Ramallah Underground: non solo musica
Ramallah Underground
13/10/2008
A Londra hanno appena registrato il sold out con un concerto strepitoso che ha conquistato anche l’esigente pubblico inglese: si chiamano Ramallah Underground e sono in arrivo nel nostro paese con il loro primo tour italiano, un’esplosione di parole, immagini e sonorità travolgenti.
Il gruppo ha base a Ramallah ed è composto da musicisti, produttori, fotografi, filmaker e videoartisti di origine palestinese. Uomini e donne uniti dal desiderio di contribuire alla rigenerazione creativa della cultura araba, come loro stessi affermano, e dalla necessità di dar voce a nuova generazione di palestinesi.
Lo zoccolo duro dei RU è composto da tre giovani musicisti, Boikutt, Stormtrap e Aswatt, artefici di un progetto musicale fatto di melodie arabe e sonorità elettroniche che intrecciano l’hip-hop, il trip hop, il dub e il downtempo, in un percorso di sperimentazione che parte dalla propria cultura d’origine per confrontarsi con la produzione artistica internazionale.
Il risultato è un suono del tutto inedito, accattivante, soprattutto per il pubblico occidentale, che intreccia la parola cantata in uno ritmo coinvolgente, dalle atmosfere più intime fino ai battiti da dancehall. I testi sono in arabo e raccontano le difficoltà e la rabbia di ragazzi nati nella morsa della guerra e l’urgenza di parlare al resto del mondo, al di fuori dei canali dell’informazione mainstream.
D’altra parte, questi giovani artisti, per potersi esprimere, devono combattere la censura e la repressione israeliana, ma anche affrontare l’ostilità di chi, nel complicato contesto politico in cui vivono, non riconosce lo spessore culturale del loro progetto. Una voce fuori dal coro, che denuncia la mancanza di libertà individuali creata dall’occupazione militare e mette in discussione i ruoli sociali sanciti dalla propria cultura, primo fra tutti quello della donna.
Come collettivo di musicisti, i Ramallah Undergound hanno collaborato con una molteplicità di artisti internazionali (‘Nakba’ è la traccia realizzata insieme agli Slovo, la band del chitarrista dei Faithless) e hanno portato i propri concerti in Libano, Egitto, Regno Unito, Svizzera, Olanda, Francia, Austria e Stati Uniti, accompagnati dai vjset della palestinese Ruanne Abou-Rahme. La giovane artista è l’autrice del documentario "Double Exposure", realizzato tra la Palestina e l’Inghilterra nel 2006. Film intimo e sperimentale sul complesso intreccio tra tempo, spazio e memoria nella vita di anziani e giovani paestinesi dentro e fuori il proprio paese natale, con particolare attenzione al tema dello spaesamento prodotto dall’esilio forzato.
Ruanne porterà in Italia anche una mostra composta da suggestivi artwork, dei pannelli realizzati a partire dai suoi scatti fotografici e da vecchie foto di famiglia, rielaborate al computer. E’ possibile vedere il suo portfolio sul sito www.ramallahunderground.com, dove trovate anche le date del tour italiano. Ultima tappa a Roma, il 18 ottobre sul palco dello Strike, dove i RU saranno affiancati dal storico rapper italiano C.U.B.A. Cabbal.
Il gruppo ha base a Ramallah ed è composto da musicisti, produttori, fotografi, filmaker e videoartisti di origine palestinese. Uomini e donne uniti dal desiderio di contribuire alla rigenerazione creativa della cultura araba, come loro stessi affermano, e dalla necessità di dar voce a nuova generazione di palestinesi.
Lo zoccolo duro dei RU è composto da tre giovani musicisti, Boikutt, Stormtrap e Aswatt, artefici di un progetto musicale fatto di melodie arabe e sonorità elettroniche che intrecciano l’hip-hop, il trip hop, il dub e il downtempo, in un percorso di sperimentazione che parte dalla propria cultura d’origine per confrontarsi con la produzione artistica internazionale.
Il risultato è un suono del tutto inedito, accattivante, soprattutto per il pubblico occidentale, che intreccia la parola cantata in uno ritmo coinvolgente, dalle atmosfere più intime fino ai battiti da dancehall. I testi sono in arabo e raccontano le difficoltà e la rabbia di ragazzi nati nella morsa della guerra e l’urgenza di parlare al resto del mondo, al di fuori dei canali dell’informazione mainstream.
D’altra parte, questi giovani artisti, per potersi esprimere, devono combattere la censura e la repressione israeliana, ma anche affrontare l’ostilità di chi, nel complicato contesto politico in cui vivono, non riconosce lo spessore culturale del loro progetto. Una voce fuori dal coro, che denuncia la mancanza di libertà individuali creata dall’occupazione militare e mette in discussione i ruoli sociali sanciti dalla propria cultura, primo fra tutti quello della donna.
Come collettivo di musicisti, i Ramallah Undergound hanno collaborato con una molteplicità di artisti internazionali (‘Nakba’ è la traccia realizzata insieme agli Slovo, la band del chitarrista dei Faithless) e hanno portato i propri concerti in Libano, Egitto, Regno Unito, Svizzera, Olanda, Francia, Austria e Stati Uniti, accompagnati dai vjset della palestinese Ruanne Abou-Rahme. La giovane artista è l’autrice del documentario "Double Exposure", realizzato tra la Palestina e l’Inghilterra nel 2006. Film intimo e sperimentale sul complesso intreccio tra tempo, spazio e memoria nella vita di anziani e giovani paestinesi dentro e fuori il proprio paese natale, con particolare attenzione al tema dello spaesamento prodotto dall’esilio forzato.
Ruanne porterà in Italia anche una mostra composta da suggestivi artwork, dei pannelli realizzati a partire dai suoi scatti fotografici e da vecchie foto di famiglia, rielaborate al computer. E’ possibile vedere il suo portfolio sul sito www.ramallahunderground.com, dove trovate anche le date del tour italiano. Ultima tappa a Roma, il 18 ottobre sul palco dello Strike, dove i RU saranno affiancati dal storico rapper italiano C.U.B.A. Cabbal.
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