Dal 23 giugno al 14 gennaio a Roma

L'Italia di Zaha Hadid: il MAXXI omaggia il suo illustre architetto

Zaha Hadid, stazione ferroviaria alta velocità Napoli-Afragola. Render. Courtesy of Zaha Hadid Architects
 

Samantha De Martin

22/06/2017

Roma - Il suo ultimo dono all'Italia era stata la stazione dell'alta velocità di Afragola inagurata lo scorso 6 giugno, un ponte sinuoso, con i suoi cinquemila metri quadrati di vetrate che sovrastano i binari.
A poco più di un anno dalla morte di Zaha Hadid, il MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo - ospita nella spettacolare Galleria 5 una mostra dedicata alla capofila della corrente decostruttivista, la prima allestita dopo la scomparsa della designer irachena, inserita, nel 2010, dal Time tra i cento personaggi più influenti al mondo.
L'artista delle linee oblique, spezzate, sfuggenti, l'architetto delle superfici lisce, dei volumi fratturati e ricomposti secondo ordini nuovi, che ha contribuito a ridefinire l'architettura del XXI secolo, torna all'interno del museo da lei stessa progettato con un'esposizione, in programma dal 23 giugno al 14 gennaio, che indaga il suo rapporto con l'Italia.
Dai modelli tridimensionali ai bozzetti pittorici concettuali, dagli studi interdisciplinari per l'utilizzo di nuove tecnologie alle rappresentazioni virtuali, dai video alle fotografie, L'Italia di Zaha Hadid mette in luce l'intenso e poliedrico dialogo tra il primo architetto donna vincitore del Pritzker Architecture Prize e il nostro paese.

«Questa mostra dedicata a Zaha Hadid, donna di grande forza e coraggio, creativa e innovativa - ha spiegato Giovanna Melandri, presidente Fondazione MAXXI - è un tributo alla sua opera e al suo stile, un racconto del segno che ha lasciato in Italia, nell’architettura e nel design. Ed è il modo più autentico che il MAXXI, la “sua” creatura, ha voluto scegliere per ricordare un’amica e donna straordinaria, un genio eclettico che ci manca moltissimo».

Il percorso, curato da Margherita Guccione, direttore di MAXXI architettura, e da Woody Yao, direttore di Zaha Hadid Design, si sofferma in particolare sulle creazioni italiane di Hadid, come lo stesso MAXXI - spazio pubblico e urbano, le cui forme fluide attraversano un intero quartiere - la Stazione marittima di Salerno - che con la sua struttura organica a forma di ostrica cuce un nuovo legame tra la città e il mare - il progetto City life a Milano, il Messner Mountain Museum a Plan de Corones.

«L’Italia di Zaha Hadid - ha ribadito Margherita Guccione - è un percorso nel pensiero della geniale progettista del MAXXI che ha guardato con interesse alla tradizione artistica e architettonica del nostro paese. Le suggestioni dinamiche del barocco romano, le caleidoscopiche visioni del futurismo italiano, le ricerche sperimentali di Luigi Moretti e di Pier Luigi Nervi sono solo alcuni dei dichiarati riferimenti dei suoi progetti».

Un'ampia sezione della mostra è dedicata al rapporto tra l'architetto e il design made in Italy, con il quale ha stretto interessanti sodalizi: dai divani per B&B Italia e Cassina alle sedie, le panche, i tavoli per Sawaya & Moroni, dai centrotavola disegnati per Alessi alle incursioni nel mondo dell’alta gioielleria e della moda, con la borsa disegnata per un evento charity di Fendi.
Dal molto piccolo al monumentale, il dialogo tra Zaha Hadid e l'Italia è ricco, potente, polifonico.
A complere il percorso al MAXXI, un wall di 20 metri con proiezioni video che raccontano i vari progetti in tutto il mondo, le foto di Helene Binet che ha immortalato buona parte delle creazioni di Hadid e alcuni grandi quadri che rivelano il suo legame con il Suprematismo russo.

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