Pippo Casellati. Luci di spazio e di tempo

Pippo Casellati. Luci di spazio e di tempo, Museo Luchino Visconti, Forio (NA)
Dal 15 Settembre 2013 al 30 Novembre 2013
Forio | Napoli
Luogo: Museo Luchino Visconti
Indirizzo: via Calise 13
Orari: da martedì a domenica 10-13/ 16-20
Curatori: Karine Trotel
Telefono per informazioni: +39 081 987115
E-Mail info: info@fondazionelacolombaia.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionelacolombaia.it
Forte della sua Re-évolution, iniziata a Parigi ed ormai ben installata a Venezia, Karine Trotel prosegue la difesa dei forti valori che dovrebbero rimanere propri dell’Arte, ovvero l’autenticità, l’energia creatrice, l’unicità, la convivialità, l’umanità, l’esigenza - altrimenti detta la difesa di un’etica creativa divenuta Arte di vivere. È nel rispetto e nella complicità di quest’ “etica” creativa, ed unita a Luchino Visconti dalla stessa esigenza al di là del tempo, che Karine Trotel incarnerà e coltiverà alla Colombaia la sua difesa dell’Arte, concretizzata in una vera e propria Arte di Vivere, attraverso la qualità di una programmazione d’incontri artistici, d’eventi degni di questo sito e del suo eccezionale patrimonio. Presenta dunque, dal 14 Settembre, una personale di Pippo Casellati, spazialista veneziano ritrovato ed incarnazione di quel fare etico tanto caro al maestro Visconti. Sostenuto sin dalle prime esposizioni da Lucio Fontana, maggiore di 33 anni e caposcuola del movimento spazialista, che lo riconosce come proprio erede, non sentirà alcuna appartenenza artistica esclusiva e non aderirà mai al movimento spazialista, nonostante sia molto vicino e tuttora annoverato tra i componenti dello stesso.
Come gli Spazialisti, mette l’infinito alla prova del finito, raggiunge con esso una tale prossimità da riuscire spesso ad appropriarsene, al punto tale da proiettare ed inscrivere in esso i suoi stessi limiti e figure. Ma va oltre l’indagine degli Spazialisti: pone quesiti sulla libertà che ogni essere umano potrebbe raggiungere circoscrivendosi nell’infinito dello spazio e del tempo, e quindi sui condizionamenti che da questo derivano, traducendo il tutto in forme forti e profonde. Dopo aver rifiutato d’esporre per più di 20 anni, Pippo Casellati decide oggi, libero da ogni vincolo, di svelare i lavori tenuti nascosti. La data del 14 Settembre sarà la prima di una programmazione più importante che vi trasmetteremo il prima possibile e nella quale possiamo già inscrivere un avvenimento legato ai 60 anni dalla produzione di Senso di Luchino Visconti (Luglio 2014). “ (…) Tutto questo serve a dirci quanto Casellati, con il suo impegno, sia dentro ai problemi più vivi e scottanti della pittura di oggi. La sua testimonianza ha il peso di un’insistente, implacata domanda rivolta al protagonista del mondo visivo, la figura umana, ben consapevolmente individuata come centro d’ogni possibile percezione. Le sue immagini ci recano tutto il dramma di una presenza umana che trova la sua validità nei ritmi ciclici della natura, e si rifiuta alla Storia. Scelte e rifiuti di una cultura in divenire, avida di approdare ad un nuovo umanesimo.”
Come gli Spazialisti, mette l’infinito alla prova del finito, raggiunge con esso una tale prossimità da riuscire spesso ad appropriarsene, al punto tale da proiettare ed inscrivere in esso i suoi stessi limiti e figure. Ma va oltre l’indagine degli Spazialisti: pone quesiti sulla libertà che ogni essere umano potrebbe raggiungere circoscrivendosi nell’infinito dello spazio e del tempo, e quindi sui condizionamenti che da questo derivano, traducendo il tutto in forme forti e profonde. Dopo aver rifiutato d’esporre per più di 20 anni, Pippo Casellati decide oggi, libero da ogni vincolo, di svelare i lavori tenuti nascosti. La data del 14 Settembre sarà la prima di una programmazione più importante che vi trasmetteremo il prima possibile e nella quale possiamo già inscrivere un avvenimento legato ai 60 anni dalla produzione di Senso di Luchino Visconti (Luglio 2014). “ (…) Tutto questo serve a dirci quanto Casellati, con il suo impegno, sia dentro ai problemi più vivi e scottanti della pittura di oggi. La sua testimonianza ha il peso di un’insistente, implacata domanda rivolta al protagonista del mondo visivo, la figura umana, ben consapevolmente individuata come centro d’ogni possibile percezione. Le sue immagini ci recano tutto il dramma di una presenza umana che trova la sua validità nei ritmi ciclici della natura, e si rifiuta alla Storia. Scelte e rifiuti di una cultura in divenire, avida di approdare ad un nuovo umanesimo.”
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