Le opere in mostra
Opera esposta alla mostra "Le arti di Efesto. Capolavori in metallo dalla Magna Grecia”
30/05/2002
Statue, vasi e armi di bronzo
Il rinvenimento delle statue greche di grandi e medie dimensioni non è un avvenimento frequente. Il ritrovamento è spesso dovuto alla scoperta di relitti sottomarini, come quello, famosissimo, di Riace e quello di Porticello (Villa San Giovanni), dal quale proviene la scelta di frammenti di statue in mostra, presentati come documenti che permettono di illustrare in modo diretto i complessi procedimenti di realizzazione.
Di grande pregio sono le statuette a tutto tondo di piccole dimensioni, per lo più utilizzate come decorazioni di oggetti con una funzione specifica, come specchi, vasellame, parti di mobili e di utensili di varia natura, e anche le armi, soprattutto elmi, sia semplici sia riccamente decorati.
Argenti e oreficerie
Tra gli oggetti relativi a questo nucleo sono proposti in mostra alcuni corredi completi con gioielli d'oro e d'argento, sia tarantini sia di altra provenienza, inediti o poco noti.
Tra questi assumono grande rilievo il raffinato corredo di oreficerie, forse da Squinzano (Lecce), conservato nelle Civiche Raccolte Archeologiche di Milano, e l'intero, ricchissimo contesto della fine del IV sec. a.C. scoperto in un'altra tomba principesca dalla Campania anellenica (da Buccino - Salerno), con argenti, vasi in bronzo, ceramiche figurate e gioielli di produzione tarantina.
Un altro grande complesso funerario, proviene dalle Marche, un'area abitata da Piceni, Umbri e Celti: con il suo opulento corredo la tomba 23 di Montefortino di Arcevia (Ascoli Piceno), della fine del III sec. a.C., mostra il confluire di prodotti provenienti dall'ambito locale indigeno, celtico e dall'area etrusca, dalla Campania ellenizzata, dalla Magna Grecia e, attraverso questo tramite, perfino dal mondo greco orientale (Grecia settentrionale, Ponto e Asia minore).
Le monete
L'ultima sezione della mostra si occupa della moneta greca, con esempi dei principali conî, dei diversi metalli utilizzati (soprattutto l'argento, ma anche oro e bronzo) e delle tecniche impiegate, tra cui spicca quella con rovescio "incuso"(cioè in negativo), tipica delle emissioni magnogreche in argento della seconda metà del VI sec. a.C.
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