Blu Zaffera. La ceramica di Montelupo nelle sfumature del blu
Dal 21 Gennaio 2023 al 05 Marzo 2023
Lastra a Signa | Firenze
Luogo: Villa Caruso Bellosguardo
Indirizzo: Via Bellosguardo 54
Orari: mercoledì e giovedì: 10-13; venerdì, sabato, domenica: 10-13 / 15-17
Curatori: Benedetta Falteri e Alessio Ferrari
Costo del biglietto: Ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0571 917524
Sito ufficiale: http://www.comune.montelupo-fiorentino.fi.it
L’Associazione Villa Caruso ospita, nelle sale di Villa Caruso Bellosguardo, dal 21 gennaio al 5 marzo 2023, un progetto artistico, curato da Benedetta Falteri, direttore della Fondazione Museo Montelupo, e Alessio Ferrari, Conservatore del Museo della Ceramica, rivolto agli artisti della Strada della Ceramica di Montelupo Fiorentino, per una mostra di ceramica contemporanea.
16 artisti sono stati invitati a sviluppare un lavoro di ricerca sul tema del Blu Zaffera.
La Zaffera, il decoro del primo quattrocento, di un punto di blu quasi nero, che trae origine dalla stilizzazione della foglia di quercia, e che rappresenta il primo vero passaggio verso la policromia e l’innovazione della ceramica a Montelupo, è stata il terreno di approfondimento per lo sviluppo delle progettualità in ambito contemporaneo con l’utilizzo del materiale ceramico, in forma di opere in ceramica, performance artistiche, installazioni video.
La mostra ha avuto una prima inaugurazione a Montelupo Fiorentino, in occasione della rassegna Cèramica OFF (25 giugno-22 luglio 2022), e prosegue il suo itinerario nella bellissima Villa Caruso, dove saranno allestiti, oltre alle opere del nucleo originario, i lavori inediti di tre artisti che si sono aggiunti alla mostra (Marco Ulivieri, Giulia Alba Chiara Bono, Ivana Antonini) e le installazioni video dei momenti performativi di Serena Tani "La fragilità del blu", che accompagna l'opera realizzata attraverso il percorso laboratoriale artistico con gli ospiti della RSA Chiarugi di Empoli, e la performance di produzione dell'opera partecipata di Shilha Cintelli "Nel blu dipinto di blu", realizzata con il contributo dei visitatori della mostra nella tappa di Montelupo.
Durante l’apertura della mostra è inoltre previsto un calendario di eventi che include, durante il periodo di apertura, la presentazione del catalogo dell’esposizione a cura del Museo della Ceramica, edito da Sfera Edizioni, e una serie di visite guidate e laboratori con gli artisti e i ceramisti.
Mostra di opere in ceramica, installazioni, performance di: Ivana Antonini, Patrizio Bartoloni, Stefano Bartoloni, Giulia Alba, Chiara Bono, Giulia Cantarutti, Shilha Cintelli, Veronica Fabozzo, Carlotta Fantozzi, Sergio Pilastri, Paola Ramondini, Beatriz Irene Scotti, Paola Staccioli, Paolo Staccioli, Eugenio Taccini, Serena Tani, Marco Ulivieri
La Zaffera nella storia della ceramica di Montelupo Fiorentino
Il Museo della Ceramica di Montelupo documenta, attraverso le sue collezioni storiche, datate tra l’inizio del 1200 e la fine del 1700, laproduzione ceramica del luogo che dal XIII secolo fu uno dei più importanti centri di fabbrica non solo d’Italia, ma dell’intero bacino del Mediterraneo. Sul finire del Trecento avviene una rivoluzione nella ceramica fiorentina: la tradizione verde -bruna della maiolica arcaica viene progressivamente soppiantata da un nuovo e vivace cromatismo blu, ottenuto con il pregiato ossido di cobalto. Nasce così la zaffera, che introduce delle novità iconografiche basate su una gerarchia delle composizioni fra motivi principali e motivi di contorno. Per ottenere il caratteristico effetto cromatico a rilievo, i ceramisti aggiungono piombo al pigmento blu, provocandone, durante la cottura, un rigonfiamento sullo smalto che lo rende turgido e brillante, dai toni lapislazzuli. Con il termine di zaffera tricolore si definisce, invece, una tipologia nella quale le parti figurative della decorazione sono realizzate in verde, mentre quelle accessorie sono definite con inserti di blu cobalto in rilievo. La zaffera ebbe grande diffusione nell’area geografica dell’Italia centrale e centrosettentrionale compresa tra l’Alto Lazio e l’Emilia-Romagna, ove trovò spazio all’interno delle attività di numerosi centri di fabbrica, tanto da protrarre la sua esistenza per non poco tempo e cioè – come ormai accertato dall’archeologia postclassica – per l’intero periodo compreso tra l’ultimo trentennio del XIV secolo e gli anni Settanta del Quattrocento. Il centro di produzione di Montelupo Fiorentino e ha avuto il suo momento di massimo splendore tra il 1490 e il 1530, tanto da essere stato definito la “Fabbrica della Firenze rinascimentale”. La storia della ceramica di Montelupo è letteralmente riemersa dal Pozzo dei Lavatoi: nel 1973, infatti, durante i lavori di pavimentazione di un’antica strada del castello del borgo antico, fu trovato un antico pozzo, battezzato pozzo dei lavatoi. Adibito a discarica per le vicine fornaci, il pozzo dei lavatoi si rivelò un grande deposito archeologico che raccoglieva le testimonianze delle produzioni. Il lavoro degli archeologi ha portato a ricostruire la bellissima e importante storia di questo piccolo borgo toscano, e ad attribuire alla produzione montelupina capolavori della maiolica rinascimentale sparsi nei più prestigiosi musei del mondo, tra i quali spicca il protagonista delle collezioni del museo, il “Rosso di Montelupo”, un bacile decorato a grottesche e datato 1509. Le collezioni del museo mostrano chiaramente la qualità della produzione durante i secoli, e anche la creatività dei vasai di Montelupo nell’elaborazione continua di motivi e decorazioni. Il decoro protagonista di questa mostra, il Blu Zaffera, appartiene ad un periodo storico precedente “all’esplosione” delle produzioni di Montelupo che hanno decorato le tavole dei Medici, dei Pandolfini, degli Strozzi, servito le farmacie storiche della Toscana e invaso il mondo con la loro bellezza, soffermandosi, invece, sul un momento in cui tutto questo ancora doveva accadere, ma durante il quale si avviava, grazie all’innovazione che si stava perseguendo, la costruzione della base per un futuro che, ancorché con periodi di crisi e difficoltà, per Montelupo Fiorentino è stato ed è ancora contraddistinto dalla ceramica nelle sue tante sfaccettature di lavoro quotidiano, artigianato, design, industria e, naturalmente, arte.
Inaugurazione 21 gennaio 2023, h. 16
16 artisti sono stati invitati a sviluppare un lavoro di ricerca sul tema del Blu Zaffera.
La Zaffera, il decoro del primo quattrocento, di un punto di blu quasi nero, che trae origine dalla stilizzazione della foglia di quercia, e che rappresenta il primo vero passaggio verso la policromia e l’innovazione della ceramica a Montelupo, è stata il terreno di approfondimento per lo sviluppo delle progettualità in ambito contemporaneo con l’utilizzo del materiale ceramico, in forma di opere in ceramica, performance artistiche, installazioni video.
La mostra ha avuto una prima inaugurazione a Montelupo Fiorentino, in occasione della rassegna Cèramica OFF (25 giugno-22 luglio 2022), e prosegue il suo itinerario nella bellissima Villa Caruso, dove saranno allestiti, oltre alle opere del nucleo originario, i lavori inediti di tre artisti che si sono aggiunti alla mostra (Marco Ulivieri, Giulia Alba Chiara Bono, Ivana Antonini) e le installazioni video dei momenti performativi di Serena Tani "La fragilità del blu", che accompagna l'opera realizzata attraverso il percorso laboratoriale artistico con gli ospiti della RSA Chiarugi di Empoli, e la performance di produzione dell'opera partecipata di Shilha Cintelli "Nel blu dipinto di blu", realizzata con il contributo dei visitatori della mostra nella tappa di Montelupo.
Durante l’apertura della mostra è inoltre previsto un calendario di eventi che include, durante il periodo di apertura, la presentazione del catalogo dell’esposizione a cura del Museo della Ceramica, edito da Sfera Edizioni, e una serie di visite guidate e laboratori con gli artisti e i ceramisti.
Mostra di opere in ceramica, installazioni, performance di: Ivana Antonini, Patrizio Bartoloni, Stefano Bartoloni, Giulia Alba, Chiara Bono, Giulia Cantarutti, Shilha Cintelli, Veronica Fabozzo, Carlotta Fantozzi, Sergio Pilastri, Paola Ramondini, Beatriz Irene Scotti, Paola Staccioli, Paolo Staccioli, Eugenio Taccini, Serena Tani, Marco Ulivieri
La Zaffera nella storia della ceramica di Montelupo Fiorentino
Il Museo della Ceramica di Montelupo documenta, attraverso le sue collezioni storiche, datate tra l’inizio del 1200 e la fine del 1700, laproduzione ceramica del luogo che dal XIII secolo fu uno dei più importanti centri di fabbrica non solo d’Italia, ma dell’intero bacino del Mediterraneo. Sul finire del Trecento avviene una rivoluzione nella ceramica fiorentina: la tradizione verde -bruna della maiolica arcaica viene progressivamente soppiantata da un nuovo e vivace cromatismo blu, ottenuto con il pregiato ossido di cobalto. Nasce così la zaffera, che introduce delle novità iconografiche basate su una gerarchia delle composizioni fra motivi principali e motivi di contorno. Per ottenere il caratteristico effetto cromatico a rilievo, i ceramisti aggiungono piombo al pigmento blu, provocandone, durante la cottura, un rigonfiamento sullo smalto che lo rende turgido e brillante, dai toni lapislazzuli. Con il termine di zaffera tricolore si definisce, invece, una tipologia nella quale le parti figurative della decorazione sono realizzate in verde, mentre quelle accessorie sono definite con inserti di blu cobalto in rilievo. La zaffera ebbe grande diffusione nell’area geografica dell’Italia centrale e centrosettentrionale compresa tra l’Alto Lazio e l’Emilia-Romagna, ove trovò spazio all’interno delle attività di numerosi centri di fabbrica, tanto da protrarre la sua esistenza per non poco tempo e cioè – come ormai accertato dall’archeologia postclassica – per l’intero periodo compreso tra l’ultimo trentennio del XIV secolo e gli anni Settanta del Quattrocento. Il centro di produzione di Montelupo Fiorentino e ha avuto il suo momento di massimo splendore tra il 1490 e il 1530, tanto da essere stato definito la “Fabbrica della Firenze rinascimentale”. La storia della ceramica di Montelupo è letteralmente riemersa dal Pozzo dei Lavatoi: nel 1973, infatti, durante i lavori di pavimentazione di un’antica strada del castello del borgo antico, fu trovato un antico pozzo, battezzato pozzo dei lavatoi. Adibito a discarica per le vicine fornaci, il pozzo dei lavatoi si rivelò un grande deposito archeologico che raccoglieva le testimonianze delle produzioni. Il lavoro degli archeologi ha portato a ricostruire la bellissima e importante storia di questo piccolo borgo toscano, e ad attribuire alla produzione montelupina capolavori della maiolica rinascimentale sparsi nei più prestigiosi musei del mondo, tra i quali spicca il protagonista delle collezioni del museo, il “Rosso di Montelupo”, un bacile decorato a grottesche e datato 1509. Le collezioni del museo mostrano chiaramente la qualità della produzione durante i secoli, e anche la creatività dei vasai di Montelupo nell’elaborazione continua di motivi e decorazioni. Il decoro protagonista di questa mostra, il Blu Zaffera, appartiene ad un periodo storico precedente “all’esplosione” delle produzioni di Montelupo che hanno decorato le tavole dei Medici, dei Pandolfini, degli Strozzi, servito le farmacie storiche della Toscana e invaso il mondo con la loro bellezza, soffermandosi, invece, sul un momento in cui tutto questo ancora doveva accadere, ma durante il quale si avviava, grazie all’innovazione che si stava perseguendo, la costruzione della base per un futuro che, ancorché con periodi di crisi e difficoltà, per Montelupo Fiorentino è stato ed è ancora contraddistinto dalla ceramica nelle sue tante sfaccettature di lavoro quotidiano, artigianato, design, industria e, naturalmente, arte.
Inaugurazione 21 gennaio 2023, h. 16
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