Musei, templi, luoghi di vita e d’ispirazione dell’autore della Grande Onda

Viaggi d’Arte – In Giappone sulle tracce di Hokusai


Katsushika Hokusai, Tama River in Musashi Province - Thirty-six Views of Mount Fuji, 1830 ca., Obuse Hokusai Museum, Japon
 

Francesca Grego

27/06/2017

Mondo - Mentre esce al cinema il film Hokusai dal British Museum distribuito da Nexo Digital nelle sale il 25, 26 e 27 settembre  e in attesa della grande mostra in programma per il prossimo autunno al Museo dell’Ara Pacis di Roma, voliamo nel Paese del Sol Levante alla scoperta del mondo incantato di Katsushika Hokusai, uno degli artisti giapponesi più noti al pubblico internazionale.
Ci attendono musei avveniristici e spazi espositivi che conservano intatto il fascino delle tradizioni, ma anche paesaggi di intensa bellezza, per conoscere da vicino l’arte di un grande maestro e le sue fonti di ispirazione.

Dipinti su rotoli e ventagli, libri illustrati, raffinate xilografie policrome raccontano una personalità fuori dal comune, le cui creazioni segnarono un cambiamento irreversibile nel Giappone a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo.

Protagonista delle Ukiyoe – “immagini del mondo fluttuante” – è la vita di città in rapida trasformazione, brulicanti di persone, attività e svaghi: scene dalle raffinate sale da tè di Edo (oggi Tokyo), splendide cortigiane in abiti preziosi, attori di teatro e lottatori di sumo, ma anche vedute di ponti, cascate e bellezze della natura, espressione di una nuova sensibilità verso il paesaggio che annunciava la nascita del turismo.

Stampate su carte da imballaggio, le opere di Hokusai raggiunsero l’Occidente nella seconda metà dell’Ottocento, quando l’avvento della dinastia Meiji segnò l’apertura del Giappone al commercio internazionale. Fu così che le Ukiyoe conquistarono artisti come Claude Monet, Edgar Degas, Vincent Van Gogh, Henri de Toulouse-Lautrec, dando il via alla potente onda del Japonisme in Europa.

In Giappone l’eredità di Hokusai era invece destinata a dar vita a uno dei fenomeni contemporanei di maggior successo: quello dei Manga – letteralmente “immagini capricciose” – che prendono origine da 15 volumi di disegni, studi e schizzi pubblicati quando l’artista era già “un vecchio pazzo per la pittura”, desideroso di sollevarsi dai debiti e mettere la propria esperienza a disposizione degli allievi.

Ma partiamo subito alla volta dell’Arcipelago del Sol Levante e dei suoi musei, per scoprire dove ammirare le opere del maestro.



Sumida Hokusai Museum – Tokyo

Progettato dal rinomato duo di architetti Kazuyo Seejima e Ryue Nishizawa, l’Hokusai Museum (1) sorge nel quartiere di Sumida, il sobborgo dell’antica Edo dove il pittore delle Immagini Fluttuanti operò per buona parte della propria carriera.
Certo, in due secoli lo scenario è più che cambiato: moderni edifici fanno corona intorno alla struttura geometrica e riflettente del museo, insieme al verde del Parco Midori-Cho, dove un tempo sorgeva il palazzo di un signore feudale che fu tra i più prestigiosi committenti di Hokusai.
Tra le architetture ispirate alla Grande Onda - l’opera icona del maestro - pitture e ricercate xilografie a colori ci trasportano nel suo universo immaginifico, mentre apprendiamo i segreti delle tecniche da lui usate e la sua movimentata esistenza. Tutto da ammirare, l’atelier dell’artista, meticolosamente ricostruito sulla base di un dipinto dell’allievo Iitsu Tsuyuki.
A breve distanza dal museo, su un vecchio negozio di cracker di riso, il murales della Grande Onda di Kanagawa annuncia il luogo di nascita di Hokusai, ora occupato da un anonimo palazzo di uffici situato proprio di fronte.
 FOTO: Sumida Hokusai Museum
Ota Museum Ukiyoe – Tokyo

Nel dinamico quartiere di Harajuku (2), a due passi da Shibuya, si trova invece un gioiello intimo e ricercato, che custodisce una delle più grandi raccolte di Ukiyoe dell’intero Giappone: innumerevoli stampe ottimamente conservate, insieme a ventagli e rotoli dipinti, fanno rivivere la bellezza effimera di Hokusai, Hiroshige, Utamaro e di colleghi meno noti in Occidente, per un totale di oltre 14 mila opere esposte a rotazione. Un vero e proprio tempio dell’arte, costruito con passione dal collezionista Seizo V Ota a partire dagli anni Venti del Novecento.

In seguito alla moda del Japonisme, in epoca Meiji (1867-1912) gran parte del patrimonio artistico Ukiyoe era stato trasferito in Europa e negli Stati Uniti. Ota Seizo fece del recupero delle opere perdute la missione della propria vita, ma furono i suoi eredi a renderle accessibili in uno spazio espositivo dedicato.
 
All’interno del museo, luci soffuse e arredi in bambù inducono alla contemplazione, mentre stampe e dipinti catturano l’attenzione con colori brillantissimi a dispetto dello scorrere del tempo.

 La Grande Onda
Katsushika Hokusai, Thirty-six Views of Mt. Fuji: the Great Wave off the Coast of Kanagawa, 1831 circa, Yokoōban, nishiki-e | Courtesy of © Ota Memorial Museum of Art, Tokyo

Obuse Hokusai Museum e Tempio di Ganshō-in – Obuse, Prefettura di Nagano

Nel piccolo centro di Obuse, a tre ore da Tokyo nel cuore delle Alpi del Giappone, entriamo pienamente nelle atmosfere di Hokusai. Qui vivono i discendenti di Takai Kozan, il facoltoso mercante che fu mecenate del maestro nell’ultima parte della sua esistenza.
Alberi di castagno, tipiche case di legno e giardini fioriti degni di una poesia haiku disegnano un paesaggio non troppo distante da quelli del pittore della Grande Onda.

Al Museo Hokusai di Obuse (3) è possibile ammirare stampe di altissima qualità, tra cui le celeberrime Trentasei vedute del Monte Fuji, e i pannelli di due carri allegorici mirabilmente decorati con un drago, una fenice e un’onda spumeggiante.
 
Con una piacevole passeggiata in montagna tra fiori e alberi di mele, si raggiunge invece il Tempio di Ganshō-in (4), che conserva un’opera di straordinaria forza espressiva: una fenice dipinta su legno con colori splendenti e curata nei dettagli più minuti, che rappresenta l’ultimo lavoro di grandi dimensioni realizzato dal Maestro.

 Tempio di Ganshō-in
Katsushika Hokusai, The Ho-O Bird Staring in 8 Directions, 1845, Ganshō-in Temple, Obuse, Japan

Tra arte e natura: il Monte Fuji e le cascate

Sono numerosissime le meraviglie del paesaggio giapponese immortalate da Hokusai nelle sue Ukiyoe: alberi, fiori, ponti, placidi specchi d’acqua e onde impetuose, fino al Monte Fuji (5), simbolo del Paese del Sol Levante.
Questo cono vulcanico dalla geometria perfetta è la cima più alta dello stato nipponico e, insieme alla circostante Regione dei Cinque Laghi, è un autentico spettacolo della natura. Salire fino alla vetta è un’impresa più accessibile di quanto si possa immaginare, specie in estate scegliendo i sentieri più semplici.

Ma anche osservarlo da lontano, proprio come fece Hokusai, offre sensazioni indimenticabili e un’incredibile varietà di prospettive.
Quando l’aria è limpida il suo picco innevato svetta tra i grattacieli di Tokyo, mentre con una piccola gita lo si potrà scorgere dai Boschi di Takaosan (6), una montagna poco distante dalla capitale. Altre vedute amate dal pittore sono apprezzabili dalla Regione dei Cinque Laghi, dalle bellissime coste della Penisola di Izu (7) e dalla Pagoda Chureito (8), tra i ciliegi in fiore.

E per lasciarsi rapire dall’incanto dell’acqua come Hokusai, nulla di meglio di un’escursione alle Cascate di Shiraito (9), sempre nell’area del Fuji, o di Nikko (10) - immortalate nella serie del Kirifuri e splendide tra i colori dell’autunno - o ancora alle Cascate di Yoshino-gun (11), teatro di una famosa opera che vede il samurai Yoshitsune intento a lavare il proprio cavallo.

 La cascata di Yoshino nella provincia di Yamato dove Yoshitsune lavò il suo cavallo
Katsushika Hokusai, La cascata di Yoshino nella provincia di Yamato dove Yoshitsune lavò il suo cavallo, Dalla serie Viaggio tra le cascate giapponesi, 1832-1833 circa, Silografia policroma, 37.9 x 25.9 cm, Honolulu Museum of Art

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