Dall’11 marzo al 4 giugno al Mastio della cittadella
Tra sogno e colore. L'Impressionismo si racconta in una mostra a Torino
Émile Bernard, La Veneziana, Ritratto olio su cartone, 34 x 39 cm, 1929, Collezione privata
Samantha De Martin
27/02/2023
Torino - Quando, nell’aprile del 1874, il gruppo di artisti riunito sotto l’egida della Società Anonima degli Artisti Pittori Scultori e Incisori si diede appuntamento a Parigi per una mostra collettiva nello studio del fotografo Nadar in Boulevard des Capucines, non avrebbe mai immaginato di firmare, da lì a breve, il rivoluzionario atto di nascita di un fenomeno senza precedenti.
In quell’esposizione le opere di Pissarro, Degas, Cézanne, Sisley, Monet, Morisot, Renoir scioccarono letteralmente il pubblico generando sgomento e in parte orrore, mentre uno dei quadri esposti, Impression, soleil levant di Monet, venne citato dal critico dell’epoca, Louis Leroy, che, parafrasandone il titolo, creò il termine di pittura “impressionista”.
I grandi nomi di quel movimento e le opere rappresentative di tutti gli artisti che parteciparono alle successive otto mostre impressioniste, tra il 1874 e il 1886, saranno al centro di un'esposizione accolta al Museo Nazionale di Artiglieria Mastio della Cittadella di Torino dall’11 marzo al 4 giugno.
Gustave Courbet, Coucher de Soleil en forêt, Olio su tela, 73 x 59 cm, Provenienza ex Collezione Giovanni Testori; Ex Collezione Alain Toubas Collezione privata
Al centro del percorso Impressionisti tra sogno e colore saranno circa 300 opere di oltre cento maestri della pittura.
Prodotta da Navigare srl in collaborazione con AICS e Artbookweb, con il patrocinio del Comune di Torino e della Regione Piemonte, la mostra ripercorre le origini e la storia del rivoluzionario movimento artistico nato in Francia a metà dell’Ottocento, attraverso dipinti ad olio, opere grafiche, studi preparatori, ulture, ceramiche.
Partendo dal classicismo di Ingres, attraversando il realismo di Courbet e la lezione della scuola di Barbizon - una corrente paesaggista del realismo collegata alla località di Barbizon in Francia, che ha portato alla nascita dell’Impressionismo e alla sua eredità - la mostra, a cura di Vincenzo Sanfo, si articola in tre sezioni.
Dedicata ai cosiddetti pre impressionisti, la prima tappa di questo viaggio, Da David all’École de Barbizon, i fermenti dell’Impressionismo, abbraccia sedici lavori di 40 maestri, tra questi lo studio per La mort de Sardanapale di Delacroix, tre capolavori di Courbet, e ancora l’arazzo Le seminatrici di Jean-François Millet, oltre ad una rara serie di cliche-verre di Corot e Daubigny.
Félix Bracquemond, Serie di piatti decorati, ceramica, diametro 22,5 cm
Il fermento che sferzò il mondo dell’arte parigino di fine Ottocento - ingabbiato in una visione accademica e rigidamente controllata dal meccanismo dei Salon - nato grazie ad artisti come Delacroix, Courbet, Millet, Corot ed altri che, uscendo dagli atelier, si precipitarono nelle strade, nei campi, nel mondo reale, per raccontare le trasformazioni in atto, in una società che andava verso l’alba di un nuovo secolo - esplode nella seconda sezione intitolata L’Impressionismo. Qui il visitatore apprezzerà 150 opere di circa 50 artisti (16 dipinti) protagonisti del movimento con maggiore o minore fortuna. Dipinti, acqueforti, disegni di Degas, Pissarro, Cézanne, si alterneranno alle xilografie e alle sculture di Gauguin, dialogheranno con il dipinto Vase de fleurs di Manet e con un ritratto di Berthe Morisot, con i piatti in ceramica dipinta di Bracquemond e l’acquaforte di Renoir del celebre dipinto Il palco, mentre il pubblico potrà ammirare La Saone se jetant dans les bras du Rhône di Renoir.
All’eredità dell’Impressionismo, racchiusa nelle opere di 30 artisti, da Bonnard a Toulouse-Lautrec, da Ѐmile Bernard a Maurice de Vlaminck, guarderà invece la terza e ultima sezione di questo viaggio.
La mostra Impressionisti tra sogno e colore sarà aperta tutti i giorni con orario continuato: dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30.
Pierre Auguste Renoir, La loge, 1874, acquaforte/acquatinta 38 x 53, cm 1874
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• Renoir in Italia, una rivoluzione in nome del classico
In quell’esposizione le opere di Pissarro, Degas, Cézanne, Sisley, Monet, Morisot, Renoir scioccarono letteralmente il pubblico generando sgomento e in parte orrore, mentre uno dei quadri esposti, Impression, soleil levant di Monet, venne citato dal critico dell’epoca, Louis Leroy, che, parafrasandone il titolo, creò il termine di pittura “impressionista”.
I grandi nomi di quel movimento e le opere rappresentative di tutti gli artisti che parteciparono alle successive otto mostre impressioniste, tra il 1874 e il 1886, saranno al centro di un'esposizione accolta al Museo Nazionale di Artiglieria Mastio della Cittadella di Torino dall’11 marzo al 4 giugno.
Gustave Courbet, Coucher de Soleil en forêt, Olio su tela, 73 x 59 cm, Provenienza ex Collezione Giovanni Testori; Ex Collezione Alain Toubas Collezione privata
Al centro del percorso Impressionisti tra sogno e colore saranno circa 300 opere di oltre cento maestri della pittura.
Prodotta da Navigare srl in collaborazione con AICS e Artbookweb, con il patrocinio del Comune di Torino e della Regione Piemonte, la mostra ripercorre le origini e la storia del rivoluzionario movimento artistico nato in Francia a metà dell’Ottocento, attraverso dipinti ad olio, opere grafiche, studi preparatori, ulture, ceramiche.
Partendo dal classicismo di Ingres, attraversando il realismo di Courbet e la lezione della scuola di Barbizon - una corrente paesaggista del realismo collegata alla località di Barbizon in Francia, che ha portato alla nascita dell’Impressionismo e alla sua eredità - la mostra, a cura di Vincenzo Sanfo, si articola in tre sezioni.
Dedicata ai cosiddetti pre impressionisti, la prima tappa di questo viaggio, Da David all’École de Barbizon, i fermenti dell’Impressionismo, abbraccia sedici lavori di 40 maestri, tra questi lo studio per La mort de Sardanapale di Delacroix, tre capolavori di Courbet, e ancora l’arazzo Le seminatrici di Jean-François Millet, oltre ad una rara serie di cliche-verre di Corot e Daubigny.
Félix Bracquemond, Serie di piatti decorati, ceramica, diametro 22,5 cm
Il fermento che sferzò il mondo dell’arte parigino di fine Ottocento - ingabbiato in una visione accademica e rigidamente controllata dal meccanismo dei Salon - nato grazie ad artisti come Delacroix, Courbet, Millet, Corot ed altri che, uscendo dagli atelier, si precipitarono nelle strade, nei campi, nel mondo reale, per raccontare le trasformazioni in atto, in una società che andava verso l’alba di un nuovo secolo - esplode nella seconda sezione intitolata L’Impressionismo. Qui il visitatore apprezzerà 150 opere di circa 50 artisti (16 dipinti) protagonisti del movimento con maggiore o minore fortuna. Dipinti, acqueforti, disegni di Degas, Pissarro, Cézanne, si alterneranno alle xilografie e alle sculture di Gauguin, dialogheranno con il dipinto Vase de fleurs di Manet e con un ritratto di Berthe Morisot, con i piatti in ceramica dipinta di Bracquemond e l’acquaforte di Renoir del celebre dipinto Il palco, mentre il pubblico potrà ammirare La Saone se jetant dans les bras du Rhône di Renoir.
All’eredità dell’Impressionismo, racchiusa nelle opere di 30 artisti, da Bonnard a Toulouse-Lautrec, da Ѐmile Bernard a Maurice de Vlaminck, guarderà invece la terza e ultima sezione di questo viaggio.
La mostra Impressionisti tra sogno e colore sarà aperta tutti i giorni con orario continuato: dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30.
Pierre Auguste Renoir, La loge, 1874, acquaforte/acquatinta 38 x 53, cm 1874
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