Palazzo Grassi, Punta della Dogana e Teatrino | Calendario Ott / Nov / Dic 2017

A Palazzo Grassi un autunno oltre i confini dell’arte

Damien Hirst, Lion and serpent, Argento, vernice, 29.7 x 28 x 21 cm, Palazzo Grassi 2017 | Foto: © ARTE.it
 

Laura Bellucci

04/10/2017

Venezia - Le finestre di Palazzo Grassi si affacciano sul Canal Grande, via d’acqua millenaria solcata per secoli da naviganti, esploratori e artisti. Poco più a est, dove il Canale sfocia nel Bacino di San Marco, fa loro da contrappunto la Palla d'Oro seicentesca sormontata dalla Statua della Fortuna, detta “Occasio”, che pare suggellare col suo roteare al vento il legame tra i due edifici - siti sulle rive opposte e sedi congiunte della Francois Pinault Foundation - evocando al contempo una peculiare attitudine di quest’ultima a scrutare l’orizzonte oltre i confini dell’arte.
 
Peculiarità che si rivela lampante nel programma per l’autunno 2017, presentato oggi proprio dietro quelle finestre sul Canale, da Martin Bethenod, direttore e amministratore delegato di Palazzo Grassi – Punta della Dogana,  un calendario che guarda lontano, spaziando tra Palazzo Grassi, il suo Teatrino e Punta della Dogana, tra arte e musica, tra cinema e filosofia, tra educazione e letteratura, e propone un’agenda ricca di appuntamenti e dei più vari approfondimenti ispirati dalla grande narrazione iniziata lo scorso aprile con l’apertura della colossale mostra di Damien Hirst.
 
Ed è proprio da Treasures from the Wreck of the Unbelievable, che si dipana un fiume in piena di spunti e suggestioni, per ogni età, sensibilità ed esigenza dello spirito, da cui emerge quella prima, immediata domanda, che s’insinua dietro lo sguardo posato sulle mirabolanti opere in mostra, instillando un dubbio incoffessabile sulla veridicità della storia che viene raccontata.
 
La relazione tra vero e falso diventa quindi il trait d'union degli appuntamenti al Teatrino di Palazzo Grassi, come la rassegna Unbelievable Cinema, incentrata sotto l’egida di Orson Welles, sul legame tra realtà e finzione cinematografica e sul genere del mockumentary, o la conversazione con il filosofo tedesco Peter Sloterdijk, che si interroga sull’arte contemporanea e i suoi confini, o ancora le sonorità oscillanti al ritmo del binomio vero / falso delle due giornate del festival Helicotrema.

Dai dilemmi sulla verità alle possibili virate della memoria storica influenzata dalla narrazione, il passo è breve.
E, al di là della teoria di teche museali contenenti inverosimili collezioni di reperti attribuiti ad antiche civiltà immaginarie, o all’ombra delle gigantesche creature mitologiche che popolano gli ambienti dei due edifici lagunari, il Teatrino diventa aula di dibattito sui concetti di catalogazione e archiviazione come pratica artistica - come nel libro di Cristina Baldacci  Archivi impossibili. Un’ossessione dell’arte contemporanea - o visionario approdo di viaggi immaginari e racconti fantastici da cui si originano nuove storie di parole o di segni.
 
Sono tanti gli appuntamenti speciali, come quello con la Casa delle Parole o i laboratori educativi per bambini in lingua LIS ispirati all’universo dell’Incredibile (il vascello naufragato protagonista della mostra di Hirst), che compongono il programma autunnale di Palazzo Grassi, Punta della Dogana e Teatrino, da farlo assomigliare ad un origami frattale, che disvela i più disparati scenari, estraendoli dalle diverse pieghe di un’unico screziato pezzo di carta. Troppo ricco per essere sintetizzato in poche righe e talmente vario da accontentare persino gli amanti della pittura in senso più tradizionale, ad esempio con l’incontro Picasso. Sulla spiaggia dedicato alla mostra in corso alla Collezione Peggy Guggenheim o lo sconto per la visita abbinato alla mostra David Hockney. 82 ritratti e una natura morta presso Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro.

Le possibili chiavi di lettura da cui il ricco calendario prende il via si moltiplicano di appuntamento in appuntamento, come accade nel visitare per la seconda volta l’incredibile progetto espositivo curato da Elena Geuna, di fatto fulcro propulsore di questa intensa nuova stagione, attraverso cui Damien Hirst sembra aver materializzato e reso più vero del vero il proprio immaginario universo d’artista, occhieggiando simultaneamente a Disneyland e Hollywood, nell’ironico e limpido esito di riuscire a rendere intelligibile in una memorabile mostra, la cifra stilistica dell’inizio di millennio, ovvero un mashup generalizzato che permea ogni campo della cultura (e non solo pop) e che parla una lingua ibrida, seppur talvolta incongruente e dalla grammatica poco orodossa, ma comprensibile a tutti e capace di toccare molte corde nell’intricato dipanarsi dell’immagnario collettivo globale.
 
Il palinsesto autunnale di Palazzo Grassi – Punta della Dogana getta quindi un ponte tra mondi solitamente distanti, miscelando dosi variabili di arte, cultura, immaginazione e memoria, suscitando emozione, curiosità, o puro svago, quasi a voler sfidare la sorte oltrepassando i confini di una programmazione convenzionale, sotto l’ala beneaugurante e libera di quella “Occasio”, simbolo della mutevolezza della fortuna che essa stessa rappresenta.
 
Per saperne di più:
• L’autunno 2017 a Palazzo Grassi, Punta della Dogana e Teatrino
• Il trionfo è di Damien Hirst a Venezia

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