United Artists of Italy
Dal 12 Febbraio 2015 al 12 Aprile 2015
Torino
Luogo: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Indirizzo: via Modane 16
Orari: giovedì 20-23 ingresso gratuito; venerdì, sabato e domenica 12-19
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3
Telefono per informazioni: +39 011 3797600
E-Mail info: info@fsrr.org
Sito ufficiale: http://www.fsrr.org
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 12 febbraio al 12 aprile, presenta “United Artists of Italy”, un progetto di Massimo Minini. Il gallerista ha raccolto una collezione di ritratti di artisti eseguiti dai più significativi fotografi italiani: l’idea è stata quella di concepire una collezione di volti d’artista ripresi dai grandi fotografi italiani, quasi un mondo aiutasse l’altro, completandosi a vicenda.
Il progetto, iniziato per passione qualche anno fa, è cresciuto sempre più grazie al contatto diretto con i fotografi che hanno abbracciato la proposta, e si è rivelato un vero e proprio viaggio all’interno della fotografia, tra archivi e scatole, pellicole e files. Se in principio l’idea era di selezionare esclusivamente ritratti di artisti, con il tempo l’attenzione si è estesa, prendendo in considerazione alcuni ritratti di artisti stranieri, ma molto vicini all’Italia, come Joseph Beuys, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Sol LeWitt, volti di scrittori come Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Alberto Moravia, e ancora gli artisti colti al lavoro, nel loro studio o nei momenti liberi e alcuni tra i più importanti galleristi come Lucio Amelio e Leo Castelli.
Questa collezione crea una storia del contemporaneo, non con le opere, ma con i volti, i modi, gli atteggiamenti. Se si può considerare il contemporaneo un’attitudine, un modo di porsi dell’opera nel proprio tempo ed in comunione con i grandi temi del momento, il massimo di tensione sul contemporaneo lo si raggiunge non con il corpo dell’opera, ma con quello dell’autore, che vive nel proprio tempo, lo interpreta, gli dà voce, lo fonda, definendone i contorni spaziali e temporali.
La mostra vuole infatti offrire uno spaccato della fotografia italiana di questi anni, dimostrando la capacità straordinaria di interpretazione e di omaggio a grandi artisti da parte di grandi fotografi. Non si tratta di una semplice raccolta cronologica di immagini, ma di un racconto, dove lo stesso artista visto, letto e interpretato da diversi fotografi, porge differenti sfaccettature del proprio destino. Spesso la fotografia dice più di quanto non sia nelle intenzioni dell’autore.
Attraverso quasi duecentocinquanta scatti, viene presentato il lavoro di ventidue fotografi attivi a partire dagli anni ‘60: Claudio Abate, Aurelio Amendola, Gabriele Basilico, Sandro Becchetti, Gianni Berengo Gardin, Elisabetta Catalano, Giorgio Colombo, Mario Cresci, Mario Dondero, Federico Garolla, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Gianfranco Gorgoni, Mimmo Jodice, Nanda Lanfranco, Uliano Lucas, Attilio Maranzano, Nino Migliori, Ugo Mulas, Paolo Mussat Sartor, Paolo Pellion, Ferdinando Scianna.
La mostra è stata ospitata al Musée d’Art Moderne di Saint Etienne, al Palais des Beaux Arts di Bruxelles, alla Fondazione Stelline di Milano, alla Biennale di Fotografia di Amsterdam ed alla Estorick Collection di Londra.
Il progetto, iniziato per passione qualche anno fa, è cresciuto sempre più grazie al contatto diretto con i fotografi che hanno abbracciato la proposta, e si è rivelato un vero e proprio viaggio all’interno della fotografia, tra archivi e scatole, pellicole e files. Se in principio l’idea era di selezionare esclusivamente ritratti di artisti, con il tempo l’attenzione si è estesa, prendendo in considerazione alcuni ritratti di artisti stranieri, ma molto vicini all’Italia, come Joseph Beuys, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Sol LeWitt, volti di scrittori come Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Alberto Moravia, e ancora gli artisti colti al lavoro, nel loro studio o nei momenti liberi e alcuni tra i più importanti galleristi come Lucio Amelio e Leo Castelli.
Questa collezione crea una storia del contemporaneo, non con le opere, ma con i volti, i modi, gli atteggiamenti. Se si può considerare il contemporaneo un’attitudine, un modo di porsi dell’opera nel proprio tempo ed in comunione con i grandi temi del momento, il massimo di tensione sul contemporaneo lo si raggiunge non con il corpo dell’opera, ma con quello dell’autore, che vive nel proprio tempo, lo interpreta, gli dà voce, lo fonda, definendone i contorni spaziali e temporali.
La mostra vuole infatti offrire uno spaccato della fotografia italiana di questi anni, dimostrando la capacità straordinaria di interpretazione e di omaggio a grandi artisti da parte di grandi fotografi. Non si tratta di una semplice raccolta cronologica di immagini, ma di un racconto, dove lo stesso artista visto, letto e interpretato da diversi fotografi, porge differenti sfaccettature del proprio destino. Spesso la fotografia dice più di quanto non sia nelle intenzioni dell’autore.
Attraverso quasi duecentocinquanta scatti, viene presentato il lavoro di ventidue fotografi attivi a partire dagli anni ‘60: Claudio Abate, Aurelio Amendola, Gabriele Basilico, Sandro Becchetti, Gianni Berengo Gardin, Elisabetta Catalano, Giorgio Colombo, Mario Cresci, Mario Dondero, Federico Garolla, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Gianfranco Gorgoni, Mimmo Jodice, Nanda Lanfranco, Uliano Lucas, Attilio Maranzano, Nino Migliori, Ugo Mulas, Paolo Mussat Sartor, Paolo Pellion, Ferdinando Scianna.
La mostra è stata ospitata al Musée d’Art Moderne di Saint Etienne, al Palais des Beaux Arts di Bruxelles, alla Fondazione Stelline di Milano, alla Biennale di Fotografia di Amsterdam ed alla Estorick Collection di Londra.
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