandi tele, che oggi si trovano in collezioni private di Stati Uniti, Asia, Svizzera e sono annoverate tra i dipinti più significativi dell’artista.
Per la prima volta in oltre quarant’anni i Modena Paintings stanno per essere riuniti in una mostra. Teatro dell’operazione sarà la Fondation Beyeler, a Basilea, che con Basquiat ha un legame speciale. Già nel 1983, infatti, il fondatore del museo e collezionista Ernst Beyeler invitò l’artista allora ventiduenne a partecipare alla collettiva Expressive Malerei nach Picasso (La pittura espressiva dopo Picasso) presso la sua galleria d’arte in Bäumleingasse. Basquiat vi era
rappresentato con quattro dipinti e Philistines, del 1982, illustrava la copertina del catalogo. Nel 2010, poi, la Fondation ha ospitato la prima grande retrospettiva museale su Basquiat in Europa.
Dal prossimo 11 giugno fino al 27 agosto, Basquiat. Modena Paintings offrirà ai visitatori l’occasione unica di ammirare alcuni dei dipinti più celebri e preziosi dell’artista americano all’interno dell’insieme in cui furono originariamente concepiti. Le otto tele mostrano, già all’inizio della carriera, il linguaggio pittorico colorato ed espressivo tipico di Basquiat. Tutte ruotano intorno alla rappresentazione del corpo umano o animale e sono dominate da una figura monumentale, spesso nera, che si staglia su uno sfondo dipinto a larghe pennellate. Un esempio noto è quello di Untitled (Angel) e Untitled (Devil), che insieme compongono qualcosa di molto simile a un dittico: i personaggi evocati nei titoli, l’angelo e il diavolo, sono raffigurati a mezzobusto con le braccia alzate, una posa che può essere interpretata come implorante o trionfante, e che ricorrerà di frequente nel lavoro di Basquiat. Alla Fondation Beyeler la visione dei dipinti sarà completata da uno spazio multimediale immersivo che racconterà la genesi dei Modena Paintings, trasportando i visitatori nel mondo dell’artista attraverso brevi filmati.
“Tutti i Modena Paintings si conservano oggi in raccolte private”, spiega Sam Keller, direttore della Fondation Beyeler: “Singolarmente alcuni dipinti sono stati esposti in mostre su Basquiat, ma questa è finora la prima volta che figurano in un’esposizione nel loro insieme, come inizialmente previsto dall’artista. Grazie alla pluriennale collaborazione con la famiglia e i collezionisti di Basquiat siamo riusciti a riunire tutte le opere e a ricomporre, così, un importante capitolo di storia dell’arte”.
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