L’istituto svizzero è partner in Italia della GAM - Galleria d’Arte Moderna di Milano

L’impegno della banca UBS nell’arte. Ne parla Fabio Innocenzi

Rokni Haerizadeh, But a Storm Is Blowing from Paradise [Ma una Tempesta Spira dal Paradiso], 2014 Gesso, acquarello e inchiostro su stampe a getto d’inchiostro, selezione da 24 parti. Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Guggenheim UBS MAP Purchase Fund 2015.89 © Rokni Haerizadeh
 

Eleonora Zamparutti

27/02/2018

Milano - La città degli affari sposa l’arte.
Alla vigilia della seconda edizione di MuseoCity Milano, l’iniziativa promossa dal Comune che quest’anno si svolge dal 2 al 4 Marzo e che vede coinvolti oltre 70 tra musei, case d’artista e musei d’impresa, abbiamo incontrato Fabio Innocenzi, Country Head del Gruppo UBS in Italia.
La banca svizzera, proprietaria di un’importante collezione di opere d’arte, collabora con numerose istituzioni internazionali di grande prestigio e con manifestazioni legate all’arte.
 
Da cinque anni UBS è coinvolta in prima linea nel programma MAP Global Art Initivative, un’iniziativa intrapresa dalla fondazione Solomon R. Guggenheim di New York che ha lo scopo di promuovere l’arte contemporanea e l’educazione a livello globale attraverso varie attività, inclusa quella espositiva. Il terzo capitolo del programma MAP Global Art Initivative ha messo a punto una mostra dal suggestivo titolo “Una Tempesta dal Paradiso: Arte Contemporanea del Medio Oriente e Nord Africa”, che sarà inaugurata alla Galleria di Arte Moderna GAM di Milano il prossimo 11 Aprile.
Opere selezionate di 13 artisti, provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente, già esposte al Guggenheim Museum di New York nell’Aprile del 2016, saranno allestite nella cornice della Villa Reale di Via Palestro.


Fabio Innocenzi, Country Head del Gruppo UBS in Italia.
 
Abbiamo chiesto a Fabio Innocenzi di spiegarci perché una banca come UBS investe nell'arte.
 
“UBS vanta una storia importante di sostegno all'arte. A partire dalla propria collezione di arte contemporanea, la UBS Art Collection, riconosciuta come una delle più vaste e importanti al mondo, con le sue 30.000 opere di pittura, fotografia, disegno stampa, video e scultura.
 
Abbiamo scelto il contemporaneo perché ci rispecchia come organizzazione: la nostra collezione include le opere ereditate delle banche europee e americane che, unendosi, hanno costituito l'attuale UBS; la UBS Art Collection si è poi arricchita negli anni di opere di artisti da ben 73 diversi paesi, e questo riflette la dimensione globale che ci caratterizza oggi.
 
Inoltre, l'arte contemporanea è un grande stimolo: ci sfida offrendo nuove prospettive sui problemi mondiali e sulla società. Incarna poi uno spirito affine a UBS: mette in discussione lo status quo, esplora il pensiero creativo, accende il dialogo e confronta punti di vista internazionali.
 
I clienti di UBS e gli appassionati possono fruire di una piattaforma molto varia e completa che include la UBS Art Collection, l'UBS Art Competence Center, l'UBS Art Forum oltre, naturalmente, alla collaborazione di lungo termine con istituzioni, manifestazioni ed eventi d’arte come Art Basel, la Solomon R. Guggenheim Foundation, la Fondation Beyeler in Svizzera, il Nouveau Musée  National a Monaco, il Louisiana Museum of Modern Art in Danimarca, lo Swiss Institute di New York, l’Art Gallery of New South Wales a Sydney, in Australia e, naturalmente, la Galleria d’Arte Moderna a Milano”.
 
Nell'ambito del progetto MAP sono state realizzate finora 3 mostre internazionali e sonostate portate a termine 125 acquisizioni di nuovi lavori da parte del Guggenheim. A voler tirare le fila del progetto, quali sono gli aspetti valoriali di cui ha fatto tesoro UBS?
 
“Oltre che nell'acquisizione delle opere, nel corso degli ultimi sei anni UBS ha sostenuto il Guggenheim nel dialogo con artisti, curatori e organizzazioni culturali globali. Insieme ci siamo concentrati su regioni storicamente sottorappresentate nel mondo dell’arte – Asia meridionale e sudorientale, America Latina e Medio Oriente e Nord Africa – e abbiamo portato le voci artistiche di queste regioni al pubblico di tutto il mondo con mostre a New York, Hong Kong, Singapore, Città del Messico, Londra e Milano. L’iniziativa ha consentito ad artisti, educatori, istituzioni e grande pubblico di entrare in contatto, instaurare nuove relazioni e arrivare a una più profonda comprensione di pratiche artistiche e temi globali di attualità. 
 
Il nostro sostegno alla Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative ha rappresentato, inoltre, un riflesso del modo in cui lavoriamo con i nostri clienti apportando entusiasmo, passione e un approccio di contenuto che faciliti la loro comprensione dell'economia globale e, perché no, del mondo dell’arte.
Siamo orgogliosi del nostro sostegno a iniziative culturali in tutto il mondo e utilizziamo l’arte contemporanea come strumento per confrontare idee, ispirazioni e opinioni, provando così a dare un contributo concreto e creare una maggior ricchezza di vita”.
 
Quali sono gli elementi ricorrenti emersi nel progetto MAP?

“Nella prima fase dell’iniziativa, la mostra No Country: Contemporary Art for South and Southeast Asia (Nessun Paese: Arte contemporanea dell’Asia meridionale e sudorientale), curata da June Yap, ci ha invitato a considerare la cartografia del mondo dell’arte da una nuova prospettiva.
 
La seconda fase ha fatto tesoro di questo slancio creativo e si è concentrata sull’arte contemporanea dell’America Latina. Curata da Pablo Leon de la Barra, la mostra Under the Same Sun: Art from Latin America Today (Sotto lo Stesso Sole: Arte dell’America Latina Oggi) ha offerto spunti suggestivi sulla regione, evidenziando i legami tra la storia dell’America Latina e la sua arte contemporanea e mettendo in discussione i confini culturali e creativi passati e presenti.
 
La terza e ultima mostra dell’iniziativa, Una Tempesta dal Paradiso: Arte Contemporanea del Medio Oriente e Nord Africa, organizzata da Sara Raza, offre un approfondimento unico su alcuni dei problemi più critici con cui si confrontano oggi gli artisti e le comunità del Medio Oriente e Nord Africa, contestualizzando, inoltre, alcune delle sfide alle quali siamo chiamati a rispondere qui in Europa.
 
La presentazione di questa mostra alla GAM di Milano, accanto a influenti dipinti europei del diciannovesimo e ventesimo secolo, accende una luce sugli intrecci delle le vicende storiche di Europa, Medio Oriente e Nord Africa.
 
Direi che il tratto che unisce questo percorso è una lettura fatta attraverso l'arte contemporanea delle trasformazioni socio-politiche ed economiche che sta affrontando una parte del mondo, quello cosiddetto emergente”.


Susan Hefuna, Building [Costruzione], 2009 Inchiostro e grafite su carta da ricalco e cartone, nove parti Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Guggenheim UBS MAP Purchase Fund e parziale dono dell’artista e di Pi Artworks 2015.90 © Susan Hefuna 
 
Per quale motivo UBS, una banca globale, guarda a quella parte di mondo meno impattante per la propria presenza come banca?
 
“Il mondo è sempre più interconnesso – anche sul piano economico e finanziario - ma sempre più diviso, per questo la necessità di un dialogo e di una comprensione interculturale non è mai stata più urgente. Le regioni che abbiamo coinvolto nel progetto con il Guggenheim sono tutte al momento in una fase di profonda rivalutazione del proprio ruolo in un’economia mondiale in rapida trasformazione e riteniamo che le sfide che affrontano oggi contribuiranno a una loro maggiore solidità e sicurezza. Speriamo anche che le opportunità di dialogo offerte dall’iniziativa MAP possano contribuire a un cambiamento positivo”.
 
L'impegno in MAP fa parte di una strategia di investimento patrimoniale, di corporate responsability o di comunicazione?

“Non c'è una risposta univoca a questa domanda. L'arte intanto ha la capacità di creare scambio tra le persone, aprirle al dialogo, valorizzare l'aspetto umano delle relazioni.
 
La Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative, poi, è mirata ad allargare la conoscenza dell'arte contemporanea a un pubblico e a geografie nuove, con un'offerta didattica per il pubblico, sia nelle sedi espositive sia online, frutto dell’interscambio tra lo staff di curatori e professori del Guggenheim, i curatori del progetto, gli artisti e i colleghi di ciascuna sede.
 
Infine, UBS sta effettivamente incrementando il proprio business nelle regioni nelle quali è stato sviluppato il programma ed è importante per noi contribuire positivamente al benessere delle comunità nelle quali operiamo”.
 
Esiste un programma specifico di impegno di UBS rivolto all'Italia e all'arte, non solo contemporanea, italiana? Se sì, in quali progetti si declina?

UBS in Italia ha scelto di legarsi alla GAM - Galleria d’Arte Moderna di Milano attraverso una partnership pluriennale a sostegno dell’arte e della cultura che consentisse di riscoprire e valorizzare uno dei luoghi d’arte più affascinanti della città. Avviata alla fine del 2013, la partnership ha incluso interventi di recupero e valorizzazione delle collezioni permanenti, mostre temporanee e un calendario culturale aperto al pubblico.
 
Rispetto alla valorizzazione del patrimonio museale abbiamo contribuito al restauro e riallestimento delle collezioni Grassi e Vismara (2014), al riallestimento della sala di Medardo Rosso (2014) e al restauro di 70 sculture custodite nei depositi (2016).
 
Quanto alla produzione di contenuti attraverso esposizioni temporanee e attività per il pubblico ricordo le mostre Year after Year. Works on paper from the UBS Art Collection (2014, a cura di F. Bonami), Don’t Shoot the Painter. Paintings from the UBS Art Collection (2015, a cura di F. Bonami) e La Finestra sul Cortile. Scorci di Collezioni Private (2017, a cura di Luca Massimo Barbero), mostra che indagava il tema del collezionismo privato attraverso l’accostamento di opere provenienti da due collezioni private italiane (la Collezione Berlingieri e la Collezione Panza di Biumo), messe in dialogo con alcune opere selezionate della Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Oltre a questo abbiamo curato laboratori didattici, conferenze e visite guidate.
 
L’importante percorso di collaborazione tra pubblico e privato ha permesso, in circa due anni, di accrescere in modo considerevole il numero di visitatori del museo e, come realtà finanziaria, di condividere la nostra passione per l’arte con molti dei nostri clienti”.

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