Giuseppe Penone
L'opera "ombra di terra" di Giuseppe Penone
25/05/2004
Il Centro Pompidou per la prima volta dedica una retrospettiva a Giuseppe Penone, uno dei maggiori artisti contemporanei internazionali che divide la sua attività tra la Francia e l’Italia. Al Beaubourg si celebra dunque l’artista italiano confermando l’interesse del Centro per il suo lavoro del quale già possiede un largo fondo.
La mostra si è aperta a Parigi solo da qualche settimana e raccoglie oltre 80 opere dalla fine degli anni Sessanta a oggi, tra cui un lavoro, “Cedro di Versailles”, creato per l’occasione nel Forum: un’opera monumentale, realizzata dall’artista negli ultimi due anni con l’albero stesso, il cedro, proveniente dalla foresta di Versailles, che era stato sradicato da una tempesta e quindi utilizzato dall’artista che lo ha aperto, scavato fino al cuore, evidenziandone così ad un tempo la sua forza e la sua fragilità.
L’albero è divenuto il simbolo di Penone: lo ritroviamo, ancora nella Ville Lumière, dentro il Giardino delle Tuileries o a Torino lungo il nuovo passante ferroviario. L’albero è l’elemento fondamentale, catalizzante, del suo fare arte fin dagli inizi, come l’artista stesso spiega in un’intervista nel catalogo “…era il ’68, le persone erano in conflitto con il sistema. Io riflettevo su ciò che poteva essere la mia vera identità, e sono tornato al mio paese per lavorare…verso le cose che conoscevo veramente e ho cominciato a realizzare dei lavori sugli alberi, sulla natura, ciò che era per me l’idea più elementare. Là dove ero io…”.
Le immagini fotografiche della fine degli anni Sessanta, nella prima sala dell’esposizione, documentano i suoi interventi sulla natura, principalmente sugli alberi; ne influenza lo sviluppo, la crescita, quasi come se l’uomo, o meglio l’artista, si possa confrontare con la natura stessa; egli non crea ma ricrea da essa stessa.
Giuseppe Penone “ripete” la natura, la foresta; riprende le foglie creando un’opera sensoriale olfattiva e non solo visiva, quando racchiude dentro una rete foglie di alloro cosparse su tutta la parete. In “Essere fiume” addirittura, con un lento e meticoloso lavoro, ricrea la pietra che aveva trovato lungo il fiume, levigata dai segni del tempo e dell’acqua. La natura diviene arte e l’arte natura e si sintetizza nella sua opera più conosciuta “rovesciare gli occhi” in cui lui stesso, indossando lenti a specchio, crea un corto circuito tra chi vede e chi è visto; l’artista manipola se stesso e si pone allo spettatore come opera d’arte.
PENONE, EXPOSITION RETROSPECTIVE (1968/2004)
Centre Georges Pompidou, Parigi
Fino al 23 agosto 2004
tutti i giorni tranne il martedì dalle 11 alle 21
www.centrepompidou.fr
Caixa Forum, Barcellona
Dal 30 settembre 2004 al 16 gennaio 2005
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