A Milano, dal 13 settembre, un percorso dedicato al Museo dell'arte di Otto e Novecento di Rende

Da Boccioni a Rotella, la collezione del MAON in mostra alle Stelline

MAON, Rende | Umberto Boccioni, Paesaggio marino con alberi, 1908, olio su tela, 64,5 x 54,5 cm. 
 

Samantha De Martin

22/08/2018

Milano - Da Cosenza a Milano, il Novecento italiano corre veloce tessendo un racconto cronologico, a tratti inedito, che va dai primi anni del XX secolo al 2000.
Il percorso, allestito dal 13 settembre al 14 ottobre alla Fondazione Stelline, si propone di far conoscere al grande pubblico la collezione del MAON, il Museo dell’arte dell’Otto e Novecento di Rende, inaugurato nel 2004 e diretto dal critico d'arte Tonino Sicoli.
Un viaggio in 35 opere - da Umberto Boccioni a Mimmo Rotella - offre ai visitatori, come pezzo forte della raccolta, un inedito dipinto pre-futurista di Boccioni, Paesaggio marino con alberi, ascrivibile al periodo milanese del grande artista di Reggio Calabria, e presentato al pubblico per la prima volta nel 2017. L’olio su tela, emerso da una collezione romana, si caratterizza per la sua pittura sottile, rapida e filamentosa, collegata a diversi lavori pre-futuristi della collezione Chiattone di Lugano, tutti eseguiti attorno al 1908.

Accanto alle opere di Rotella, figura di spicco della mostra e artista principe del Nouveau Réalisme, il visitatore ripercorre gli assemblaggi di oggetti e ramoscelli bronzei di Alik Cavaliere, tra i primi artisti ad aver esposto alle Stelline, e le istallazioni postmoderne e minimaliste di Alfredo Pirri. Aggirandosi tra le due sezioni temporali del percorso, il pubblico scivola dalle Avanguardie storiche e il Novecento italiano - imbattendosi in opere di Enzo Benedetto, Umberto Boccioni, Antonio Marasco (esponente dell’Aeropittura e definito dallo stesso Boccioni “compagno di miracoli”) - al Dopoguerra e alle Nuove tendenze, emblematicamente racchiuse nei lavori di Francesco Correggia - con le sue opere scrittopittoriche e performative - Luigi Di Sarro, Anna Romanello, Angelo Savelli, Nunzio Solendo, Mimmo Rotella, Giulio Telarico, Aldo Turchiaro, Fiorenzo Zaffina.

La rassegna dedica poi spazio anche alla neo-figurazione fantastico-affabulatoria di Francomà, alla pittura-scultura-scrittura di Mario Parentela, alle istallazioni naturalistiche e alle opere materiche di Luigi Magli e di Rocco Pangaro, senza tralasciare le storie sottese fra lamiere e citazioni storiche di Francesco Lupinacci, gli scavi nei muri e nel plexiglass di Fiorenzo Zaffina, le chimere grafiche di Bruno La Vergata, le installazioni metalliche e gli assemblaggi di Antonio Gatto.
Tutto questo con l’obiettivo di documentare un'area, il suo genius loci, prendendo in considerazione i collegamenti con il clima generale, con le tendenze in atto, le linee della ricerca e i riferimenti storico-linguistici di più ampia portata.

La mostra si inserisce all’interno del palinsesto “Novecento Italiano” del Comune di Milano, finalizzato a documentare la storia dell’arte a partire dalle avanguardie storiche fino al contemporaneo.


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