Dal 21 gennaio al 23 aprile nelle Fiandre

A Gand una mostra inedita racconta Theodoor Rombouts, il Caravaggio fiammingo

Atelier di Theodoor Rombouts, Il cavadenti, 1628 circa, Olio su tela, Museo delle Belle Arti di Gand
 

Samantha De Martin

23/12/2022

Mondo - Uomini che giocano a backgammon, un suonatore di liuto, un callido cavadenti circondato da volti grotteschi e stravaganti.
È vivo l’universo che popola i dipinti di Theodoor Rombouts, virtuoso del caravaggismo fiammingo, figura eminente nell'ambiente artistico di Anversa, apprezzato durante la sua vita breve prima che la sua eredità artistica si eclissasse spazzata via dai pennelli barocchi dei concittadini Peter Paul Rubens e Antoon Van Dyck.
A oltre tre secoli dalla morte, avvenuta nel 1637 a soli quarant'anni, il Museo di Belle Arti di Gand celebra il talento di questo pittore gettando luce sulla sua originalità artistica e interpretando l'opera di Rombouts attraverso una lente inedita.
Dal 21 gennaio al 23 aprile il pubblico potrà apprezzare la prima mostra monografica dedicata al pittore conosciuto per le scene di genere monumentali, vivaci e talvolta moralizzatrici, che vedono protagonisti eleganti gruppi di figure e suonatori. Queste scene sono realizzate secondo la Manfrediana methodus, tecnica che prende il nome da Bartolomeo Manfredi, uno dei primi esponenti del caravaggismo, e conquistano chi le osserva per i giochi di chiaroscuro, per il naturalismo e l'atmosfera drammatica, tra primi piani e gruppi di mezze figure ritratte nelle tonalità del viola, del rosso e del blu.



Theodoor Rombouts, Il coppiere (Allegoria della Temperanza),1625 – 32 circa, Olio su tela, MUba Eugène - Leroy, Tourcoing

D’altra parte, figlio di un sarto, Rombouts ha una spiccata sensibilità per i tessuti e per gli strumenti musicali, che riproduce con estremo virtuosismo. Nelle sue composizioni studiate, dal gusto scenografico, a esaltare i personaggi popolari sono l’atmosfera elegante e i raffinati costumi. Rombouts preferisce scegliere direttamente i propri modelli, personaggi che ripropone dipinto dopo dipinto. A volte è lui stesso a comparire tra i protagonisti delle sue tele, alternandosi alla moglie o alla figlia.


Theodoor Rombouts, Il suonatore di liuto, 1625 circa, Olio su tela, The John G. Johnson Collection Philadelphia Museum of Art

Dopo gli anni formativi al fianco del collega fiammingo Abraham Janssen, il giovane Rombouts all'inizio del Seicento fu in Italia, influenzato dal genio rivoluzionario di Caravaggio e da Bartolomeo Manfredi, uno dei principali esponenti del caravaggismo. Tornato ad Anversa, iniziò a sviluppare la sua identità artistica rielaborando e sublimando le influenze del Nord e del Sud. Dal suo atelier della Meir assecondava i desideri del pubblico seducendolo con le sue pennellate che lasciano intravedere le referenze stilistiche di Rubens, allora molto amato dalla committenza.
Eppure Rombouts, più di ogni altro, cattura con le sue composizioni popolate da personaggi allegri e suonatori, oltre che con le scene monumentali, le allegorie dai messaggi politici nascosti.

Per realizzare la mostra a Gand, a cura di Frederica Van Dam, e il catalogo, che vede Theodoor Rombouts per la prima volta al centro della scena, il Museo di Belle Arti di Gand ha esplorato con attenzione l'opera del pittore di Anversa facendo giungere nella città fiamminga dipinti di collezioni private, chiese e musei di tutta Europa e degli Stati Uniti, alcuni dei quali restaurati per l'occasione con il contributo del museo. Il risultato è una panoramica inedita dell'artista che svelerà per la prima volta ai visitatori il cuore dell'opera del pittore, in un dialogo aperto con i contemporanei come Bartolomeo Manfredi, Valentin de Boulogne, Hendrick ter Brugghen.


Theodoor Rombouts, Allegoria dei cinque sensi, 1632, Olio su tela, Museo di belle Arti di Gand © www.artinflanders.be | Foto: © Cedric Verhelst

Un allestimento tematico consentirà al pubblico di assaporare in mostra tutti gli aspetti della pittura di Rombouts, svelando l'uomo al di là dell'opera: un artista che si lascia incantare dal talento dei suoi colleghi, ma che allo stesso tempo sviluppa un'identità artistica riconoscibile sia per i committenti del tempo che per gli spettatori di oggi.
Dal 1860, data dell'acquisto de L'allegoria dei cinque sensi (1632), primo dipinto del maestro ad aprire la collezione del museo, un legame speciale corre tra il pittore di Anversa e il Museo di Belle Arti di Gand. Il museo custodisce tuttavia in collezione altri due dipinti di Rombouts, l'Allegoria dell'assemblea dei Gedele (1627-28), la tela più grande di Rombouts, e Il cavadenti (ca. 1628), tipico monito caravaggesco contro i truffatori, che sarà restaurato proprio in occasione della mostra.