Il rifugio dell’imperatore risplende dopo il restauro

Nel biennio di Adriano, riaperto il Teatro Marittimo di Tivoli

by Spring via Wikimedia Commons | Teatro Marittimo, Villa Adriana
 

Francesca Grego

02/08/2017

Roma - Inaugurano con l’apertura del Teatro Marittimo i due anni che Tivoli dedica alla figura di Adriano Imperatore, nel 1900° anniversario dell’ascesa al trono.
 
Con la sua eleganza fuori dagli schemi, l’edificio rappresenta al meglio la passione del sovrano per le novità più estrose dell’architettura, ma anche un personalissimo rifugio che racconta l’indole meditativa e filosofica del monarca viaggiatore.
Qui infatti Adriano era solito ritirarsi a pensare tra i riverberi dell’acqua e l’isolamento della piccola domus al centro del laghetto.
 
Chiuso dal 2010, grazie a una consistente opera di restauro il Teatro è stato rimesso in sicurezza e ha recuperato completa leggibilità.
I visitatori potranno attraversarne l’insolito portico anulare, che un tempo consentiva di accedere ai due Palazzi Imperiali di Villa Adriana, e ammirare il luogo prediletto dall’imperatore sull’isolotto circondato da un canale.
Condotto con rigoroso metodo filologico, il restauro ha lasciato intatto il fascino delle rovine, mentre la luce riacquistata dalle pietre ne enfatizza le linee avvolgenti caratteristiche dell’architettura adrianea.
 
Un intervento strategico per Alfonsina Russo, Soprintendente per Roma, Viterbo ed Etruria Meridionale, visto il valore che il Teatro Marittimo assume all’interno del sito: oltre a essere “il più celebre complesso architettonico della Villa”, spiega la Russo, “per le sue numerose citazioni nell’architettura moderna, l’edificio ha contribuito in maniera determinante all’iscrizione della residenza tiburtina nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco”.
 
La riapertura del Teatro Marittimo è solo la prima tappa di un percorso che, nel corso del biennio, renderà fruibili nuove aree di Villa Adriana, come ha annunciato Andrea Bruciati, direttore dell’Istituto Autonomo di Villa Adriana e Villa d’Este.
Intanto con gli ultimi lavori rivive la Sala dei Filosofi, che un tempo fu la biblioteca del Palazzo: “espressione di quell’ideale di cultura greca – commenta ancora la Soprintendente – che fu il vero elemento unificante dell’Impero di Adriano”.