Dal 3 ottobre al 2 marzo a Roma
Papi e santi marchigiani ospiti di Castel Sant'Angelo per un viaggio tra arte e spiritualità
Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo, Allestimento | Foto: © Marino Festuccia
Samantha De Martin
03/10/2024
Roma - Il fermento culturale e artistico delle Marche corre attraverso i cortili, i corridoi di Castel Sant’Angelo fino a depositare nelle raffinate Sale dell’Armeria Superiore materiali, documenti, testimonianze legate ai nove pontefici ai quali le Marche hanno conferito i natali e che, dal territorio marchigiano, giunsero nella città eterna.
Dal 3 ottobre al 2 marzo il pubblico potrà scoprire, incluso nel biglietto d’ingresso al monumento, il percorso Papi e santi marchigiani a Castel Sant’Angelo, un piccolo scrigno di opere inedite o poco conosciute che testimoniano la connessione di Roma e del suo patrimonio storico artistico con le Marche.
Promossa dalla Regione Marche, dall’ATIM Agenzia per il Turismo e per l'Internazionalizzazione delle Marche, con la collaborazione della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura e dell'istituto Pantheon e Castel Sant'Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, con il patrocinio di Giubileo 2025 e Conferenza Episcopale Marchigiana, prodotta e organizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, a cura di Marco Pizzo e di Maria Cristina Bettini, l’esposizione mette in luce come l’autorità e l’influenza della chiesa abbiamo permeato molti aspetti della società marchigiana guidando le istituzioni, ispirando opere d’arte sacra e delineando le pratiche culturali e spirituali della popolazione.
Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo, Allestimento | Foto: © Marino Festuccia
D’altra parte la regione era un crocevia di storia e fede, dove il patrimonio religioso si fondeva armoniosamente con il tessuto della vita quotidiana, caratterizzandone le radici culturali e rafforzandone il ruolo centrale nella storia ecclesiastica dell'Italia. “La mostra - ha detto Davide Vincent Mambriani, Incaricato Eventi Culturali Giubileo 2025 - si inserisce tra le attività culturali del Giubileo che sarà un 'giubileo di cultura'”. Mentre S.E.R. Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e incaricato da Papa Francesco all’organizzazione del Giubileo 2025, nel suo messaggio inviato ha auspicato “che i visitatori possano trasformarsi ‘Pellegrini di Speranza’ e che nel loro cammino verso la Porta Santa possano essere edificati dalle eminenti personalità che questa mostra desidera raccontare”.
A partire già dal IV secolo le Marche cristiane hanno offerto i primi santi la cui fama ha raggiunto Roma, come nel caso di San Marcellino di Ancona. Nel Medioevo la regione ha restituito alla città eterna il dono della fede grazie a nuove vie di pellegrinaggio attraverso le quali, già dalla fine del 1200, sono giunti nell’Urbe, i primi grandi papi marchigiani.
“Le Marche - commentano i curatori - rappresentano un crocevia di storia e fede. Si pensi al caso del Santuario di Loreto dove è custodita la “reliquia” de La Santa Casa, che si trova all’interno della Basilica edificata tra il 1469 e 1587. Secondo l’antica tradizione sarebbe la parte antistante la grotta di Nazareth dove nacque, visse e ricevette l’Annunzio la Beata Vergine Maria. La tradizione narra che la traslazione della Santa Casa da Nazareth fino a Loreto sia opera degli angeli mentre una seconda interpretazione storica mette in risalto che nel 1291 furono i crociati, espulsi dalla Terrasanta, a salvare dalla distruzione la casa della Madonna, trasportandola prima nell’antica Illiria, successivamente nel 1294 nell’antico comune di Recanati, dove tuttora è custodita”.
Ed ecco riversarsi nel mausoleo funebre che l’imperatore Adriano, nel 135 d.C. volle realizzare per sé e i suoi familiari, ispirandosi al modello del mausoleo di Augusto, tutta la rosa di abbazie, monasteri, paesaggi e luoghi di pellegrinaggio delle Marche che trovano preziosa collocazione in medaglie, tabernacoli, ostensori, ritratti, disegni, carte topografiche, fotografie, incisioni all’acquaforte e bulino come quella che raffigura i monumenti innalzati in onore di Pio IX ad Ancona.
C’è il Tabernacolo eucaristico di El Greco, su legno intagliato e dorato, dalla Parrocchia di San Pietro Apostolo e Polo Museale di Arte Sacra e delle Icone di Castignano e c’è il Reliquiario di San Gualtiero, raffinata espressione di oreficeria abruzzese-marchigiana, e poi la veste con la quale venne ricoperto il corpo di santa Maria Goretti, nativa di Corinaldo.
Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo, Allestimento | Foto: © Marino Festuccia
È interessante in mostra il focus sulla scrittura femminile o sull'esperienza di straordinaria modernità di Santa Camilla Battista da Varano. In secoli nei quali le donne non godevano di credibilità, la scrittura da parte di alcune sante, di testi dettati da “ispirazione divina” consentiva loro di esprimersi godendo di una maggiore credibilità.
Se la prima sezione della mostra presenta il racconto dei papi (attraverso le età medievale, moderna e il Risorgimento) attraverso biografie ed elementi che li contraddistinguono, tra ritratti, medaglie, oggetti legati alla loro committenza come nel caso del tabernacolo di El Greco legato alla figura del Papa Sisto V, nella seconda tappa i santi e i beati (San Marcellino, San Nicola da Tolentino, il Beato Sante, San Giacomo della Marca, Santa Camilla Battista da Varano, San Giuseppe da Copertino, Santa Veronica Giuliani, Santa Maria Goretti) si presentano ai visitatori attraverso incisioni e oggetti di culto come le preziose pagine dell’Evangelario di San Marcellino risalente al VI secolo. La terza sezione guida gli ospiti della mostra tra gli itinerari sacri delle Marche, alla scoperta di eremi, santuari, abbazie, testimonianze dell’arte romanica e rinascimentale. Ad arricchire questa tappa sono mappe, piante e disegni antichi, spesso poco conosciuti o totalmente inediti.
Dal 3 ottobre al 2 marzo il pubblico potrà scoprire, incluso nel biglietto d’ingresso al monumento, il percorso Papi e santi marchigiani a Castel Sant’Angelo, un piccolo scrigno di opere inedite o poco conosciute che testimoniano la connessione di Roma e del suo patrimonio storico artistico con le Marche.
Promossa dalla Regione Marche, dall’ATIM Agenzia per il Turismo e per l'Internazionalizzazione delle Marche, con la collaborazione della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura e dell'istituto Pantheon e Castel Sant'Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, con il patrocinio di Giubileo 2025 e Conferenza Episcopale Marchigiana, prodotta e organizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, a cura di Marco Pizzo e di Maria Cristina Bettini, l’esposizione mette in luce come l’autorità e l’influenza della chiesa abbiamo permeato molti aspetti della società marchigiana guidando le istituzioni, ispirando opere d’arte sacra e delineando le pratiche culturali e spirituali della popolazione.
Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo, Allestimento | Foto: © Marino Festuccia
D’altra parte la regione era un crocevia di storia e fede, dove il patrimonio religioso si fondeva armoniosamente con il tessuto della vita quotidiana, caratterizzandone le radici culturali e rafforzandone il ruolo centrale nella storia ecclesiastica dell'Italia. “La mostra - ha detto Davide Vincent Mambriani, Incaricato Eventi Culturali Giubileo 2025 - si inserisce tra le attività culturali del Giubileo che sarà un 'giubileo di cultura'”. Mentre S.E.R. Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e incaricato da Papa Francesco all’organizzazione del Giubileo 2025, nel suo messaggio inviato ha auspicato “che i visitatori possano trasformarsi ‘Pellegrini di Speranza’ e che nel loro cammino verso la Porta Santa possano essere edificati dalle eminenti personalità che questa mostra desidera raccontare”.
A partire già dal IV secolo le Marche cristiane hanno offerto i primi santi la cui fama ha raggiunto Roma, come nel caso di San Marcellino di Ancona. Nel Medioevo la regione ha restituito alla città eterna il dono della fede grazie a nuove vie di pellegrinaggio attraverso le quali, già dalla fine del 1200, sono giunti nell’Urbe, i primi grandi papi marchigiani.
“Le Marche - commentano i curatori - rappresentano un crocevia di storia e fede. Si pensi al caso del Santuario di Loreto dove è custodita la “reliquia” de La Santa Casa, che si trova all’interno della Basilica edificata tra il 1469 e 1587. Secondo l’antica tradizione sarebbe la parte antistante la grotta di Nazareth dove nacque, visse e ricevette l’Annunzio la Beata Vergine Maria. La tradizione narra che la traslazione della Santa Casa da Nazareth fino a Loreto sia opera degli angeli mentre una seconda interpretazione storica mette in risalto che nel 1291 furono i crociati, espulsi dalla Terrasanta, a salvare dalla distruzione la casa della Madonna, trasportandola prima nell’antica Illiria, successivamente nel 1294 nell’antico comune di Recanati, dove tuttora è custodita”.
Ed ecco riversarsi nel mausoleo funebre che l’imperatore Adriano, nel 135 d.C. volle realizzare per sé e i suoi familiari, ispirandosi al modello del mausoleo di Augusto, tutta la rosa di abbazie, monasteri, paesaggi e luoghi di pellegrinaggio delle Marche che trovano preziosa collocazione in medaglie, tabernacoli, ostensori, ritratti, disegni, carte topografiche, fotografie, incisioni all’acquaforte e bulino come quella che raffigura i monumenti innalzati in onore di Pio IX ad Ancona.
C’è il Tabernacolo eucaristico di El Greco, su legno intagliato e dorato, dalla Parrocchia di San Pietro Apostolo e Polo Museale di Arte Sacra e delle Icone di Castignano e c’è il Reliquiario di San Gualtiero, raffinata espressione di oreficeria abruzzese-marchigiana, e poi la veste con la quale venne ricoperto il corpo di santa Maria Goretti, nativa di Corinaldo.
Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo, Allestimento | Foto: © Marino Festuccia
È interessante in mostra il focus sulla scrittura femminile o sull'esperienza di straordinaria modernità di Santa Camilla Battista da Varano. In secoli nei quali le donne non godevano di credibilità, la scrittura da parte di alcune sante, di testi dettati da “ispirazione divina” consentiva loro di esprimersi godendo di una maggiore credibilità.
Se la prima sezione della mostra presenta il racconto dei papi (attraverso le età medievale, moderna e il Risorgimento) attraverso biografie ed elementi che li contraddistinguono, tra ritratti, medaglie, oggetti legati alla loro committenza come nel caso del tabernacolo di El Greco legato alla figura del Papa Sisto V, nella seconda tappa i santi e i beati (San Marcellino, San Nicola da Tolentino, il Beato Sante, San Giacomo della Marca, Santa Camilla Battista da Varano, San Giuseppe da Copertino, Santa Veronica Giuliani, Santa Maria Goretti) si presentano ai visitatori attraverso incisioni e oggetti di culto come le preziose pagine dell’Evangelario di San Marcellino risalente al VI secolo. La terza sezione guida gli ospiti della mostra tra gli itinerari sacri delle Marche, alla scoperta di eremi, santuari, abbazie, testimonianze dell’arte romanica e rinascimentale. Ad arricchire questa tappa sono mappe, piante e disegni antichi, spesso poco conosciuti o totalmente inediti.
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