A Santa Maria della Scala dal 10 agosto al 4 novembre
Musica per gli occhi: a Siena la videoarte incontra i ritmi pop
Coniglioviola, Non Domina sum, 2015, Videstill. Courtesy of Coniglioviola e Kaninchen-Haus, Torino
Samantha De Martin
09/08/2018
Siena - Un sodalizio, uno scambio dirompente, piuttosto che un ossimoro frutto di due universi distanti.
Nell’epoca in cui la dimensione visiva e quella uditiva si sono progressivamente cercate, avvicinate per fondersi definitivamente, anche l’arte celebra la contaminazione tra video arte e pop music, esplorando lo stato di fertile vicinanza che porta occhi e orecchie a scambiarsi gli oggetti dei loro sensi, fino a confonderli.
Gli artisti si cimentano con il videoclip, ma soprattutto i videoclip e la musica pop offrono ai videoartisti inediti spunti e occasioni creative di riflessione sulla società contemporanea.
A gettare uno sguardo su queste interferenze tra videoarte e ritmi pop è il Museo di Santa Maria della Scala, che ancora una volta conferma la “rivoluzione” culturale perseguita negli ultimi anni attraverso l’indagine dei linguaggi contemporanei e della loro ibridazione.
Dal 10 agosto al 4 novembre sarà la mostra visivo-sonora Musica per gli occhi - attraverso le tre sezioni che conducono il visitatore in un mondo di immagini e suoni - ad analizzare questa metafora sinestetica che celebra l’interazione tra arti apparentemente diverse.
“La nuova musica, quella che milioni di giovani in tutto il mondo amano non è fatta solo di note - spiega il direttore Daniele Pitteri -. È caratterizzata anche da simboli e di musicisti/star che usano il proprio corpo come elemento di comunicazione e di relazione con il pubblico. E la pop music diventa l’elemento di congiunzione-ispirazione per artisti, registi, videoartisti che indagano nuove forme espressive, a partire proprio dalla sublimazione del corpo del musicista-star. Con Musica per gli Occhi vogliamo indagare proprio questi legami, questo miscuglio di espressività che generano a loro volta forme nuove, possibilità di sperimentazioni, in molti estreme, proprio perché esplorano a fondo le potenzialità della fusione fra la dimensione uditiva e quella visiva”.
Se, nella prima sezione della mostra, quindici video di artisti come Francesco Vezzoli, Pipilotti Rist, Martin Creed, metteranno in luce il fascino della musica pop come strumento di interpretazione della cultura contemporanea, nella seconda fase dell’esposizione sarà presentata un’ampia selezione di videoclip realizzati da quattordici mostri sacri del cinema mondiale, da Michelangelo Antonioni a Wim Wenders.
Attraverso un allestimento immersivo che tende a esaltare le installazioni video, rendendole vere “opere d’arte esposte”, il visitatore raggiunge il terzo momento della mostra, che ha per protagonisti i videoclip realizzati da alcuni dei più significativi ed eversivi artisti contemporanei, tra i quali Damien Hirst, Keith Haring, Bansky, Andy Warhol.
Lungi dal presentarsi come un percorso incentrato sui rapporti tra musica pop-rock e arti visive, l’appuntamento di Siena insiste sulle interferenze che, all’insegna della visività della musica, si esplicano nel campo della video arte, da una parte, e, dall’altra, nell’universo dei lavori realizzati da artisti e registi cinematografici. Parallelismi, derivazioni reciproche, contaminazioni, slittamenti di senso si susseguono nel corso dell’esposizione che, come spiega il curatore Luca Quattrocchi “Parte da un’analisi approfondita della Pop Music e di come essa interviene nella vita quotidiana contribuendo a definire e modificare relazioni sociali, tendenze estetiche, gusti collettivi, a suggerire attitudini mentali, modelli comportamentali, opinioni politiche, in una fitta rete sonora che sembra divenire sempre più visibile e palpabile”.
Leggi anche:
• Musica per gli occhi. Interferenze tra videoarte, musica pop, videoclip
• Santa Maria della Scala - eventi e mostre
• Siena celebra il Trecento con un omaggio ad Ambrogio Lorenzetti
Nell’epoca in cui la dimensione visiva e quella uditiva si sono progressivamente cercate, avvicinate per fondersi definitivamente, anche l’arte celebra la contaminazione tra video arte e pop music, esplorando lo stato di fertile vicinanza che porta occhi e orecchie a scambiarsi gli oggetti dei loro sensi, fino a confonderli.
Gli artisti si cimentano con il videoclip, ma soprattutto i videoclip e la musica pop offrono ai videoartisti inediti spunti e occasioni creative di riflessione sulla società contemporanea.
A gettare uno sguardo su queste interferenze tra videoarte e ritmi pop è il Museo di Santa Maria della Scala, che ancora una volta conferma la “rivoluzione” culturale perseguita negli ultimi anni attraverso l’indagine dei linguaggi contemporanei e della loro ibridazione.
Dal 10 agosto al 4 novembre sarà la mostra visivo-sonora Musica per gli occhi - attraverso le tre sezioni che conducono il visitatore in un mondo di immagini e suoni - ad analizzare questa metafora sinestetica che celebra l’interazione tra arti apparentemente diverse.
“La nuova musica, quella che milioni di giovani in tutto il mondo amano non è fatta solo di note - spiega il direttore Daniele Pitteri -. È caratterizzata anche da simboli e di musicisti/star che usano il proprio corpo come elemento di comunicazione e di relazione con il pubblico. E la pop music diventa l’elemento di congiunzione-ispirazione per artisti, registi, videoartisti che indagano nuove forme espressive, a partire proprio dalla sublimazione del corpo del musicista-star. Con Musica per gli Occhi vogliamo indagare proprio questi legami, questo miscuglio di espressività che generano a loro volta forme nuove, possibilità di sperimentazioni, in molti estreme, proprio perché esplorano a fondo le potenzialità della fusione fra la dimensione uditiva e quella visiva”.
Se, nella prima sezione della mostra, quindici video di artisti come Francesco Vezzoli, Pipilotti Rist, Martin Creed, metteranno in luce il fascino della musica pop come strumento di interpretazione della cultura contemporanea, nella seconda fase dell’esposizione sarà presentata un’ampia selezione di videoclip realizzati da quattordici mostri sacri del cinema mondiale, da Michelangelo Antonioni a Wim Wenders.
Attraverso un allestimento immersivo che tende a esaltare le installazioni video, rendendole vere “opere d’arte esposte”, il visitatore raggiunge il terzo momento della mostra, che ha per protagonisti i videoclip realizzati da alcuni dei più significativi ed eversivi artisti contemporanei, tra i quali Damien Hirst, Keith Haring, Bansky, Andy Warhol.
Lungi dal presentarsi come un percorso incentrato sui rapporti tra musica pop-rock e arti visive, l’appuntamento di Siena insiste sulle interferenze che, all’insegna della visività della musica, si esplicano nel campo della video arte, da una parte, e, dall’altra, nell’universo dei lavori realizzati da artisti e registi cinematografici. Parallelismi, derivazioni reciproche, contaminazioni, slittamenti di senso si susseguono nel corso dell’esposizione che, come spiega il curatore Luca Quattrocchi “Parte da un’analisi approfondita della Pop Music e di come essa interviene nella vita quotidiana contribuendo a definire e modificare relazioni sociali, tendenze estetiche, gusti collettivi, a suggerire attitudini mentali, modelli comportamentali, opinioni politiche, in una fitta rete sonora che sembra divenire sempre più visibile e palpabile”.
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