Dal 31 ottobre al 2 febbraio alla Reggia di Venaria
Fate, incantesimi, creature fantastiche. A Torino una mostra racconta Blake e la sua epoca
William Blake, Oberon, Titania e Puck con le Fate che danzano, circa 1786, acquerello e grafite su carta | Foto: © Tate
Samantha De Martin
31/10/2024
Torino - “Vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore selvatico. Tenere l'Infinito nel palmo della mano e l'eternità in un'ora”.
Nonostante i tormenti scaturiti dai grandi fermenti del suo tempo, William Blake, come molti dei suoi contemporanei, cercó di adattarsi ai profondi sconvolgimenti del mondo che lo circondava creando un’arte che potesse suscitare emozioni, di paura ma anche di stupore, piuttosto che essere semplicemente bella.
Le catastrofi e i traumi degli anni 1790 e 1800, la sconfitta nelle guerre d’indipendenza americane, le difficoltà scaturite dalle lunghe guerre con la Francia, i disordini politici e sociali in patria, ma anche il rapido sviluppo tecnologico sembrarono inaugurare una nuova era popolata di sogni di libertà. Gli artisti diedero espressione visiva a questo senso di apocalisse imminente, riflettendo le ansie del loro tempo in soggetti sconvolgenti, persino inquietanti, o in temi quali la prigionia, la follia, il pericolo, la malattia, drammatiche immagini della natura.
In un mondo in cui gli ideali illuministici e il progresso erano sempre più messi in discussione, l'irrazionale e l'ultraterreno sembravano molto più attraenti. Anche l’arte inizió a popolarsi di streghe e creature mostruose attinte dalla letteratura e dal folklore.
Attorno a questi temi ruota il dialogo tra il pittore romantico William Blake e gli artisti del suo tempo, al centro della mostra Blake e la sua epoca. Viaggi nel tempo del sogno ospitata nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria, a Torino, dal 31 ottobre al 2 febbraio, con una selezione di 112 opere provenienti dalla Tate di Londra.
Dopo John Constable e Turner, la Reggia di Venaria accoglie un altro maestro chiudendo la trilogia delle esposizioni dedicate ai principali esponenti dell’arte romantica inglese grazie alla prestigiosa collaborazione del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con la Tate UK.
William Blake, La notte della gioia di Enitharmon (già detta 'Ecate'), circa 1795, stampa a colori, inchiostro, tempera e acquerello su carta | Foto: © Tate
Curata dalla storica dell’arte Alice Insley, l’esposizione fa dialogare Blake con gli artisti che più lo hanno ispirato, tra cui Heinrich Füssli, Benjamin West e John Hamilton Mortimer. Ed ecco le fate e gli spiriti trovare posto nelle arti visive dell'epoca, da Blake a Füssli.
Ma la mostra getta uno sguardo anche sui tempi passati, ricca fonte di ispirazione per Blake e per i suoi colleghi. Anche le lingue celtiche e nordiche, il folklore, l'arte e l'architettura acquistano un nuovo fascino. Per gli artisti britannici, anche la campagna inglese, le sue rovine e le sue chiese, si caricano di un nuovo significato.
In mostra non manca un ampio riferimento all’arte gotica, nella quale Blake si era imbattuto quando era un giovane apprendista incisore, e che divenne centrale nella sua visione artistica, rappresentando un’arte spirituale e viva, un ideale senza tempo.
William Blake, Il bestemmiatore, 1805, grafite, inchiostro e acquerello su carta | Foto: © Tate
Solo ed esclusivamente per questa mostra, la Reggia di Venaria e la Tate hanno commissionato allo studio di animazione Blinkink e al regista Sam Gainsborough la realizzazione di un’installazione video che abbraccia dodici delle opere d'arte più rappresentative del pittore romantico.
Henry Singleton, Ariel sul dorso di un pipistrello, esposto nel 1819, Olio su tela | Foto: © Tate
Nonostante i tormenti scaturiti dai grandi fermenti del suo tempo, William Blake, come molti dei suoi contemporanei, cercó di adattarsi ai profondi sconvolgimenti del mondo che lo circondava creando un’arte che potesse suscitare emozioni, di paura ma anche di stupore, piuttosto che essere semplicemente bella.
Le catastrofi e i traumi degli anni 1790 e 1800, la sconfitta nelle guerre d’indipendenza americane, le difficoltà scaturite dalle lunghe guerre con la Francia, i disordini politici e sociali in patria, ma anche il rapido sviluppo tecnologico sembrarono inaugurare una nuova era popolata di sogni di libertà. Gli artisti diedero espressione visiva a questo senso di apocalisse imminente, riflettendo le ansie del loro tempo in soggetti sconvolgenti, persino inquietanti, o in temi quali la prigionia, la follia, il pericolo, la malattia, drammatiche immagini della natura.
In un mondo in cui gli ideali illuministici e il progresso erano sempre più messi in discussione, l'irrazionale e l'ultraterreno sembravano molto più attraenti. Anche l’arte inizió a popolarsi di streghe e creature mostruose attinte dalla letteratura e dal folklore.
Attorno a questi temi ruota il dialogo tra il pittore romantico William Blake e gli artisti del suo tempo, al centro della mostra Blake e la sua epoca. Viaggi nel tempo del sogno ospitata nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria, a Torino, dal 31 ottobre al 2 febbraio, con una selezione di 112 opere provenienti dalla Tate di Londra.
Dopo John Constable e Turner, la Reggia di Venaria accoglie un altro maestro chiudendo la trilogia delle esposizioni dedicate ai principali esponenti dell’arte romantica inglese grazie alla prestigiosa collaborazione del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con la Tate UK.
William Blake, La notte della gioia di Enitharmon (già detta 'Ecate'), circa 1795, stampa a colori, inchiostro, tempera e acquerello su carta | Foto: © Tate
Curata dalla storica dell’arte Alice Insley, l’esposizione fa dialogare Blake con gli artisti che più lo hanno ispirato, tra cui Heinrich Füssli, Benjamin West e John Hamilton Mortimer. Ed ecco le fate e gli spiriti trovare posto nelle arti visive dell'epoca, da Blake a Füssli.
Ma la mostra getta uno sguardo anche sui tempi passati, ricca fonte di ispirazione per Blake e per i suoi colleghi. Anche le lingue celtiche e nordiche, il folklore, l'arte e l'architettura acquistano un nuovo fascino. Per gli artisti britannici, anche la campagna inglese, le sue rovine e le sue chiese, si caricano di un nuovo significato.
In mostra non manca un ampio riferimento all’arte gotica, nella quale Blake si era imbattuto quando era un giovane apprendista incisore, e che divenne centrale nella sua visione artistica, rappresentando un’arte spirituale e viva, un ideale senza tempo.
William Blake, Il bestemmiatore, 1805, grafite, inchiostro e acquerello su carta | Foto: © Tate
Solo ed esclusivamente per questa mostra, la Reggia di Venaria e la Tate hanno commissionato allo studio di animazione Blinkink e al regista Sam Gainsborough la realizzazione di un’installazione video che abbraccia dodici delle opere d'arte più rappresentative del pittore romantico.
Henry Singleton, Ariel sul dorso di un pipistrello, esposto nel 1819, Olio su tela | Foto: © Tate
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