Figlio di un macellaio, deve forse il soprannome al colore dei capelli. Il suo apprendistato si svolse dapprima nella bottega di Raffaellino del Garbo e poi in quella di Pontormo con cui collaborò a tutte le imprese decorative del tempo, dal chiostro della certosa del Galluzzo alla cappella Capponi in Santa Felicita; alla morte del maestro ne terminò gli affreschi in San Lorenzo. Prima di entrare al servizio diretto di Cosimo I dipinse alcuni tra i suoi più bei ritratti in cui emerge la ricerca di una forma perfetta caratterizzata da una superficie a tratti smaltata e gelida, di profondo fascino: si pensi alle tavole raffiguranti i coniugi Lucrezia e Bartolomeo Panciatichi agli Uffizi. Nel 1540 fu nominato pittore di corte; per i Medici realizzò diversi ritratti di famiglia tra cui quello della bellissima Eleonora di Toledo con il figlio Giovanni. Tra le altre opere si ricordano l’erotica allegoria del Trionfo di Venere a Londra, la cappella di Palazzo Vecchio la Discesa al Limbo in Santa Croce. Fu anche autore di rime burlesche, tra cui una famosa dedicata alla “cipolla”.
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