Alla Galleria Ricci Oddi il Progetto Klimt celebra il ritorno del Ritratto di signora

Il 2021 (e il 2022) di Piacenza nel segno di Gustav Klimt

Gustav Klimt, Ritratto di signora, 1917, olio su tela, 55 x 60, Piacenza, Galleria d'arte moderna Ricci Oddi
 

Samantha De Martin

24/12/2020

Piacenza - È arrivata a Piacenza già da alcune settimane dopo un’assenza durata vent’anni, seducente ed eterea al tempo stesso, lo sguardo intrigante, simile a un’apparizione, che sbuca dal colore assieme al suo mistero ancora da svelare.
Adesso si appresta a “riabbracciare” la città, con un progetto speciale dedicato al suo artista, che la vedrà protagonista fino al 2022.
Eccolo il Ritratto di Signora di Gustav Klimt, nel Salone d’Onore della Galleria Ricci Oddi appena restaurato secondo il progetto originale, avvolto da un allestimento semplice e rigoroso, mentre aspetta di rincontrare i visitatori, non appena i musei riapriranno i battenti.
Il suo rientro in città dà l’avvio ufficiale al Progetto Klimt, un programma scientifico biennale promosso dal Consiglio di amministrazione della Galleria piacentina e curato dalla critica e storica dell’arte Elena Pontiggia, che ne è anche la coordinatrice - e da Gabriella Belli, storica dell’arte e direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia.
Un palinsesto imponente di mostre e appuntamenti coinvolgerà fino al 2022 le istituzioni locali e nazionali, insieme ad autorevoli studiosi, per salutare il ritorno del quadro e celebrare “l’ultimo classico della modernità, capace di far rivivere l’oro dei maestri bizantini nella Vienna di Freud e Schnitzler”.


Il ritorno del Ritratto di Signora di Gustav Klimt alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza

Un progetto in quattro tappe

Progetto Klimt. Piacenza 2020-2022, che abbiamo immaginato assieme ad Elena Pontiggia - spiega Massimo Ferrari, presidente della Galleria Ricci Oddi - capovolge la logica di un’unica mostra-spettacolo, cercando un approfondimento che si dilati invece in un arco di tempo lungo quasi due anni, dove la Galleria e la città di Piacenza non sono solo un contenitore, ma le protagoniste di questa occasione straordinaria. Un progetto immaginato in quattro tempi, quattro tappe finalizzate a condividere con tutti la gioia di questo ritorno e a rilanciare la Ricci Oddi”.

Il ritorno a Piacenza della tela - trafugata nel 1997 e ritrovata dai giardinieri, a dicembre dell’anno scorso, in un’intercapedine esterna della Galleria, all’interno di un sacco nero - era stato celebrato, assieme alla sua riesposizione, lo scorso 28 novembre nel corso di una presentazione virtuale in diretta streaming.


Abbiamo chiesto a Elena Pontiggia, curatrice del Progetto Klimt, di fornirci alcune anticipazioni, soffermandosi su questo atteso appuntamento dedicato al pittore austriaco.

“Il Progetto Klimt - spiega Pontiggia - è un lavoro collettivo che coinvolge vari studiosi, a cominciare da Gabriella Belli, presidente del Comitato Scientifico, e poi Eva Di Stefano, Valerio Terraroli, Alessandra Tiddia e altri storici dell’arte italiani, affiancati da Alfred Weidinger e da altri specialisti austriaci. Sono state progettate quattro mostre in crescendo, in modo che quella finale su Klimt (che richiede i necessari tempi tecnici, dal momento che non si può pensare, soprattutto in tempi di Covid, di realizzarla in un paio di mesi) sia preceduta da tre momenti di approfondimento, che aiutino a comprendere il Ritratto di Signora di proprietà dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e facciano meglio conoscere anche la Galleria stessa”.


Il ritorno del Ritratto di Signora di Gustav Klimt alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza

Le quattro mostre dedicate a Klimt

La prima mostra, già iniziata con l’arrivo in galleria del Ritratto di Signora, si protrarrà fino a marzo 2021.
“Sarà visitabile appena i decreti legislativi lo permetteranno e comprende, in un nuovo allestimento, il dipinto appena ritrovato e il quasi inedito disegno Testa di vecchio, sempre di Gustav Klimt e sempre di proprietà del Museo” assicura Elena Pontiggia.

Il secondo appuntamento del Progetto Klimt avrà invece luogo dal 28 marzo all’11 ottobre 2021 e sarà intitolato Klimt e i maestri “segreti” della Ricci Oddi.
“La mostra - continua la storica dell'arte - vuol far conoscere meglio le opere di alcuni maestri presenti nella Galleria Ricci Oddi, collocando Klimt all’interno del patrimonio novecentesco del museo. Agro di Rovetta, 1924, di Tosi; Natura morta, 1926, di Usellini; I pagliai, 1929, di Carrà; Natura morta, 1930, di Marussig; Vaso di fiori, 1930, di de Pisis; Donne in barca, 1933-34 di Casorati, presenti nel museo, saranno affiancate da un gruppo di dipinti dei sei artisti, che ne faranno comprendere meglio il percorso espressivo”.

Il prossimo autunno il Ritratto di SignoraTesta di vecchio saranno affiancati dai maestri che, più degli altri, hanno guardato a Klimt, dal giovane Casorati a Wildt, da Galileo Chini a Zecchin.
L’esposizione, intitolata “Ispirazione Klimt. L’influsso di Gustav Klimt sui maestri italiani 1910-1920” indagherà l’influsso esercitato in Italia da Klimt dopo la sua presenza alla Biennale di Venezia nel 1910, ma anche il clima simbolista diffuso in Italia nel periodo.

“A queste tre mostre seguirà - prosegue la curatrice - agli inizi del 2022, “Klimt intimo”, realizzata in collaborazione con la Klimt Foundation di Vienna, che proporrà un focus sulla figura dell’uomo e dell’artista”.

Ma come si presenterà al pubblico della Galleria la Signora di Klimt, in vista della riapertura dei musei?

“Il dipinto è presentato nel Salone d’Onore della Galleria (appena restaurato secondo il progetto originale) con un allestimento di grande raffinatezza, progettato da Massimo Ferrari e Claudia Tinazzi con Annalucia D’Erchia. In altri luoghi della Galleria alcuni supporti espositivi narrano la storia dell’opera, il contesto in cui nasce, come è stata acquistata da Giuseppe Ricci Oddi e tutte le sue vicende. La mostra sarà accompagnata da una serie di incontri che illustreranno i significati e il contesto dell’opera e la figura di Klimt”.

L’opera e i suoi misteri

Ma perché questa tela che ammalia l’osservatore con lo sguardo penetrante della sua protagonista è così importante per la Galleria Ricci Oddi e per lo stesso Klimt? Quale mistero ne accresce il fascino, ancora oggi, a distanza di oltre un secolo dalla sua realizzazione?
L’opera fu trafugata nel 1997 dalla Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, portata via dal tetto, o dal portone principale. Finita persino su Chi l’ha visto, venne ritrovata nel dicembre di un anno fa in un vano esterno dello stesso museo. L’anno prima del furto, nel 1996, Claudia Maga, studentessa di scuola superiore, aveva avuto una felice intuizione (poi confermata dalle analisi scientifiche grazie alla determinazione dell’allora direttore della Galleria Stefano Fugazza).
L'analisi a raggi X rivelò che sotto la superficie della pittura di Ritratto di Signora si nascondeva un altro ritratto di Klimt - influenzato dalla ritrattistica impressionista e postimpressionista - che si credeva perduto nel 1917.
Si trattava di Backfisch (“ragazzetta”, nel tedesco colloquiale), opera esposta alla Grosse Kunstausstellung di Dresda del 1912 e pubblicata una sola volta, nel maggio 1918, in una rivista d’arte austriaca.
La Ragazzetta si presentava avvolta nel suo scialle, un largo cappello ovale al boa di piume a cingerle il collo. Quando, tra il 1916 e il 1917, Klimt ritoccò il quadro decise di cancellare quei particolari. Così la giovane ritratta nel 1912, vestita alla moda, si trasformò in una figura meno realistica. Cappello e capigliatura cedettero il posto a un’unica forma ovoidale, mentre la consistenza dei vestiti si sciolse, con una veemenza quasi espressionista, cedendo a un trionfo di pennellate quasi informali.
Chi si nasconda dietro questo volto resta un mistero. Forse l’ebrea Ria Munk, morta giovane e della quale la madre chiese a Klimt un ritratto. Ma è solo un’ipotesi. Quello che è certo è che Giuseppe Ricci Oddi acquistò il Ritratto di Signora dal gallerista milanese Luigi Scopinich e dal 1931 l’opera fu esposta nella Galleria appena inaugurata.


Gustav Klimt, Particolare, Ritratto di signora, 1917, olio su tela, 55 x 60, Piacenza, Galleria d'arte moderna Ricci Oddi

Un ritorno a tappe 

Massimo Ferrari, presidente della Galleria Ricci Oddi, ha seguito il ritorno della tela in città.
“È stato un rientro scandito da molte tappe - spiega - un rientro lento proprio perché i tempi sono stati dettati dalle indagini necessarie e soprattutto, all’inizio, dalla necessità di valutare l’autenticità del quadro. Dopo il ritrovamento il 10 dicembre 2019, i tre periti incaricati hanno dichiarato ufficialmente il 17 gennaio 2020 la corrispondenza tra il quadro ritrovato e quello rubato nel 1997. Anche dopo questa felice notizia il quadro è rimasto sotto sequestro per proseguire le indagini riferite al furto, tuttora in corso. La pandemia sopraggiunta ha fatto sì che solo a fine maggio il quadro tornasse nelle nostre disponibilità. Da quel momento abbiamo lavorato senza sosta per costruire le condizioni necessarie per il ritorno dell’opera in Galleria in sicurezza, abbiamo costruito la teca blindata, ci siamo occupati delle assicurazioni necessarie e del nuovo allestimento”.

Il Ritratto di Signora e la Galleria Ricci Oddi

Con la sua decisione di creare una Galleria facendo confluire in uno spazio pubblico, appositamente costruito sull’area dell’ex convento di S. Siro, le opere della propria collezione, l'appassionato collezionista Giuseppe Ricci Oddi, nel 1931, aveva omaggiato Piacenza di un raffinato scrigno d’arte, con un generoso atto di amore.
“Il ritorno in città della tela - spiega Massimo Ferrari - conferma il ruolo centrale per la cultura piacentina che la Galleria Ricci Oddi ha sempre avuto, un ruolo di riferimento nazionale e internazionale che si focalizza su un periodo di passaggio faticoso tra Ottocento e Novecento. Uno specchio per vedere una società passata che può essere un aiuto per meglio comprendere la società contemporanea”.


La sede della Galleria Ricci Oddi | Foto: Letina Ticcia | Tramite Wikimedia Commons

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