A Palazzo dei Diamanti dal 3 marzo al 10 giugno

Stati d'animo in mostra. A Ferrara un viaggio nella psiche, da Previati a Boccioni

 

Samantha De Martin

27/02/2018

Ferrara - Ci sono sogni, passioni, ricordi nell’indagine condotta dall’arte italiana di fine Ottocento sulla poetica degli stati d’animo. Un viaggio nello spirito, disseminato da emozioni e sentimenti, spalanca le porte di Palazzo dei Diamanti a quanti abbiano il desiderio di capire come, da Gaetano Previati a Umberto Boccioni, da Pellizza da Volpedo a Carlo Carrà, i pennelli d’autore hanno saputo cogliere, descrivere, interpretare la melanconia e l’istinto, l’abbandono alla rêverie e l’armonia universale, ma anche le frenetiche ed esaltanti sensazioni generate dall’esperienza della città contemporanea.
L’appuntamento con questo turbinio di emozioni immortalate su tela è dal 3 marzo al 10 giugno, quando la rassegna a cura Chiara Vorrasi, Fernando Mazzocca, Maria Grazia Messina - che si avvale di prestiti internazionali - porterà il pubblico al cospetto di capolavori dei maestri del divisionismo e del simbolismo, fino ai capofila dell’avanguardia futurista, da Carrà a Boccioni, l’artista che seppe raccogliere il testimone dalla generazione precedente e creare un linguaggio dirompente ponendo «lo spettatore nel centro del quadro», per trascinarlo nella dinamica delle emozioni e nella polifonia della metropoli moderna.

Il progetto dedica un’attenzione particolare a Gaetano Previati, maestro di punta delle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara. “Con lui le forme cominciano a parlare come musica, i corpi aspirano a farsi atmosfera, spirito, e il soggetto è già pronto a trasformarsi in istato d’animo” diceva di lui lo stesso Boccioni.

Frutto di un lavoro di scavo delle fonti e di revisione critica condotto dai curatori della mostra e da un comitato scientifico composto da studiosi di fama internazionale, affiancati dagli autorevoli specialisti che collaborano al catalogo, la mostra Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni nasce dalla volontà di approfondire il ruolo giocato dall’artista ferrarese nel creare un ponte tra l’eredità dell’Ottocento e le avanguardie artistiche del nuovo secolo.
Ed eccoli sfilare insieme in mostra la Beata Beatrix di Dante Gabriel Rossetti delle National Galleries of Scotland, accanto al Fugit Amor del Musée Rodin, al pellizziano Ricordo di un dolore dell’Accademia Carrara o ancora alla Risata di Boccioni proveniente dal MoMA.

Lungo questo percorso che segue i passi degli artisti alla ricerca di un alfabeto delle emozioni, non passa inosservato l’allestimento, studiato dallo Studio Ravalli al fine di creare uno spazio sospeso e immateriale immerso nell’oscurità, volto a esaltare il potere di suggestione di dipinti e sculture, e a favorire un loro rapporto diretto con l’osservatore.
In questo ammaliante contesto di passioni e sentimenti, popolato anche da immagini, suoni, filmati, opere chiave della scena italiana e internazionale tra Otto e Novecento dialogheranno con le “interferenze” offerte dall’immaginario scientifico e culturale del tempo in un racconto tematico che attraversa gli stati d’animo, in tutte le loro forme.