Dopo il restauro, si apre ai visitatori la gemma del Parco di via Latina
La Tomba Barberini svela al pubblico i suoi segreti
By keepwaddling1 Geoff Wongkeepwaddling1 Geoff Wong (FlickrFlickr) [CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0) or CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons |
Tomba Barberini, Parco Archeologico delle Tombe di via Latina
Francesca Grego
26/10/2017
Roma - Dopo un restauro durato due anni, per la prima volta dalla sua scoperta la Tomba dei Corneli è pronta a mostrare al pubblico le sue meraviglie.
Noto ai più come Tomba Barberini, il monumento è l’unico edificio del Parco Archeologico di via Latina a conservare ancora intatta la struttura originale del II secolo, sebbene riadattata più volte nel corso del tempo a ricovero per le greggi o a locale agricolo.
All’interno dell’imponente costruzione in laterizio romano, la “Tomba delle Tombe” – come l’ha definita la direttrice del Parco dell’Appia Antica Rita Paris – sfoggia ancora i resti di affreschi dai colori vivaci, dove figure di eroi e vittorie alate, uccelli, animali marini e volute vegetali spiccano sul fondo rosso incorniciato d’azzurro.
Due piani sopraelevati e uno ipogeo ne definiscono la struttura. La sala rettangolare un tempo destinata alle sepolture accoglie i visitatori al piano terra, collegato al livello superiore attraverso una scala nuova di zecca. Ai recenti interventi si devono anche il ripristino del pavimento e l’impianto di illuminazione.
Ma non è finita: entro il 2018 sarà pronto l’allestimento finale dei locali sotterranei, cuore del monumento e teatro dei riti funebri.
Qui un corridoio pavimentato con raffinati mosaici circonda il locale principale, custode di tombe a parete decorate da ovoli e palmette.
In questo scenario furono ritrovati il celebre Sarcofago di Protesilao e Laudamia, oggi ai Musei Vaticani, e in tempi più recenti i resti di 40 nobili romani deposti su letti funebri sovrapposti.
E mentre gli ultimi studi aprono alla possibilità di ricostruire l’apparato decorativo andato perduto, i visitatori potranno avere un quadro approfondito delle operazioni di scavo, dei lavori di restauro e delle bellezze artistiche originarie attraverso un video presto disponibile nella sede di Capo di Bove del Parco dell’Appia Antica.
Il Parco Archeologico delle Tombe di via Latina è un’area verde incastonata nel centro dell’Urbe, dal paesaggio molto simile a quello delle campagne ottocentesche che furono teatro dei ritrovamenti ad opera di Lorenzo Fortunati, un insegnante con la passione dell’archeologia.
Un lungo tratto dell’antica strada che collegava Roma a Capua, ancora pavimentato nell’antico basolato in selce, si snoda tra prati e pini, monumenti funebri e testimonianze storiche dall’Età della Repubblica fino all’alto Medioevo.
“Questo parco pubblico è un paradiso di antichità inaspettate”, ha affermato la direttrice Paris: “Dopo il restauro e l’allestimento della Tomba Barberini, il nostro sguardo si volge verso la Basilica di Santo Stefano, testimonianza cristiana tardo antica nel suburbio romano”.
In attesa del nuovo intervento di recupero, insieme alla Tomba Barberini è possibile visitare il Sepolcro dei Pancrazi, con al centro un grande sarcofago, e il Sepolcro dei Valeri, decorato da medaglioni di stucco, soggetti dionisiaci e dalla figura velata di una defunta in viaggio verso l’aldilà.
Leggi anche:
• Riapre l’Attico del Colosseo: un percorso inedito con vista spettacolare su Roma
• Nel ventre di Caracalla, il volto degli schiavi senza nome
Noto ai più come Tomba Barberini, il monumento è l’unico edificio del Parco Archeologico di via Latina a conservare ancora intatta la struttura originale del II secolo, sebbene riadattata più volte nel corso del tempo a ricovero per le greggi o a locale agricolo.
All’interno dell’imponente costruzione in laterizio romano, la “Tomba delle Tombe” – come l’ha definita la direttrice del Parco dell’Appia Antica Rita Paris – sfoggia ancora i resti di affreschi dai colori vivaci, dove figure di eroi e vittorie alate, uccelli, animali marini e volute vegetali spiccano sul fondo rosso incorniciato d’azzurro.
Due piani sopraelevati e uno ipogeo ne definiscono la struttura. La sala rettangolare un tempo destinata alle sepolture accoglie i visitatori al piano terra, collegato al livello superiore attraverso una scala nuova di zecca. Ai recenti interventi si devono anche il ripristino del pavimento e l’impianto di illuminazione.
Ma non è finita: entro il 2018 sarà pronto l’allestimento finale dei locali sotterranei, cuore del monumento e teatro dei riti funebri.
Qui un corridoio pavimentato con raffinati mosaici circonda il locale principale, custode di tombe a parete decorate da ovoli e palmette.
In questo scenario furono ritrovati il celebre Sarcofago di Protesilao e Laudamia, oggi ai Musei Vaticani, e in tempi più recenti i resti di 40 nobili romani deposti su letti funebri sovrapposti.
E mentre gli ultimi studi aprono alla possibilità di ricostruire l’apparato decorativo andato perduto, i visitatori potranno avere un quadro approfondito delle operazioni di scavo, dei lavori di restauro e delle bellezze artistiche originarie attraverso un video presto disponibile nella sede di Capo di Bove del Parco dell’Appia Antica.
Il Parco Archeologico delle Tombe di via Latina è un’area verde incastonata nel centro dell’Urbe, dal paesaggio molto simile a quello delle campagne ottocentesche che furono teatro dei ritrovamenti ad opera di Lorenzo Fortunati, un insegnante con la passione dell’archeologia.
Un lungo tratto dell’antica strada che collegava Roma a Capua, ancora pavimentato nell’antico basolato in selce, si snoda tra prati e pini, monumenti funebri e testimonianze storiche dall’Età della Repubblica fino all’alto Medioevo.
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In attesa del nuovo intervento di recupero, insieme alla Tomba Barberini è possibile visitare il Sepolcro dei Pancrazi, con al centro un grande sarcofago, e il Sepolcro dei Valeri, decorato da medaglioni di stucco, soggetti dionisiaci e dalla figura velata di una defunta in viaggio verso l’aldilà.
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