A Trieste l’omaggio al pioniere della pubblicità
L’arte del desiderio: 150 anni di Metlicovitz
Leopoldo Metlicovitz, Madama Butterfly, 1904, Cromolitografia su carta, 110 x 151.4 cm | Courtesy of Museo Nazionale, Collezione Salce, Treviso
Francesca Grego
29/12/2018
Trieste - Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento Trieste era un crocevia di popoli, commerci e destini: nel grande porto dell’Impero austroungarico si parlava italiano, slavo e tedesco, e la cultura del Bel Paese incontrava i fermenti mitteleuropei. Mentre banche e compagnie commerciali accumulavano fortune, l’arte e la letteratura si caricavano si sfumature sconosciute altrove. È in questo clima che, 150 anni fa, nasceva Leopoldo Metlicovitz, pittore, illustratore, scenografo e pioniere della pubblicità.
In occasione dell’anniversario, il Museo Revoltella gli dedica la sua prima grande retrospettiva, in cui rivivono tutte le fasi della carriera dell’artista.
In primo piano la cartellonistica di cui Metlicovitz fu un maestro assoluto, in una fase in cui i manifesti pubblicitari cambiavano il volto delle città con colori e grafiche di nuova concezione. E poi dipinti, cartoline illustrate, copertine di riviste, spartiti musicali, testimoni della varietà dei suoi interessi.
Si fa presto, infatti, a dire pubblicità: accanto a prodotti emblematici delle trasformazioni degli stili di vita europei, nella produzione di Metlicovitz trovano posto manifesti di opere liriche che fecero impazzire il pubblico (Madama Butterfly, Manon Lescaut, Turandot), locandine di film muti che hanno fatto epoca - primo fra tutti Cabiria, precursore del kolossal - o di eventi memorabili come l’Esposizione Universale di Milano del 1906.
Tra gli aspetti messi in evidenza, la collaborazione con Giulio Ricordi nelle Officine Grafiche Ricordi di Milano, dove fu raggiunto dal concittadino Marcello Dudovich e dove Metlicovitz potè esprimere al meglio tutte le proprie potenzialità espressive mentre le diverse declinazioni del Modernismo Internazionale - Art Nouveau, Jugendstil, Modern Style, Liberty - trovavano terreno fertile nel suo spirito aperto e cosmopolita.
E per scoprire il Metlicovitz teatrale, amico di Giacomo Puccini, conoscente di Giuseppe Verdi, appassionato spettatore di opere e operette che illustrò in straordinari manifesti, la mostra continua a Palazzo Gopcevich, sede del Museo Teatrale triestino.
“La produzione cartellonistica di Metlicovitz - ha sottolineato il curatore Roberto Curci - così come quella dell’amico Dudovich, fu particolarmente intensa negli anni precedenti la Grande Guerra, con la creazione di autentici capolavori rimasti a lungo nella memoria visiva degli italiani e a tutt’oggi largamente citati e riprodotti in ogni studio sull’evoluzione del messaggio pubblicitario del Novecento. A questo eccellente artista, caratterialmente schivo ed estraneo ad ogni mondanità, alle prove - affascinanti per verve ed eleganza stilistica - da lui devolute sia a realtà commerciali come i popolari Grandi Magazzini napoletani dei Fratelli Mele sia all’universo musicale e teatrale, spiritualmente a lui congeniale, è dedicata questa mostra che si propone di rappresentare il ‘tutto Metlicovitz’, straordinario cartellonista, certo, ma anche eccellente pittore ed efficace grafico e illustratore”.
Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità sarà visitabile fino al 17 marzo al Museo Revoltella e al Museo Teatrale Carlo Schmidt, per poi spostarsi al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso dal 6 aprile al 18 agosto.
Leggi anche:
• FOTO - Metlicovitz. L’arte del desiderio
• Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità - Treviso
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In primo piano la cartellonistica di cui Metlicovitz fu un maestro assoluto, in una fase in cui i manifesti pubblicitari cambiavano il volto delle città con colori e grafiche di nuova concezione. E poi dipinti, cartoline illustrate, copertine di riviste, spartiti musicali, testimoni della varietà dei suoi interessi.
Si fa presto, infatti, a dire pubblicità: accanto a prodotti emblematici delle trasformazioni degli stili di vita europei, nella produzione di Metlicovitz trovano posto manifesti di opere liriche che fecero impazzire il pubblico (Madama Butterfly, Manon Lescaut, Turandot), locandine di film muti che hanno fatto epoca - primo fra tutti Cabiria, precursore del kolossal - o di eventi memorabili come l’Esposizione Universale di Milano del 1906.
Tra gli aspetti messi in evidenza, la collaborazione con Giulio Ricordi nelle Officine Grafiche Ricordi di Milano, dove fu raggiunto dal concittadino Marcello Dudovich e dove Metlicovitz potè esprimere al meglio tutte le proprie potenzialità espressive mentre le diverse declinazioni del Modernismo Internazionale - Art Nouveau, Jugendstil, Modern Style, Liberty - trovavano terreno fertile nel suo spirito aperto e cosmopolita.
E per scoprire il Metlicovitz teatrale, amico di Giacomo Puccini, conoscente di Giuseppe Verdi, appassionato spettatore di opere e operette che illustrò in straordinari manifesti, la mostra continua a Palazzo Gopcevich, sede del Museo Teatrale triestino.
“La produzione cartellonistica di Metlicovitz - ha sottolineato il curatore Roberto Curci - così come quella dell’amico Dudovich, fu particolarmente intensa negli anni precedenti la Grande Guerra, con la creazione di autentici capolavori rimasti a lungo nella memoria visiva degli italiani e a tutt’oggi largamente citati e riprodotti in ogni studio sull’evoluzione del messaggio pubblicitario del Novecento. A questo eccellente artista, caratterialmente schivo ed estraneo ad ogni mondanità, alle prove - affascinanti per verve ed eleganza stilistica - da lui devolute sia a realtà commerciali come i popolari Grandi Magazzini napoletani dei Fratelli Mele sia all’universo musicale e teatrale, spiritualmente a lui congeniale, è dedicata questa mostra che si propone di rappresentare il ‘tutto Metlicovitz’, straordinario cartellonista, certo, ma anche eccellente pittore ed efficace grafico e illustratore”.
Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità sarà visitabile fino al 17 marzo al Museo Revoltella e al Museo Teatrale Carlo Schmidt, per poi spostarsi al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso dal 6 aprile al 18 agosto.
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