Restaurate due preziose testimonianze della storia e dell'arte della città
Di nuovo in piazza i tabernacoli di Firenze
Fondazione Friends of Florence |
Tabernacolo di piazza Piattellina, Firenze
Francesca Grego
07/02/2017
Firenze - È lunga la storia dei tabernacoli di Firenze, tesori silenziosi da osservare in una tranquilla passeggiata nei quartieri di Oltrarno.
Se già i romani collocavano sulle strade immagini sacre a protezione dei viandanti, la diffusione di questa antica e accessibile forma di arte pubblica trovò, nel corso del Duecento, grande impulso nella lotta contro l'eresia dei Patarini. Durante la Peste Nera le edicole furono munite di altari, per invocare la grazia all'aperto riducendo i rischi di contagio. Ma il vero exploit i tabernacoli lo conobbero nel Rinascimento, quando le botteghe di grandi artisti come Luca della Robbia e Donatello faticavano a far fronte alle commissioni di corporazioni di artigiani e mercanti, confraternite religiose e ordini monastici, desiderose di mostrare la propria devozione, ricchezza e potenza.
Dopo la riscoperta nel secondo dopoguerra, i tabernacoli – disseminati sul territorio a centinaia - sono tuttora al centro di interventi di recupero, perché continuino a raccontare l'arte e la storia della città. Sono freschi di inaugurazione dopo importanti lavori di restauro quelli di piazza del Carmine e piazza Piattellina, nel quartiere artigiano di San Frediano. Il primo conserva una pittura murale quattrocentesca del Maestro di San Martino a Mensola, una Madonna in trono col Bambino accompagnata da quattro Santi e dalle immagini dei due donatori, che riprende la cultura figurativa del Trecento fiorentino. Il secondo, di autore ignoto, ripercorre la tradizione pittorica di Sandro Botticelli e Filippino Lippi, con un olio su tavola raffigurante la Madonna col Bambino e San Giovannino racchiuso da un'edicola in pietra serena.
Gli interventi hanno reso nuovamente leggibili le opere nella loro interezza, con approfondimenti scientifici sulla storia e sullo stato di conservazione. L'iniziativa, realizzata con il contributo della Fondazione Friends of Florence, si colloca nell'ambito del progetto Florence I Care del Comune di Firenze, che promuove sinergie pubblico-privato per la manutenzione, il restauro e la valorizzazione di uno dei più ricchi patrimoni artistici al mondo.
Se già i romani collocavano sulle strade immagini sacre a protezione dei viandanti, la diffusione di questa antica e accessibile forma di arte pubblica trovò, nel corso del Duecento, grande impulso nella lotta contro l'eresia dei Patarini. Durante la Peste Nera le edicole furono munite di altari, per invocare la grazia all'aperto riducendo i rischi di contagio. Ma il vero exploit i tabernacoli lo conobbero nel Rinascimento, quando le botteghe di grandi artisti come Luca della Robbia e Donatello faticavano a far fronte alle commissioni di corporazioni di artigiani e mercanti, confraternite religiose e ordini monastici, desiderose di mostrare la propria devozione, ricchezza e potenza.
Dopo la riscoperta nel secondo dopoguerra, i tabernacoli – disseminati sul territorio a centinaia - sono tuttora al centro di interventi di recupero, perché continuino a raccontare l'arte e la storia della città. Sono freschi di inaugurazione dopo importanti lavori di restauro quelli di piazza del Carmine e piazza Piattellina, nel quartiere artigiano di San Frediano. Il primo conserva una pittura murale quattrocentesca del Maestro di San Martino a Mensola, una Madonna in trono col Bambino accompagnata da quattro Santi e dalle immagini dei due donatori, che riprende la cultura figurativa del Trecento fiorentino. Il secondo, di autore ignoto, ripercorre la tradizione pittorica di Sandro Botticelli e Filippino Lippi, con un olio su tavola raffigurante la Madonna col Bambino e San Giovannino racchiuso da un'edicola in pietra serena.
Gli interventi hanno reso nuovamente leggibili le opere nella loro interezza, con approfondimenti scientifici sulla storia e sullo stato di conservazione. L'iniziativa, realizzata con il contributo della Fondazione Friends of Florence, si colloca nell'ambito del progetto Florence I Care del Comune di Firenze, che promuove sinergie pubblico-privato per la manutenzione, il restauro e la valorizzazione di uno dei più ricchi patrimoni artistici al mondo.
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