A Milano, nella sede museale di Intesa Sanpaolo fino al 28 ottobre
La Cassetta Farnese di Capodimonte e un ritratto di Tiziano in arrivo alle Gallerie d'Italia
Manno di Bastiano Sbarri e Giovanni Bernardi da Castel Bolognese, Cassetta Farnese, 1543-1561, argento dorato, sbalzato e fuso, lapislazzuli, smalto e sei cristalli di rocca intagliati, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Samantha De Martin
24/09/2018
Milano - Al termine di un lungo restauro, la Cassetta Farnese lascia la Wunderkammer del Museo e Real Bosco di Capodimonte per volare a Milano alle Gallerie d'Italia di Piazza Scala.
Nel caveau della sede museale e culturale di Intesa Sanpaolo, questo prezioso manufatto del peso di 35 chilogrammi, altissima espressione dell’oreficeria manieristica del Cinquecento, potrà essere ammirato nell’ambito della mostra-dossier True Perfection, aperta al pubblico dal 25 settembre al 28 ottobre.
“La Cassetta Farnese - commenta Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte - è simbolo indiscusso di eleganza, lusso raffinato, creatività artistica e artigianato d’eccellenza. Un vero caposaldo della nostra collezione Farnese che, in via eccezionale, prestiamo per questa mostra a testimonianza del primato italiano nelle arti e nella moda che continua ad imporsi sui mercati mondiali senza rivali nel corso dei secoli, ieri come oggi”.
Ed in effetti, questo prezioso scrigno d’argento dorato, realizzato tra il 1543 e il 1561 su commissione di Alessandro Farnese dall’argentiere fiorentino Manno di Bastiano Sbarri, allievo di Benvenuto Cellini, e da alcuni collaboratori attivi a Roma, è veramente un trionfo di luce.
I sei cristalli di rocca della Cassetta - arricchita di piccoli bassorilievi con lapislazzuli e smalti - furono incisi da Giovanni Bernardi da Castel Bolognese a partire dai disegni di Perin del Vaga che, negli stessi anni, era a capo dell’équipe di decoratori attiva in Castel Sant’Angelo, uno dei più importanti cantieri romani del XVI secolo.
“L’incredibile bellezza della Cassetta Farnese - commenta Michele Coppola, direttore centrale Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo - colpisce e ci ricorda come l’estro e la creatività contemporanea abbiano origine nella storia e nella grande arte italiana. Presentarla nel caveau di Piazza Scala, appositamente aperto, restituisce pienamente la passione e la convinzione con cui la nostra Banca è impegnata a promuovere cultura e a valorizzare il patrimonio artistico nazionale”.
Sulle funzioni di questo prezioso capolavoro si è molto discusso. E anche se qualcuno sostiene che sia servito a custodire altri celebri oggetti appartenuti alla casata, come il Libro d’Ore, oggi è certo che non ebbe una funzione precisa.
Si sarebbe trattato di un prezioso dono del cardinale Farnese a Maria d’Aviz di Portogallo, andata in sposa ad Alessandro Farnese nel 1565.
Ad affiancare lo scrigno sarà il superbo Ritratto di Alessandro Farnese, il ‘gran cardinale’, eseguito da Tiziano e in prestito dal Museo di Capodimonte. Questo personaggio di spicco della Roma cinquecentesca, noto per le sue grandi capacità diplomatiche, fu tra i più grandi collezionisti e mecenati del suo tempo.
Dopo la prima “uscita” di Milano, la Cassetta sarà trasferita per qualche mese a Parma, per poi ritornare a Capodimonte dove sarà risistemata in un particolare allestimento e sul basamento originale.
Leggi anche:
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• Alle Gallerie d'Italia l'ultimo Caravaggio, e la sua fortuna
Nel caveau della sede museale e culturale di Intesa Sanpaolo, questo prezioso manufatto del peso di 35 chilogrammi, altissima espressione dell’oreficeria manieristica del Cinquecento, potrà essere ammirato nell’ambito della mostra-dossier True Perfection, aperta al pubblico dal 25 settembre al 28 ottobre.
“La Cassetta Farnese - commenta Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte - è simbolo indiscusso di eleganza, lusso raffinato, creatività artistica e artigianato d’eccellenza. Un vero caposaldo della nostra collezione Farnese che, in via eccezionale, prestiamo per questa mostra a testimonianza del primato italiano nelle arti e nella moda che continua ad imporsi sui mercati mondiali senza rivali nel corso dei secoli, ieri come oggi”.
Ed in effetti, questo prezioso scrigno d’argento dorato, realizzato tra il 1543 e il 1561 su commissione di Alessandro Farnese dall’argentiere fiorentino Manno di Bastiano Sbarri, allievo di Benvenuto Cellini, e da alcuni collaboratori attivi a Roma, è veramente un trionfo di luce.
I sei cristalli di rocca della Cassetta - arricchita di piccoli bassorilievi con lapislazzuli e smalti - furono incisi da Giovanni Bernardi da Castel Bolognese a partire dai disegni di Perin del Vaga che, negli stessi anni, era a capo dell’équipe di decoratori attiva in Castel Sant’Angelo, uno dei più importanti cantieri romani del XVI secolo.
“L’incredibile bellezza della Cassetta Farnese - commenta Michele Coppola, direttore centrale Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo - colpisce e ci ricorda come l’estro e la creatività contemporanea abbiano origine nella storia e nella grande arte italiana. Presentarla nel caveau di Piazza Scala, appositamente aperto, restituisce pienamente la passione e la convinzione con cui la nostra Banca è impegnata a promuovere cultura e a valorizzare il patrimonio artistico nazionale”.
Sulle funzioni di questo prezioso capolavoro si è molto discusso. E anche se qualcuno sostiene che sia servito a custodire altri celebri oggetti appartenuti alla casata, come il Libro d’Ore, oggi è certo che non ebbe una funzione precisa.
Si sarebbe trattato di un prezioso dono del cardinale Farnese a Maria d’Aviz di Portogallo, andata in sposa ad Alessandro Farnese nel 1565.
Ad affiancare lo scrigno sarà il superbo Ritratto di Alessandro Farnese, il ‘gran cardinale’, eseguito da Tiziano e in prestito dal Museo di Capodimonte. Questo personaggio di spicco della Roma cinquecentesca, noto per le sue grandi capacità diplomatiche, fu tra i più grandi collezionisti e mecenati del suo tempo.
Dopo la prima “uscita” di Milano, la Cassetta sarà trasferita per qualche mese a Parma, per poi ritornare a Capodimonte dove sarà risistemata in un particolare allestimento e sul basamento originale.
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