Al Lucca Center of Contemporary Art e a Palazzo Broletto

Doisneau: da Lucca a Pavia gli scatti del pescatore di immagini

Robert Doisneau, Le baiser, 1950. Courtesy of Atelier Robert Doisneau
 

Samantha De Martin

07/08/2017

Lucca - “Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”.
Ed in effetti, come un pescatore di immagini, Robert Doisneau affida ai suoi scatti le strade, i volti e le situazioni dei sobborghi di una Parigi senza tempo - umanista e generosa ma anche sublime - popolata di bambini e innamorati, donne e clochard, percorsa da giardini e bistrot, e che si rivela nell'attraente e imperfetta nudità del quotidiano.
L'affascinante potenza di quest'arte è al centro di due mostre, che, da Lucca a Pavia, ripercorrono la luminosa carriera creativa del celebre maestro dello scatto.

Gli scatti di Doisneau al Lucca Center of Contemporary Art
Non c'è solo il famoso bacio di fronte all' Hôtel de Ville all'interno del percorso espositivo, a cura di Maurizio Vanni, in collaborazione con l'Atelier Robert Doisneau, che dall'8 luglio al 12 novembre porta al Lucca Center of Contemporary Art la mostra A l'imparfait de l'objectif.
Un percorso di circa 80 lavori in bianco e nero svela il volto della Parigi più autentica, quella dei sobborghi e delle periferie, dei personaggi più umili e veri, dei baci rubati o estorti con dolcezza.

«Si tratta di scene di folle e straordinaria normalità - spiega il curatore Maurizio Vanni - figure riprese durante ciò che potrebbero aver fatto centinaia di volte, ritratte quando si accingono a fare qualcosa di apparentemente insolito o mentre lo stanno facendo. Tutto risulta dinamico e lento, passato e presente, triste e ironico. Nelle foto di Doisneau il luogo non è mai una semplice ambientazione, ma dialoga sempre con le figure, anche quando non è a fuoco. La città si manifesta in tutto il suo splendore anche quando prende consistenza attraverso il contrasto tra luci e ombre».

Bambini pieni di vita e monelli che copiano i compiti dal compagno di banco o che fuggono dopo aver compiuto qualche marachella vengono immortalati dall'obiettivo del fotografo francese insieme a luoghi urbani, attimi aspettati con pazienza, immagini “pescate” tra persone normali «meravigliosamente imperfette».

A Pavia 70 capolavori del “pescatore di immagini”
Dal 14 ottobre al 28 gennaio a Palazzo Broletto, la fotografia di uno dei più grandi maestri del Novecento passa attraverso 70 immagini in bianco e nero che ripercorrono l'universo creativo dell'artista di Gentilly, conducendo il pubblico tra alcune delle opere più rappresentative della sua carriera.
La Parigi degli antichi mestieri, la città dei mercati di Les Alles, dei caffé esistenzialisti di Saint Germain des Prés, ritrovo di attori, intellettuali e poeti, rivive nelle immagini del fotografo amico di Jacques Prévert, che definiva “le meraviglie della vita quotidiana così eccitanti, al punto che nessun regista può ricreare l'inaspettato che si trova nelle strade”.

Fulcro della mostra è senza dubbio il Bacio davanti all'Hôtel de Ville, la celebre fotografia scattata nel 1950, che ritrae una coppia di ragazzi in preda a un appassionato bacio davanti al municipio di Parigi mentre, intorno a loro, la gente cammina veloce e distratta.
L’opera, a lungo identificata come rappresentazione della capacità della fotografia di catturare l’attimo, è stata scattata in occasione di un servizio fotografico per la rivista americana Life, quando Doisneau aveva chiesto ai due giovani di posare per lui.

Tra le altre fotografie in mostra, una delle più divertenti, nella sua gentile ironia, è probabilmente Les pains de Picasso, in cui l’artista spagnolo, vestito con la sua tipica maglietta a righe, gioca a farsi ritrarre seduto al tavolo della cucina davanti a dei pani che surrogano, grazie alla loro forma, le sue mani.

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