Fino al 18 ottobre 2015
Expo e la Biennale si incontrano in Laguna
L'homme di Alexander Calder
Ludovica Sanfelice
08/05/2015
Venezia - Expo e la Biennale si incontrano alla Fondazione Vedova dove vengono riunite le creazioni che gli artisti Alexander Calder ed Emilio Vedova realizzarono per l’Esposizione Universale svoltasi a Montreal nel 1967.
Quella canadese fu una delle più importanti esposizioni del Novecento, attirò un pubblico di 50 milioni di persone e seppe dare forma alle rivoluzioni culturali e sociali dell'epoca chiamando i paesi partecipanti a lavorare sul tema “L’uomo e il suo mondo”. In quella occasione, ad esempio, nacque il progetto della città satellite Habitat di Moshe Safdie che integrava in un unico complesso architettonico formato da scatole di cemento incastrate tra loro, residenze e servizi commerciali e istituzionali.
Nei Magazzini del Sale e nello Spazio Vedova, la Fondazione riporta in superficie schegge dello spirito innovativo che caratterizzò quell’Expo ed espone una rivisitazione dell’intervento che Vedova realizzò su commissione del Ministero degli Esteri per qualificare un’area del Padiglione Italia. L’opera, intitolata Percorso/Plurimo/Luce, era caratterizzata da una struttura a vela su cui erano proiettate in sequenza112 lastrine di vetro. Nella ricostruzione viene utilizzata la “forma rotante” originale costruita ad hoc in alluminio laminato e montata al centro dello spazio, tra gli schermi e i proiettori, come elemento che veniva riflesso e contemporaneamente riverberava sugli schermi e sul pubblico che perciò camminava dentro all’installazione e tra le proiezioni entrando a far parte dell’opera.
Il monumentale intervento di Calder invece, intitolato inizialmente Three Disks/Trois Disque e poi modificato in Man/L’homme, fu commissionato dalla International Nickel Company of Canada (INCO). La scultura, composta da uno stabile di 22 m di altezza, 102 fogli di acciaio inossidabile, quasi un chilometro di fascette e 4000 bulloni sempre in acciaio, venne donata ai cittadini di Montréal il 17 maggio del 1967, giorno del 325° anniversario della fondazione della città, e installata all’ingresso dell’Expo, dove il pubblico arrivava con la metropolitana per accedere all’evento. A Venezia viene esposta la maquette originale di Trois Disks a testimonianza del processo artistico di Calder che, per i suoi stabiles (sculture astratte immobili) costruiva piccoli modelli che dopo l’approvazione dei committenti venivano sviluppati in scala media per valutarne la fattibilità tecnica, e solo infine portati alle grandi e più note dimensioni.
Quella canadese fu una delle più importanti esposizioni del Novecento, attirò un pubblico di 50 milioni di persone e seppe dare forma alle rivoluzioni culturali e sociali dell'epoca chiamando i paesi partecipanti a lavorare sul tema “L’uomo e il suo mondo”. In quella occasione, ad esempio, nacque il progetto della città satellite Habitat di Moshe Safdie che integrava in un unico complesso architettonico formato da scatole di cemento incastrate tra loro, residenze e servizi commerciali e istituzionali.
Nei Magazzini del Sale e nello Spazio Vedova, la Fondazione riporta in superficie schegge dello spirito innovativo che caratterizzò quell’Expo ed espone una rivisitazione dell’intervento che Vedova realizzò su commissione del Ministero degli Esteri per qualificare un’area del Padiglione Italia. L’opera, intitolata Percorso/Plurimo/Luce, era caratterizzata da una struttura a vela su cui erano proiettate in sequenza112 lastrine di vetro. Nella ricostruzione viene utilizzata la “forma rotante” originale costruita ad hoc in alluminio laminato e montata al centro dello spazio, tra gli schermi e i proiettori, come elemento che veniva riflesso e contemporaneamente riverberava sugli schermi e sul pubblico che perciò camminava dentro all’installazione e tra le proiezioni entrando a far parte dell’opera.
Il monumentale intervento di Calder invece, intitolato inizialmente Three Disks/Trois Disque e poi modificato in Man/L’homme, fu commissionato dalla International Nickel Company of Canada (INCO). La scultura, composta da uno stabile di 22 m di altezza, 102 fogli di acciaio inossidabile, quasi un chilometro di fascette e 4000 bulloni sempre in acciaio, venne donata ai cittadini di Montréal il 17 maggio del 1967, giorno del 325° anniversario della fondazione della città, e installata all’ingresso dell’Expo, dove il pubblico arrivava con la metropolitana per accedere all’evento. A Venezia viene esposta la maquette originale di Trois Disks a testimonianza del processo artistico di Calder che, per i suoi stabiles (sculture astratte immobili) costruiva piccoli modelli che dopo l’approvazione dei committenti venivano sviluppati in scala media per valutarne la fattibilità tecnica, e solo infine portati alle grandi e più note dimensioni.
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