Al cinema dal 17 al 19 gennaio con Art Icons

Van Gogh - I Girasoli. Con David Bickerstaff, alla scoperta del suo ultimo film

Vincent with hat, da Van Gogh - I Girasoli di David Bickerstaff | © Exhibition on Screen | Courtesy Adler Entertainment
 

Francesca Grego

14/01/2022

Caldi, allegri e luminosi, i Girasoli sono tra i quadri di Van Gogh più apprezzati dal pubblico contemporaneo. Anche l’artista olandese amava intensamente quei fiori del Sud, al punto da ritrarli in almeno dodici dipinti. Dopo aver conquistato la scena dell’arte, la sua irresistibile ossessione sbarca al cinema, in un film che promette di raccontarne delle belle su un personaggio di cui credevamo ormai di sapere tutto. Nelle sale italiane il 17, il 18 e il 19 gennaio per la rassegna Art Icons di Adler Entertainment, Van Gogh - I Girasoli porta la firma di un pioniere e veterano dell’arte sul grande schermo, l’artista, designer e regista britannico David Bickerstaff, da 15 anni alla guida della casa di produzione Exhibition On Screen con il collega Phil Grabsky. Da Michelangelo a Claude Monet, da Francisco Goya a Lucian Freud, è difficile trovare un grande artista che Bickerstaff non abbia immortalato per il cinema o la tv. In attesa di scoprire il suo ultimo lavoro, lo abbiamo intervistato per voi.  

Negli ultimi anni sono stati presentati diversi film e documentari su Van Gogh e sulla sua arte. Che cosa ti ha spinto a girare I Girasoli? Qual è il suo valore aggiunto rispetto agli altri lungometraggi dedicati a Van Gogh?
“È vero, su Van Gogh sono stati girati molti film, belli e brutti. Io stesso ho realizzato tre documentari  su di lui e questo è dovuto, in parte, allo splendido rapporto che negli anni abbiamo costruito con il Van Gogh Museum di Amsterdam. Questo ci ha permesso di accedere alle loro competenze e collezioni, ma anche a un immenso archivio di lettere personali, uno straordinario serbatoio di storie sulla sua vita personale e artistica di Van Gogh. Sono stati proprio gli esperti del museo a suggerirci che la serie dei Girasoli sarebbe stata un buon soggetto per un nuovo film. Non c’è dubbio che i Girasoli di Van Gogh siano capolavori di fama globale, nonché protagonisti di ricerche e dibattiti. Ma perché Van Gogh li ha dipinti? Qual è il loro significato? Perché hanno tanto successo? I cinque quadri dei Girasoli ancora di proprietà pubblica sono sparsi intorno al mondo, ognuno in un museo diverso, e non saranno mai esposti insieme perché troppo fragili per viaggiare. Qualche anno fa il Van Gogh Museum li ha riuniti ad Amsterdam in una mostra virtuale. In quell’occasione siamo stati invitati a visitare i musei dove sono conservati e a filmare le diverse versioni perché il pubblico avesse modo di confrontarle in una videoinstallazione. Ciascuna di queste opere è unica e tutte hanno una storia intrigante da raccontare. Grazie ai contributi di esperti internazionali e alle parole dello stesso artista, la serie dei Girasoli diventa un punto di vista privilegiato per guardare alla battaglia che Van Gogh ingaggiò con la vita e con l’arte”.


Van Gogh - I Girasoli © David Bickerstaff I Courtesy Adler Entertainment

Che cosa rivelano i Girasoli sulla storia e sulla personalità di Van Gogh?
“Per Van Gogh i Girasoli sono un simbolo di speranza e di un nuovo inizio, emblematici del momento in cui si trasferisce nel Sud della Francia, alla Casa Gialla. Sappiamo che tutto finirà in tragedia, con il taglio dell’orecchio dopo la lite con Gauguin, l’incidente più famoso della storia dell’arte. Nel film i Girasoli  rappresentano il punto di partenza per esplorare la complessa natura del lavoro di Van Gogh e per comprendere dove lo hanno portato le sue ossessioni. Si può dire che questi quadri siano frutto della forza che lo ha spinto a essere un artista, ma anche la conseguenza di ciò che alla fine lo ha portato alla delusione, alla malattia mentale e alla morte. L'energia con cui Van Gogh ha dipinto i Girasoli è legata a doppio filo con l'intensità emotiva della sua vita. I primi quattro dipinti sono stati completati in una settimana, tale era l’urgenza della sua convinzione. La ricerca di una nuova luce, di nuovi soggetti e di una nuova avventura artistica nel Midi è chiaramente evidente su queste tele. L’artista ha affermato che il tema dei Girasoli gli apparteneva. Che nessuno aveva dipinto quei fiori meglio di lui prima o dopo. Sono innegabilmente centrali per la sua coscienza artistica e la percezione di se stesso come artista di valore. Questo è il motivo per cui ha voluto espandere la serie facendo copie dei primi quattro dipinti. Questo è il periodo in cui emerge il genio di Van Gogh, ma anche quello in cui i suoi demoni personali prendono il sopravvento”.

Nella tua carriera ti sei spesso occupato di arte. Che cosa rende i Girasoli così irresistibili ai tuoi occhi e perché a tuo parere attraggono tanto il pubblico contemporaneo? Che cosa vorresti assolutamente comunicare agli spettatori con questo film?
“Ho studiato pittura e ho un interesse personale verso i misteri dell’arte e della creazione artistica. So che cosa significa lottare con un medium come la pittura a olio e quanto sia elettrizzante creare opere interessanti o attraenti per gli altri. I Girasoli sono essenzialmente un esercizio di virtuosismo da parte di un artista che sperimenta su un singolo soggetto per realizzare un’immagine forte e coinvolgente. In ogni quadro Van Gogh aggiunge e sottrae elementi, dal numero dei fiori nel vaso allo sfondo, dove esplora diversi approcci alla tecnica e al colore. Ogni versione è capace di sorprendere, stranamente differente dalle altre quanto a fascino e intensità, ma l’energia e la tenacia di Van Gogh sono sempre evidenti in ogni pennellata. I Girasoli ti invitano a guardarli e a riguardarli con meraviglia. È difficile capire perché certi dipinti diventino famosi e attraenti per un vasto pubblico, tuttavia è evidente che la vita di Van Gogh si avviluppi profondamente in ciascuna delle sue opere. Dal punto di vista artistico i Girasoli sono carnali, apparentemente goffi, buttati giù in modo rozzo e veloce, ma c’è in loro un’innegabile presenza che racconta una grande storia di passione e impegno artistico. Questo è ciò che spero che il pubblico scopra in questo film. In questi dipinti c'è moto più di un mazzo di fiori gialli in un vaso: i Girasoli di Van Gogh sono l'essenza stessa di ciò che significa essere un pittore”.


Vincent with brush, da Van Gogh - I Girasoli di David Bickerstaff | © Exhibition on Screen I Courtesy Adler Entertainment

Come è costruito il film dal punto di vista cinematografico?
“In tutti i nostri film partiamo dal soggetto di una mostra o dalla biografia di un artista. In questo caso il nucleo è la mostra allestita al Van Gogh Museum di Amsterdam. Il mezzo cinematografico ci ha permesso di uscire dalle mura della galleria, ampliando la narrazione con nuovi contenuti. Abbiamo aggiunto il senso di viaggio, spostandoci nei luoghi dove sono esposte le cinque opere chiave, per scoprire le loro storie e raccontare le diverse culture che oggi si prendono cura di loro. Ci siamo gettati sulle tracce delle altre sette tele dedicate da Van Gogh allo stesso soggetto. Una di queste si trova in una collezione privata sconosciuta e non si vede dal 1948, un vero mistero. Un’altra è andata distrutta in Giappone nel 1945, durante un bombardamento. Ma la chiave del film per noi è stata soprattutto restituire il senso di chi sia stato veramente Van Gogh. Le sue lettere ci hanno aiutato molto in questo compito: così dense di emozioni, oneste e rivelatrici… Il documentario è punteggiato di brani scelti con cura e doppiati dall'attore olandese Joachim ten Haaf. E poi c’è la bella interpretazione di Jamie de Courcey, che assomiglia molto al Van Gogh rappresentato negli autoritratti. I dipinti sono il centro del racconto: li abbiamo ripresi in alta definizione con immagini molto dettagliare, dando al pubblico il tempo di guardarli da vicino, senza la folla che ne ostacola la vista in una normale visita al museo. La storia è narrata dalla ‘voce’ di Vincent e da esperti che offrono uno sguardo approfondito sullo sviluppo di queste opere iconiche, collocandole nel contesto della vita travagliata di Van Gogh”.


Vincent in sunlight, da Van Gogh - I Girasoli di David Bickerstaff © Exhibition on Screen I Courtesy Adler Entertainment

Quali sfide ha posto la realizzazione di questo documentario?
“All’inizio ci siamo chiesti se fosse possibile realizzare un film interessante e coinvolgente a partire da un'unica serie di dipinti. Certo, i Girasoli sono icone di portata globale, ma sarebbero bastati a sostenere 90 minuti di cinema? È una domanda che abbiamo posto ai colleghi del Van Gogh Museum, che in quel momento stavano ideando la loro grande mostra. Presto è diventato evidente che c'era molto di più della storia, sia pur complessa e stratificata, che ci era apparsa a prima vista. Discutendo con i curatori, abbiamo concepito un piano molto più ampio che includeva viaggi internazionali, innovativi progetti di conservazione e una drammatizzazione teatrale della vita di Van Gogh attraverso le sue lettere. La seconda sfida è stata ottenere l'accesso per filmare i dipinti in mostra a Tokyo, Monaco, Londra e Philadelphia, un lavoro di negoziazione molto delicato in cui il Van Gogh Museum ci è stato di grande aiuto”. 

Su quali artisti ti piacerebbe lavorare in futuro?
“Sono sempre stato un fan di Egon Schiele e della sua arte sull'orlo dell’abisso. Tutta la scena viennese intorno ai primi del Novecento è molto interessante: Klimt, Freud, Wagner… Mi piacerebbe lavorare su storie e artisti che mi sorprendono, Toulouse-Lautrec per esempio. Un tempo pensavo che fosse solo un personaggio pittoresco cresciuto all'ombra del Moulin Rouge e della vivace scena artistica parigina di fine Ottocento. Fino a quando, nel 2019, ho visto una mostra davvero brillante al Grand Palais di Parigi: un campionario di lavori eccellenti e toccanti che per me sono stati una rivelazione. Ho passato ore lì dentro, preso dalla curiosità. Sarebbe fantastico fare un film che tagliasse fuori la rumorosa mitologia che circonda Lautrec ed entrasse nell'essenza di ciò che lo rende un grande artista e una grande personalità. Se si presentasse l'opportunità, mi piacerebbe anche girare film su artisti più recenti come Louise Bourgeoise o Yayoi Kusama, ma l’arte contemporanea si porta spesso dietro intricate questioni di diritti e di accessibilità”. 


Vincent van Gogh, Girasoli, 1888, Olio su tela, 73 x 92.1 cm, Londra, The National Gallery | Courtesy The National Gallery

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