CHI COME ME

Dal 23 September 2025 al 26 October 2025
Milano
Luogo: Teatro Franco Parenti | Sala A2A
Indirizzo: Via Pier Lombardo 14
Orari: Mar 19.30 | Mer 20.30 | Gio 19.45 | Ven 20.15 | Sab 15.45 / 19:30 | Dom 17
Curatori: Roy Chen
Enti promotori:
- Produzione: Teatro Franco Parenti
- In collaborazione con: Fondazione Guido Venosta
- Con il sostegno di: Banca Ifis
Costo del biglietto: SETTORE A: Intero 38 € / Under 30 28 € | SETTORE B: Intero 28 € / Under 30 20.50 € | Convenzioni 22 €
Telefono per informazioni: +39 02 5999 5206
E-Mail info: biglietteria@teatrofrancoparenti.it
Sito ufficiale: http://www.teatrofrancoparenti.it
Dal 23 Settembre al 26 Ottobre 2025
e dall’8 Gennaio al 1 Marzo 2026
CHI COME ME
di Roy Chen
adattamento, regia e costumi Andrée Ruth Shammah
traduzione dall’ebraico Shulim Vogelmann
con in o.a. Sara Bertelà, Fausto Cabra, Silvia Giulia Mendola, Pietro Micci
e con Amy Boda, Federico De Giacomo, Roberta Filannino, Daniele Santoro, Alia Stegani
allestimento scenico Polina Adamov
luci Oscar Frosio
musiche di Brahms, Debussy, Vivaldi, Saint-Saëns, Schubert… e Michele Tadini
assistente alla regia Diletta Ferruzzi
assistente allo spettacolo Beatrice Cazzaro
consulenza vocale Francesca Della Monica
direttore dell’allestimento Alberto Accalai
elettricista Domenico Ferrari
fonico Marco Introini
sarta Marta Merico
scene costruite da Riccardo Scanarotti - laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati da Simona Dondoni - sartoria del Teatro Franco Parenti
gradinate costruite da Pietro Molinaro - Scena4 su progetto di Emanuele Salamanca
Si ringrazia Bianca Ambrosio per averci fatto conoscere Roy Chen
produzione Teatro Franco Parenti
durata 1 ora e 50 minuti
Andrée Ruth Shammah torna in scena con Chi come me di Roy Chen scrittore, traduttore, drammaturgo stabile del Teatro Gesher - uno dei più importanti teatri israeliani - e vincitore del premio Shai Agnon per la letteratura. Lo spettacolo - dopo i sold out e il grande favore della critica ottenuti con le rappresentazioni delle scorse stagioni - torna, dal 23 settembre al 26 Ottobre 2025 e poi ancora dall’8 Gennaio al 1° Marzo 2026, ad abitare la sala A2A - che aveva inaugurato nell’ Aprile 2023.
Il testo è il frutto di una reale esperienza di vita dell’autore avvenuta nel 2019, quando fu contattato e invitato a partecipare a una lezione di teatro in un centro di salute mentale di Tel Aviv. Da questo primo incontro con il personale medico ed alcuni ragazzi ospiti è nata un'intensa frequentazione e l'idea di realizzare un testo per il teatro.
In scena le vicende dolorose, tenere e gioiose, le ansie, le fragilità e le paure che bloccano nella loro solitudine un gruppo di adolescenti. Nel reparto giovanile di un ospedale psichiatrico i “ragazzi” partecipano alle lezioni teatrali di Dorit, la giovane insegnante che il Dott. Bauman, direttore dell’Istituto, ha voluto per aiutarli ad esprimere le loro emozioni. E proprio grazie al percorso di creazione di uno spettacolo, trovano una via per guardarsi dentro, parlare con gli altri, vivere meglio.
Uno spettacolo delicato e poetico che trova la sua intensità dentro la leggerezza. Una storia vera, che l’autore descrive come un’opera sulla potenza curatrice del teatro.
Lo spettacolo è inserito nella rassegna L’ETÀ SOSPESA progetto speciale adolescenza 2025/2026 in collaborazione con Fondazione Guido Venosta con il sostegno di Banca Ifis.
COSÌ L’AUTORE…
‘‘D’estate, nel 2019, ho ricevuto una telefonata dal Centro di salute mentale “Abravanel”. (“Era l’ora!” ha commentato mio padre). Mi invitavano ad assistere a una lezione di teatro durante la quale ragazzi tra i dodici e i diciotto anni avrebbero scritto e recitato dei testi teatrali. Ho trascorso con loro molte ore, nelle loro stanze, durante le lezioni, per i pasti e nel cortile del Centro.
Ho avuto modo di vedere i loro disegni, leggere le loro poesie e ho giocato con loro a “Chi come me”, un gioco degli anni ’70 nato per “rompere il ghiaccio”. Mi sono aperto con loro, non meno di quanto loro si siano aperti con me. A volte sono tornato a casa con il sorriso, pieno di ottimismo, e a volte non vedevo la strada per le troppe lacrime.
Due maestre di teatro e una biblioterapista hanno portato avanti questo percorso per un mese e alla fine hanno messo in scena uno spettacolo, per un’unica volta, davanti a un pubblico di genitori, dottori e personale del reparto. Sapevo di non poter ripetere quello che avevo visto, ma ho seguito una mia strada.
Ho scritto un testo teatrale sul bambino che sono stato, sui miei amici, parte dei quali, fortunatamente, non sono sopravvissuti all’età dell’adolescenza. Speravo che questo testo potesse far salire, almeno un po’, il livello di compassione che è sempre a rischio di affievolirsi.
Roy Chen
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