Davide Dormino – Quello che non ho mai detto
Dal 16 Settembre 2021 al 24 Ottobre 2021
Roma
Luogo: Curva Pura
Indirizzo: Via Giuseppe Acerbi 1a
Orari: Su appuntamento | Prenotare via mail o WhatsApp
Curatori: Pietro Gaglianò
Telefono per informazioni: 331 4243004
E-Mail info: curvapura@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.facebook.com/curvapura
Il giorno 16 settembre 2021 alle ore 18.30 Curva Pura presenta il progetto Quello che non ho mai detto di Davide Dormino, a cura di Pietro Gaglianò, un’opera pensata espressamente per lo spazio di Curva Pura, in un dialogo serrato con la sua architettura.
Al centro del progetto si trova una serie di questioni sul processo della creazione artistica, sulla condizione dell’artista, sulla sua solitudine, sulla vita dell’opera e sulla necessità dello sguardo esterno per la sua esistenza. Tutto questo viene sintetizzato in un’unica opera, un'imponente scultura che occupa la galleria e lascia al pubblico la facoltà di scegliere se intraprendere un viaggio per conoscerla, oppure no. Questo oggetto, che ha quasi l’aspetto di una tetragona asserzione, cela una natura interrogante, una professione di dubbio da parte dell’artista. Il progetto nasce dunque da un legame profondo e condiviso che intreccia intimamente il percorso artistico di Davide Dormino con quello dello spazio indipendente Curva Pura che, nello sposare e promuovere Quello non ho mai detto, conferma la sua particolare e ardita visione del contemporaneo.
Dal testo critico di Pietro Gaglianò:
“Il primo sguardo innesca una ramificata gamma di riferimenti che comprende i monumenti megalitici della preistoria, la Land art e, naturalmente, l’enigmatico monolite di Stanley Kubrick in 2001: Odissea nello spazio. La scultura che Davide Dormino pone nella galleria, quasi incastrandola nell’architettura preesistente, avvicinandola ai suoi spigoli, ai suoi angoli, fino al rischio dell’ostruzione o della collisione, si presenta all’osservatore con un analogo carico di tensione e una simile forza, silente e interrogante.
Il volume mette in gioco una potenziale conflittualità fisica, quasi aggressiva, con la sua geometria inespugnabile, con la superficie continua, compatta e apparentemente impenetrabile. Un’ostilità che coesiste con una certa idealità dell’opera. Vi si sintetizza, infatti, una condizione primaria della scultura: nella sua solitudine, costretta dallo spazio che pure occupa e domina, si manifesta come pura tridimensionalità, compiuta in sé, autonarrante oppure aperta a qualsiasi narrazione, apparentemente riassunta nell’estetica minimalista che non prevede interferenze tra la propria anodina presenza e gli interlocutori.
L’opera di Dormino, così osservata, è una forma che continua ad accadere, come le strutture arcaiche e futuribili menzionate in apertura si sottrae al tempo, ricomincia a ogni passo ma senza ripetersi. Senza articolazione, impermeabile e (quasi come fosse) senza peso si sottrae anche alla specificità dello spazio, agendo più come paradosso che come soggetto dialogante rispetto all’architettura. […] Oltre la cortina della sua assertività formale e materiale, l’opera custodisce una seconda anima, una natura appena dichiarata la cui scoperta viene lasciata al pubblico che sceglie se intraprendere un viaggio per conoscerla, oppure no. […]”
Davide Dormino (Udine, 1973). La sua ricerca si esprime principalmente attraverso la scultura e il disegno. Cerca nuove forme attraverso una ricerca continua sulle possibilità liriche e plastiche di materiali come il marmo, il bronzo e il ferro. Nei suoi lavori di arte pubblica troviamo una ricerca di monumentalità (Poltergeist, 2019) e di presa di possesso dello spazio (Naviganti_Monumento all’immaginazione, 2017); in ogni suo lavoro, inoltre, compare una ricerca di senso attraverso il riferimento a tematiche imprescindibili per l’Uomo (Atlante, 2019). Ha realizzato opere ambientali in Italia e all’estero tra cui, Breath nel 2011, per incarico delle Nazione Unite, e installata permanentemente nella North Lawn del quartiere generale delle U.N.A. New York. Anything to say?, 2015, una scultura itinerante dedicata al coraggio e alla libertà d’espressione che ha iniziato il suo percorso da Berlino (Alexanderplatz) il 1° maggio del 2015 successivamente l’Opera si è spostata a Dresda (Theatrerplatz, Ostrale), Ginevra (Place des Nations), Parigi (Place Georges Pompidou), Strasburgo (Place Klèber), Tours (Gare de Tours), Perugia (Piazza IV Novembre), Belgrado (Dev9t Festival), Ptuj-Slovenia (Art Stay Festival), Roma (P.le Aldo Moro), Spoleto (Piazza Campello), Berlino (Brandenburger Tor), Bruxelles (Place de la Monnaie), Cologne (Köln Cathedral), Geneva (Bain de Paquis). Per quest’opera ha ricevuto dall’organizzazione francese AntiCor il Prix Èhique 2016. Ha partecipato alla Biennale della Pietra in Portogallo (2003, 2005), alla XIV Biennale d’Arte Sacra (2010), alla 5a edizione de La Escultura en Norte in Spagna (2009), Un’Ita - Italian Artists in New York (2011), ad Ostrale 012 a Dresda in Germania (2012). Ha esposto al C.I.A.C. di Genazzano, Roma (2008), all’Accademia dello Scompiglio, Lucca (2010), alla Venaria di Torino (2013), al Castello di Rivara (2013). Ha tenuto mostre personali a Roma, Torino, Milano. Lavora a Roma ed insegna Disegno, Scultura e istallazione alla R.U.F.A. Rome University of Fine Arts.
Al centro del progetto si trova una serie di questioni sul processo della creazione artistica, sulla condizione dell’artista, sulla sua solitudine, sulla vita dell’opera e sulla necessità dello sguardo esterno per la sua esistenza. Tutto questo viene sintetizzato in un’unica opera, un'imponente scultura che occupa la galleria e lascia al pubblico la facoltà di scegliere se intraprendere un viaggio per conoscerla, oppure no. Questo oggetto, che ha quasi l’aspetto di una tetragona asserzione, cela una natura interrogante, una professione di dubbio da parte dell’artista. Il progetto nasce dunque da un legame profondo e condiviso che intreccia intimamente il percorso artistico di Davide Dormino con quello dello spazio indipendente Curva Pura che, nello sposare e promuovere Quello non ho mai detto, conferma la sua particolare e ardita visione del contemporaneo.
Dal testo critico di Pietro Gaglianò:
“Il primo sguardo innesca una ramificata gamma di riferimenti che comprende i monumenti megalitici della preistoria, la Land art e, naturalmente, l’enigmatico monolite di Stanley Kubrick in 2001: Odissea nello spazio. La scultura che Davide Dormino pone nella galleria, quasi incastrandola nell’architettura preesistente, avvicinandola ai suoi spigoli, ai suoi angoli, fino al rischio dell’ostruzione o della collisione, si presenta all’osservatore con un analogo carico di tensione e una simile forza, silente e interrogante.
Il volume mette in gioco una potenziale conflittualità fisica, quasi aggressiva, con la sua geometria inespugnabile, con la superficie continua, compatta e apparentemente impenetrabile. Un’ostilità che coesiste con una certa idealità dell’opera. Vi si sintetizza, infatti, una condizione primaria della scultura: nella sua solitudine, costretta dallo spazio che pure occupa e domina, si manifesta come pura tridimensionalità, compiuta in sé, autonarrante oppure aperta a qualsiasi narrazione, apparentemente riassunta nell’estetica minimalista che non prevede interferenze tra la propria anodina presenza e gli interlocutori.
L’opera di Dormino, così osservata, è una forma che continua ad accadere, come le strutture arcaiche e futuribili menzionate in apertura si sottrae al tempo, ricomincia a ogni passo ma senza ripetersi. Senza articolazione, impermeabile e (quasi come fosse) senza peso si sottrae anche alla specificità dello spazio, agendo più come paradosso che come soggetto dialogante rispetto all’architettura. […] Oltre la cortina della sua assertività formale e materiale, l’opera custodisce una seconda anima, una natura appena dichiarata la cui scoperta viene lasciata al pubblico che sceglie se intraprendere un viaggio per conoscerla, oppure no. […]”
Davide Dormino (Udine, 1973). La sua ricerca si esprime principalmente attraverso la scultura e il disegno. Cerca nuove forme attraverso una ricerca continua sulle possibilità liriche e plastiche di materiali come il marmo, il bronzo e il ferro. Nei suoi lavori di arte pubblica troviamo una ricerca di monumentalità (Poltergeist, 2019) e di presa di possesso dello spazio (Naviganti_Monumento all’immaginazione, 2017); in ogni suo lavoro, inoltre, compare una ricerca di senso attraverso il riferimento a tematiche imprescindibili per l’Uomo (Atlante, 2019). Ha realizzato opere ambientali in Italia e all’estero tra cui, Breath nel 2011, per incarico delle Nazione Unite, e installata permanentemente nella North Lawn del quartiere generale delle U.N.A. New York. Anything to say?, 2015, una scultura itinerante dedicata al coraggio e alla libertà d’espressione che ha iniziato il suo percorso da Berlino (Alexanderplatz) il 1° maggio del 2015 successivamente l’Opera si è spostata a Dresda (Theatrerplatz, Ostrale), Ginevra (Place des Nations), Parigi (Place Georges Pompidou), Strasburgo (Place Klèber), Tours (Gare de Tours), Perugia (Piazza IV Novembre), Belgrado (Dev9t Festival), Ptuj-Slovenia (Art Stay Festival), Roma (P.le Aldo Moro), Spoleto (Piazza Campello), Berlino (Brandenburger Tor), Bruxelles (Place de la Monnaie), Cologne (Köln Cathedral), Geneva (Bain de Paquis). Per quest’opera ha ricevuto dall’organizzazione francese AntiCor il Prix Èhique 2016. Ha partecipato alla Biennale della Pietra in Portogallo (2003, 2005), alla XIV Biennale d’Arte Sacra (2010), alla 5a edizione de La Escultura en Norte in Spagna (2009), Un’Ita - Italian Artists in New York (2011), ad Ostrale 012 a Dresda in Germania (2012). Ha esposto al C.I.A.C. di Genazzano, Roma (2008), all’Accademia dello Scompiglio, Lucca (2010), alla Venaria di Torino (2013), al Castello di Rivara (2013). Ha tenuto mostre personali a Roma, Torino, Milano. Lavora a Roma ed insegna Disegno, Scultura e istallazione alla R.U.F.A. Rome University of Fine Arts.
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