L'Opera grafica di Purificato
Dipinto di Domenico Purificato
19/01/2006
In contemporanea, 20 gallerie italiane presentano l’opera di Domenico Purificato, testimone attento della storia del Novecento. La rassegna propone, attraverso il tratto dell’incisione, la narrazione di un percorso d’artista che riconferma la sua attualità e la capacità di comunicare. L’iniziativa ha come supporto un volume che raccoglie l’insieme delle opere, ben 250, in un allestimento ambizioso nelle grandi gallerie d’arte italiane.
Abbiamo incontrato Tommaso Strinati, autore del saggio introduttivo del catalogo.
Come è nata l’idea della mostra?
“L’inventore e il curatore della mostra è Pino Purificato, il figlio del grande artista che gestisce dalla morte del papà il corpus di opere rimasto e quello che è riuscito a ritrovare e a ricomprare nel corso degli anni. La mostra è stata da lui organizzata insieme con le sue gallerie di Roma e quelle sparse nel resto di Italia. Ha chiamato me per fare un commento sull’opera e per presentare la figura del padre, all’interno di questo catalogo generale delle mostre”.
La mostra è incentrata sull’opera grafica…
“Un aspetto preciso dell’opera di Purificato, quasi una tappa obbligata, perché le opere raccolte non permettono ancora una mostra antologica. Si è preferito così evidenziare questo lato, perché ad oggi le opere grafiche sono di più facile reperibilità, ed è anche vero che testimoniano una fase interessante di Domenico Purificato, che è stato soprattutto un disegnatore, un pittore molto preciso e netto. La sua opera è caratterizzata da alcuni temi ricorrenti: la venerazione per la pittura italiana del Cinquecento/Seicento, un’attenzione alla figura femminile e poi, soprattutto, un talento grafico costante. È stato un pittore tradizionale per tutta la vita e ha calcato molto su questo aspetto figurativo della sua pittura. Un artista lontano dalle mode, dalle correnti artistiche degli anni ’60”.
Sono esposte opere inedite?
“Non proprio degli inediti. Sono presenti delle cose molto interessanti, e cioè alcune grafiche che Purificato traeva dai quadri di maggior successo; per esempio, la storia dei grandi oli su tela realizzati negli anni ’50 e ’60, quelli delle tematiche sociali. Purificato è stato interno al partito comunista, uscendone dopo i fatti dell’Ungheria. Era un uomo molto coinvolto nel sociale e nella politica, dalla quale comunque è uscito abbastanza presto. I suoi quadri famosi di quell’epoca, soprattutto uno che si chiama "I ragazzi di Tormarancia", che ebbe un grande successo di pubblico dopo la metà degli anni 50, insieme con altri dipinti erano replicati in grafiche allo scopo di diffondere l’immagine in maniera più capillare.
Queste sono cose che si possono vedere nella mostra e sono aspetti interessanti per capire l’evoluzione della sua opera, che proprio negli anni 70 decise di far conoscere meglio, attraverso i multipli dei suoi quadri più famosi. Sempre in esposizione troviamo i suoi disegni classici concentrati sui sentimenti, sulla sua terra natale, Fondi e su questi paesaggi strani, arcadici e lunari. È stato un personaggio molto scomodo, perché non si è mai coinvolto in nessuna corrente dell’arte contemporanea vera e propria, ma è sempre stato un figurativo tradizionale, fastidioso per la critica e sovente accantonato”.
Venne però, per un periodo, avvicinato alla Scuola Romana…
“Sì, è stato avvicinato al movimento negli anni ’40, la Scuola Romana poi in qualche modo è finita. Lui è rimasto legato ad una Scuola Romana sua e personale, molto sognante e tradizionale, come costruzione delle figura e delle scene, che gli è rimasta come una linea continua per tutta la vita. E’ stato un artista silenzioso, ma ha finito la propria carriera con delle cariche pubbliche molto importanti. E' stato direttore dell’Accademia di Brera, dalla quale è uscito con molte polemiche. E’ stato un personaggio coinvolto nella politica dell’arte, polemico, spesso ne è stato tenuto fuori perché aveva degli atteggiamenti agli occhi dei critici militanti, forse troppo tradizionalisti, ma oggi doppiamente riscoperto”.
La mostra è itinerante, il catalogo è uno strumento molto utile per accompagnare le opere in questo viaggio.
“Ho realizzato il saggio introduttivo corredato da altri scritti e presentazioni. Più che un catalogo, è uno di quei libri monografici che all’occasione servono per corredare una mostra, un inizio di quella che si potrebbe chiamare la catalogazione dell’opera di Purificato, che non c’è ancora, ma che si farà. E’ un buon inizio. E’una monografia.
Purificato ebbe un grande successo di mercato.
“Purificato ha avuto un grande successo e questo soprattutto dal periodo della contestazione in poi. E’ una artista che ha venduto molto perché era davvero richiesto dal pubblico. Spesso lavorava su commissione a grandi opere. Un pittore alla moda a Roma ed in Italia. I quadri di Purificato ancora oggi valgono molto, e sono anche un buon investimento. Ha venduto molto non perché fosse legato al mercato, ma perché era richiesto ed amato. Alla fine la pittura figurativa è quella che ha più successo, quella che si riesce meglio a capire ed approcciare”.
Domenico Purificato
“OPERA GRAFICA”
18 gennaio – 5 febbraio 2006
Galleria LAZZARO by Corsi
Milano, via Broletto 39
Info 02 - 805.20.21
Catalogo a cura di Tommaso Strinati
________________________________
Tommaso Strinati è nato a Roma il 19 aprile 1973. E’ uno storico dell’arte specializzato in storia dell’arte medievale. Nel campo di indagine che predilige, la pittura romana del Duecento e del Trecento, ha già al suo attivo una importante scoperta effettuata nella chiesa di Santa Maria in Aracoeli a Roma: i resti di quello che nel Duecento fu uno dei cicli affrescati più importanti della città. Nella primavera del 2004 ha curato, ai Musei Capitolini, la prima mostra dedicata ai dipinti su tavola a Roma nell’epoca di Giotto e Pietro Cavallini. Ha collaborato con l'Enciclopedia dell'Arte Medievale Treccani, con il Musée du Luxembourg di Parigi ed è stato funzionario dei Musei Vaticani, come responsabile del Catalogo dei Beni Culturali della Santa Sede, dal 2003 al 2004.
E’ inoltre autore di pubblicazioni dedicate al Quattrocento e al manierismo romano, alla pittura e architettura contemporanea.
Abbiamo incontrato Tommaso Strinati, autore del saggio introduttivo del catalogo.
Come è nata l’idea della mostra?
“L’inventore e il curatore della mostra è Pino Purificato, il figlio del grande artista che gestisce dalla morte del papà il corpus di opere rimasto e quello che è riuscito a ritrovare e a ricomprare nel corso degli anni. La mostra è stata da lui organizzata insieme con le sue gallerie di Roma e quelle sparse nel resto di Italia. Ha chiamato me per fare un commento sull’opera e per presentare la figura del padre, all’interno di questo catalogo generale delle mostre”.
La mostra è incentrata sull’opera grafica…
“Un aspetto preciso dell’opera di Purificato, quasi una tappa obbligata, perché le opere raccolte non permettono ancora una mostra antologica. Si è preferito così evidenziare questo lato, perché ad oggi le opere grafiche sono di più facile reperibilità, ed è anche vero che testimoniano una fase interessante di Domenico Purificato, che è stato soprattutto un disegnatore, un pittore molto preciso e netto. La sua opera è caratterizzata da alcuni temi ricorrenti: la venerazione per la pittura italiana del Cinquecento/Seicento, un’attenzione alla figura femminile e poi, soprattutto, un talento grafico costante. È stato un pittore tradizionale per tutta la vita e ha calcato molto su questo aspetto figurativo della sua pittura. Un artista lontano dalle mode, dalle correnti artistiche degli anni ’60”.
Sono esposte opere inedite?
“Non proprio degli inediti. Sono presenti delle cose molto interessanti, e cioè alcune grafiche che Purificato traeva dai quadri di maggior successo; per esempio, la storia dei grandi oli su tela realizzati negli anni ’50 e ’60, quelli delle tematiche sociali. Purificato è stato interno al partito comunista, uscendone dopo i fatti dell’Ungheria. Era un uomo molto coinvolto nel sociale e nella politica, dalla quale comunque è uscito abbastanza presto. I suoi quadri famosi di quell’epoca, soprattutto uno che si chiama "I ragazzi di Tormarancia", che ebbe un grande successo di pubblico dopo la metà degli anni 50, insieme con altri dipinti erano replicati in grafiche allo scopo di diffondere l’immagine in maniera più capillare.
Queste sono cose che si possono vedere nella mostra e sono aspetti interessanti per capire l’evoluzione della sua opera, che proprio negli anni 70 decise di far conoscere meglio, attraverso i multipli dei suoi quadri più famosi. Sempre in esposizione troviamo i suoi disegni classici concentrati sui sentimenti, sulla sua terra natale, Fondi e su questi paesaggi strani, arcadici e lunari. È stato un personaggio molto scomodo, perché non si è mai coinvolto in nessuna corrente dell’arte contemporanea vera e propria, ma è sempre stato un figurativo tradizionale, fastidioso per la critica e sovente accantonato”.
Venne però, per un periodo, avvicinato alla Scuola Romana…
“Sì, è stato avvicinato al movimento negli anni ’40, la Scuola Romana poi in qualche modo è finita. Lui è rimasto legato ad una Scuola Romana sua e personale, molto sognante e tradizionale, come costruzione delle figura e delle scene, che gli è rimasta come una linea continua per tutta la vita. E’ stato un artista silenzioso, ma ha finito la propria carriera con delle cariche pubbliche molto importanti. E' stato direttore dell’Accademia di Brera, dalla quale è uscito con molte polemiche. E’ stato un personaggio coinvolto nella politica dell’arte, polemico, spesso ne è stato tenuto fuori perché aveva degli atteggiamenti agli occhi dei critici militanti, forse troppo tradizionalisti, ma oggi doppiamente riscoperto”.
La mostra è itinerante, il catalogo è uno strumento molto utile per accompagnare le opere in questo viaggio.
“Ho realizzato il saggio introduttivo corredato da altri scritti e presentazioni. Più che un catalogo, è uno di quei libri monografici che all’occasione servono per corredare una mostra, un inizio di quella che si potrebbe chiamare la catalogazione dell’opera di Purificato, che non c’è ancora, ma che si farà. E’ un buon inizio. E’una monografia.
Purificato ebbe un grande successo di mercato.
“Purificato ha avuto un grande successo e questo soprattutto dal periodo della contestazione in poi. E’ una artista che ha venduto molto perché era davvero richiesto dal pubblico. Spesso lavorava su commissione a grandi opere. Un pittore alla moda a Roma ed in Italia. I quadri di Purificato ancora oggi valgono molto, e sono anche un buon investimento. Ha venduto molto non perché fosse legato al mercato, ma perché era richiesto ed amato. Alla fine la pittura figurativa è quella che ha più successo, quella che si riesce meglio a capire ed approcciare”.
Domenico Purificato
“OPERA GRAFICA”
18 gennaio – 5 febbraio 2006
Galleria LAZZARO by Corsi
Milano, via Broletto 39
Info 02 - 805.20.21
Catalogo a cura di Tommaso Strinati
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Tommaso Strinati è nato a Roma il 19 aprile 1973. E’ uno storico dell’arte specializzato in storia dell’arte medievale. Nel campo di indagine che predilige, la pittura romana del Duecento e del Trecento, ha già al suo attivo una importante scoperta effettuata nella chiesa di Santa Maria in Aracoeli a Roma: i resti di quello che nel Duecento fu uno dei cicli affrescati più importanti della città. Nella primavera del 2004 ha curato, ai Musei Capitolini, la prima mostra dedicata ai dipinti su tavola a Roma nell’epoca di Giotto e Pietro Cavallini. Ha collaborato con l'Enciclopedia dell'Arte Medievale Treccani, con il Musée du Luxembourg di Parigi ed è stato funzionario dei Musei Vaticani, come responsabile del Catalogo dei Beni Culturali della Santa Sede, dal 2003 al 2004.
E’ inoltre autore di pubblicazioni dedicate al Quattrocento e al manierismo romano, alla pittura e architettura contemporanea.
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