Donne e Resistenza
Dal 14 Gennaio 2014 al 15 Febbraio 2014
Reggio di Calabria | Reggio Calabria
Luogo: Osservatorio sulla 'ndrangheta
Indirizzo: via Cava Aloi, Croce Valanidi
Orari: su appuntamento
Curatori: Filippo Malice
Telefono per informazioni: +39 0965 643521
E-Mail info: malice.filippo@accademiabelleartirc.it
Sito ufficiale: http://osservatoriosullandrangheta.org
Il 14 gennaio presso l’Osservatorio sulla 'ndrangheta a Croce Valanidi (RC) verrà aperta al pubblico la mostra “Donne e Resistenza”, visitabile fino al 15 febbraio p.v., previa prenotazione.
Come spiega il curatore della mostra, prof. Filippo Malice, Titolare di Cattedra e Coordinatore della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria: “La mostra nasce dalla fattiva collaborazione della Cattedra di Scultura dell’Accademia di Belle Arti con l’Osservatorio sulla ndrangheta di Reggio Calabria. Incentrata sul tema “Donne e Resistenza” (le donne che hanno coraggiosamente combattuto contro la ndrangheta), il progetto vede per la prima volta l’adesione, condivisa ed entusiasta, di docenti, di ex studenti, ma anche di giovani artisti esterni all’Accademia reggina… nel tentativo di proporre un’arte di appassionata denuncia e partecipazione condivisa, estranea dalla consueta e scontata immagine di autoreferenziale e narcisistico disimpegno.”
Il sostituto procuratore della DDA di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti ha voluto esporre le proprie riflessioni e sensazioni in merito, nell’introduzione al catalogo: “Non è, infatti, importante (o non solo) ciò che l’artista ha inteso trasmettere attraverso la sua creazione ma ciò che, in ciascuno di noi,l’opera riesce a provocare attraverso il processo di interiorizzazione di cui siamo capaci: quel flusso di emozioni e riflessioni che consente la veicolazione del “messaggio”. Questo è il potere dell’arte che ritroviamo in questa mostra di forte impatto visivo: le opere, pur diverse tra loro, si fanno al contempo rappresentazione e veicolazione di un concetto: la donna, seppur prigioniera e schiava di un malinteso senso dell’onore e dell’omertà, costretta a rinunciare alla propria individualità in nome di un codice mafioso che non le appartiene, riesce a spezzare l’incantesimo che l’avvolge e ribellarsi, riconquistando, seppur attraverso un percorso doloroso, la propria identità perduta.”
Desiderio di urlare e ribellarsi sono queste le sensazioni che emergono con forza da un mix di arti visive e performative.
Gli artisti:
Melania Aitollo, Caterina Arcuri, Michela Barillaro, Antonella Bellocchio, Sergio Campolo, Francesca Condoluci, Luana Covelli, Adelaide Di Nunzio, Ninni Donato, Roberto G. Ferrante, Mimma Galluso, Nadia Giovinazzo, Roberto Giriolo, Francesca Greco, Giuseppe Guerrisi, Rosaria Iazzetta, Magdalena Klaβmann, L.A.B. 1, Andrea Leuzzo, Giuseppe Lococo, Giovanni Longo, Filippo Malice, Luigi Malice, Giulio Manglaviti, {movimentomilc} Davide Negro, Gabriele Nicolò, Francesco Palamara Mesiano, Angela Pellicanò, Adriana Sapone, Gianfranco Scafidi, Lea Schmiedberger, Francesco Scialò, Luigi Scopelliti, Olga Smirnova,Luciano Stelitano, Delfo Tinnirello, Antonino Triolo.
Come spiega il curatore della mostra, prof. Filippo Malice, Titolare di Cattedra e Coordinatore della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria: “La mostra nasce dalla fattiva collaborazione della Cattedra di Scultura dell’Accademia di Belle Arti con l’Osservatorio sulla ndrangheta di Reggio Calabria. Incentrata sul tema “Donne e Resistenza” (le donne che hanno coraggiosamente combattuto contro la ndrangheta), il progetto vede per la prima volta l’adesione, condivisa ed entusiasta, di docenti, di ex studenti, ma anche di giovani artisti esterni all’Accademia reggina… nel tentativo di proporre un’arte di appassionata denuncia e partecipazione condivisa, estranea dalla consueta e scontata immagine di autoreferenziale e narcisistico disimpegno.”
Il sostituto procuratore della DDA di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti ha voluto esporre le proprie riflessioni e sensazioni in merito, nell’introduzione al catalogo: “Non è, infatti, importante (o non solo) ciò che l’artista ha inteso trasmettere attraverso la sua creazione ma ciò che, in ciascuno di noi,l’opera riesce a provocare attraverso il processo di interiorizzazione di cui siamo capaci: quel flusso di emozioni e riflessioni che consente la veicolazione del “messaggio”. Questo è il potere dell’arte che ritroviamo in questa mostra di forte impatto visivo: le opere, pur diverse tra loro, si fanno al contempo rappresentazione e veicolazione di un concetto: la donna, seppur prigioniera e schiava di un malinteso senso dell’onore e dell’omertà, costretta a rinunciare alla propria individualità in nome di un codice mafioso che non le appartiene, riesce a spezzare l’incantesimo che l’avvolge e ribellarsi, riconquistando, seppur attraverso un percorso doloroso, la propria identità perduta.”
Desiderio di urlare e ribellarsi sono queste le sensazioni che emergono con forza da un mix di arti visive e performative.
Gli artisti:
Melania Aitollo, Caterina Arcuri, Michela Barillaro, Antonella Bellocchio, Sergio Campolo, Francesca Condoluci, Luana Covelli, Adelaide Di Nunzio, Ninni Donato, Roberto G. Ferrante, Mimma Galluso, Nadia Giovinazzo, Roberto Giriolo, Francesca Greco, Giuseppe Guerrisi, Rosaria Iazzetta, Magdalena Klaβmann, L.A.B. 1, Andrea Leuzzo, Giuseppe Lococo, Giovanni Longo, Filippo Malice, Luigi Malice, Giulio Manglaviti, {movimentomilc} Davide Negro, Gabriele Nicolò, Francesco Palamara Mesiano, Angela Pellicanò, Adriana Sapone, Gianfranco Scafidi, Lea Schmiedberger, Francesco Scialò, Luigi Scopelliti, Olga Smirnova,Luciano Stelitano, Delfo Tinnirello, Antonino Triolo.
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