Biografia

Formatosi a Duai presso la bottega dello scultore Jean Dubroeucq, Giambologna collabora con il maestro alla cantoria della collegiata di Santa Waudrau a Mons. Nel 1550 giunge a Roma per studiare la statuaria antica e moderna. Si narra che qui abbia incontrato Michelangelo, senza tuttavia riceverne particolari apprezzamenti. Nel 1552 è ospitato da Bernardo Vecchietti a Firenze, per il quale egli esegue una Venere in marmo il cui modellino bronzeo è oggi conservato al Museo Nazionale del Bargello.. Per Lattanzio Cortesi esegue nel 1560 il bronzo monumentale raffigurante Bacco e, nello stesso anno, cerca di farsi conoscere prendendo parte al concorso indetto da Cosimo I per la Fontana del Nettuno in Piazza della Signoria, vinto poi da Bartolomeo Ammannati. Bernardo Vecchietti lo introduce intanto alla corte medicea, consentendogli la conoscenza con il futuro granduca Francesco I, il quale gli richiede un gruppo marmoreo raffigurante Sansone e il filisteo. Nel 1563 è a Bologna, dove, sull’onda del rinnovamento urbanistico voluto dal delegato papale Pier Donato Cesi, riceve incarico di realizzare la statua del dio Nettuno per la fontana monumentale di Piazza Nettuno, su progetto dell’architetto siciliano Tommaso Laureti. Nel 1565 rientra a Firenze e, in vista delle nozze tra Francesco I e Giovanna d’Austria, lavora a un gruppo raffigurante Firenze vittoriosa su Pisa, oggi al Museo del Bargello. Tra il 1570 e il 157 realizza la Venere-Firenze per la fontana di Villa Medicea della Petraia, lasciata incompiuta dal Tribolo, mentre tra il 1572 e il 1576 scolpisce la figura di Oceano per un fontana del Giardino di Boboli, iniziata anche questa dal Tribolo. Del 1575 sono invece la Venere per la fontana della Grotta del Buontalenti e l’Appennino per il parco della Villa di Pratolino. Da Bologna riceve l’incarico per una statua bronzea del dio Mercurio da porre nel cortile dell’Archiginnasio. Sebbene la statua non venne mai realizzata, il famoso modellino del Mercurio volante (oggi conservato al Museo civico di Bologna) costituisce il primo di una lunga serie di bronzi aventi lo stesso soggetto. Tornato a Firenze, realizza tra il 1753 e il 1775 una statuetta bronzea di Apollo per lo Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio e, nel 1580, un Mercurio di grandi dimensioni per il loggiato della villa del cardinale Ferdinando de’ Medici (oggi al Bargello), sul modello di quello di Bologna. Tra il 1576 e il 1589 crea invece, per la Tribuna degli Uffizi, sei piccole sculture in argento rappresentanti altrettante Fatiche di Ercole, una delle quali fu eseguita in versione marmorea monumentale qualche anno più tardi per la Loggia della Signoria (Ercole e il Centauro Nesso, 1594 - 1600), dove già dal 1583 era esposto il gruppo con il Ratto delle Sabine, l’opera più famosa che Giambologna ha lasciato a Firenze. Tra le sue opere più tarde si ricordano i monumenti equestri di Cosimo I (1587 - 1599) e Ferdinando I (1602 - 1608). Tra le opere di carattere religioso vanno invece citate le statue per la Cappella Grimaldi, nella chiesa genovese di San Francesco di Castelletto, e quelle per la Cappella Salviati, nella chiesa fiorentina di San Marco. Va infine ricordata la statua di San Luca nella chiesa fiorentina di Orsanmichele (1602).

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Biografie di: Giambologna

  • Biografia: Giambologna

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