Davide Corseri, Maurizio Virgili, Raffaela Quaiotti, Gregorio Prada Castillo
Dal 09 Giugno 2013 al 20 Giugno 2013
Bologna
Luogo: Galleria Wikiarte
Indirizzo: via San Felice 18
Orari: da martedì a sabato 11-19
Curatori: Deborah Petroni, Rubens Fogacci
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 051 5882723
E-Mail info: info@wikiarte.com
Sito ufficiale: http://www.wikiarte.com
La moltiplicazione degli spazi dedicati alla cultura cresce quotidianamente e perde, sempre di più, i riferimenti istituzionali. La progressione inarrestabile di novità nell’ambito dell’immagine costringe l’intero mondo culturale a seguire dinamiche repentine, puntando su efficienze subitanee e non durature. Il ruolo della galleria, uno dei pochi luoghi di assoluta dedizione artistica, diventa sempre più complesso e chiamato a rispondere a esigenze crescenti e variabili. Per la Galleria d’arte contemporanea Wikiarte questa è una provocazione e la galleria bolognese dimostra la coerenza all’attuale correre del tempo con una programmazione estremamente vivace. Quattro nuove mostre personali, dall’otto al venti giugno, animano la galleria con espressioni nuove come vuole la frenesia contemporanea.
I toni cupi, gli esseri mostruosi o deformi, le visioni raccapriccianti, l’ inquietudine d’incubo della pittura nera di Goya o di Blake sembrano essere i riferimenti formali per il lavoro di Davide Corseri. La sua interpretazione dell’affascinante e pericoloso mondo occulto rientra nella storica tenebrosità cromatica ma la supera con uno sguardo nuovo, analitico e dissacrante. Le immagini, da buie composizioni, si trasformano in negativi di se stesse, memorie dell’immagine latente con valori coloristici invertiti. Al posto di tonalità scure e spente si estendono colori chiarissimi, quasi bianchi che, paradossalmente, costruiscono quella che la storia dell’arte chiama “pittura nera”. Il lavoro di Corseri dimostra come una semplice protesi tecnologica, la fotografia, dona un punto d vista nuovo e rivoluzionario per il creativo che è capace a coglierlo e svilupparlo nel linguaggio eterno della pittura.
Maurizio Virgili, l’artigiano dell’arte, della pittoscultura fa tesoro di ogni tecnica artistica non pittorica e usa la tela come “trampolino” per spingersi al di fuori o dentro lo spazio delle due dimensioni. La tecnica sfiora l’informale nella sua cifra espressiva ma si libera dall’”obbligo della materia-colore” coinvolgendo la presenza fisica oggettuale. Il risultato è la “narrazione” dell’azione artistica intenta a “contattare” lo spettatore e coinvolgerlo in un dialogo personale, anche se pubblico. In tal senso le tematiche che interessano Virgili sono incentrate sull’uomo, sul suo vivere, pensare e sentire, senza cadere in sillogismi esistenzialisti, ma dedicarsi allo scorrere della vita. L’attenzione dunque va di là dalla semplice attrazione della percezione per i colori vivaci e le sporgenze plastiche. L’interesse è richiamato da un’arte “fisica” e consapevole della propria corporalità, come lo è unicamente il suo creatore, l’uomo.
Raffaela Quaiotti impegna vetro, acrilico, acquarello, vino e caffè in una ricerca artistica ricca di riferimenti storici, di maestria accademica ma anche d’inventiva dinamica. La linea scorre su i volumi e gli accarezza come guidata dalla mano di Modigliani, la forma si scompone e ricompone in strutture angolose di stampo cubista, il colore si estende in definite campiture simbolista e la narrazione è irreale nella fantastica atmosfera metafisica. Quaiotti dispone della ricchezza dell’artista erudito e l’unicità della creatività, capace a costruire un linguaggio personale dall’espressione “poliglotta”. I lavori della pittrice veneta portano l’eleganza e l’emotività del sentire femminile, donando alla raffigurazione una “melodicità” coinvolgente lo sguardo in un percorso visivo poetico che sfiora l’onirico e permette all’occhio, come all’anima, di abbandonarsi ai dolci suoni della pittura.
Il disegno, la linea curvilinea, il tratto descrittivo sono le prime espressioni pittoriche. La roccia, il tessuto, la pelle sono le prime tele degli artisti primordiali. Il colore, di tonalità primarie, è organico e vive nel tempo trasformazioni cromatiche. Non esiste uno stile figurativo o astratto, ma solo una narrazione -decorazione, un atto di raccontare con la bellezza di cui è capace l’essere umano. Gregorio Prada Castillo conosce bene questo mondo e lo celebra con una ricerca dedicata alle prime forme artistiche e in stretto contatto con loro. L’artista si avvale di supporti, colori, materie, iconografie che permettono un dialogo tra passato e presente che genera risultati definibili Primitivismo, ma anche Astrattismo formale o Naif, il che dimostra quanto le etichette storiche sono restrittive sia per l’arte di oggi, come per quella di ieri.
I toni cupi, gli esseri mostruosi o deformi, le visioni raccapriccianti, l’ inquietudine d’incubo della pittura nera di Goya o di Blake sembrano essere i riferimenti formali per il lavoro di Davide Corseri. La sua interpretazione dell’affascinante e pericoloso mondo occulto rientra nella storica tenebrosità cromatica ma la supera con uno sguardo nuovo, analitico e dissacrante. Le immagini, da buie composizioni, si trasformano in negativi di se stesse, memorie dell’immagine latente con valori coloristici invertiti. Al posto di tonalità scure e spente si estendono colori chiarissimi, quasi bianchi che, paradossalmente, costruiscono quella che la storia dell’arte chiama “pittura nera”. Il lavoro di Corseri dimostra come una semplice protesi tecnologica, la fotografia, dona un punto d vista nuovo e rivoluzionario per il creativo che è capace a coglierlo e svilupparlo nel linguaggio eterno della pittura.
Maurizio Virgili, l’artigiano dell’arte, della pittoscultura fa tesoro di ogni tecnica artistica non pittorica e usa la tela come “trampolino” per spingersi al di fuori o dentro lo spazio delle due dimensioni. La tecnica sfiora l’informale nella sua cifra espressiva ma si libera dall’”obbligo della materia-colore” coinvolgendo la presenza fisica oggettuale. Il risultato è la “narrazione” dell’azione artistica intenta a “contattare” lo spettatore e coinvolgerlo in un dialogo personale, anche se pubblico. In tal senso le tematiche che interessano Virgili sono incentrate sull’uomo, sul suo vivere, pensare e sentire, senza cadere in sillogismi esistenzialisti, ma dedicarsi allo scorrere della vita. L’attenzione dunque va di là dalla semplice attrazione della percezione per i colori vivaci e le sporgenze plastiche. L’interesse è richiamato da un’arte “fisica” e consapevole della propria corporalità, come lo è unicamente il suo creatore, l’uomo.
Raffaela Quaiotti impegna vetro, acrilico, acquarello, vino e caffè in una ricerca artistica ricca di riferimenti storici, di maestria accademica ma anche d’inventiva dinamica. La linea scorre su i volumi e gli accarezza come guidata dalla mano di Modigliani, la forma si scompone e ricompone in strutture angolose di stampo cubista, il colore si estende in definite campiture simbolista e la narrazione è irreale nella fantastica atmosfera metafisica. Quaiotti dispone della ricchezza dell’artista erudito e l’unicità della creatività, capace a costruire un linguaggio personale dall’espressione “poliglotta”. I lavori della pittrice veneta portano l’eleganza e l’emotività del sentire femminile, donando alla raffigurazione una “melodicità” coinvolgente lo sguardo in un percorso visivo poetico che sfiora l’onirico e permette all’occhio, come all’anima, di abbandonarsi ai dolci suoni della pittura.
Il disegno, la linea curvilinea, il tratto descrittivo sono le prime espressioni pittoriche. La roccia, il tessuto, la pelle sono le prime tele degli artisti primordiali. Il colore, di tonalità primarie, è organico e vive nel tempo trasformazioni cromatiche. Non esiste uno stile figurativo o astratto, ma solo una narrazione -decorazione, un atto di raccontare con la bellezza di cui è capace l’essere umano. Gregorio Prada Castillo conosce bene questo mondo e lo celebra con una ricerca dedicata alle prime forme artistiche e in stretto contatto con loro. L’artista si avvale di supporti, colori, materie, iconografie che permettono un dialogo tra passato e presente che genera risultati definibili Primitivismo, ma anche Astrattismo formale o Naif, il che dimostra quanto le etichette storiche sono restrittive sia per l’arte di oggi, come per quella di ieri.
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