Max Ihlenfeldt, inizia la sua carriera come giornalista per il Corriere della Sera, a Milano, dove frequenta l'ambiente futurista di Boccioni e Carrà. Firma i suoi articoli, di stampo futurista, con lo pseudonimo Massimo Campigli.
Dopo la guerra sii reca a Parigi, dove nel 1919 iniziò a dipingere da autodidatta. Grazie al suo talento ha subito successo e dal 1927 si dedica solo alla pittura. Forma il gruppo Italiens de Paris, con De Chirico, Tozzi, Severini e altri, insieme fino al 1932.
Rimane molto colpito dall'arte etrusca durante una visita al Museo di Villa Giulia a Roma, tanto che avvicinò la tecnica pittorica a quella dell'affresco, prediligendo le figure geometriche nei suoi soggetti. La figura femminile è comunque caratteristica delle opere di Campigli: tra le sue tele migliori Donna con vaso blu del 1928, Isola felice del 1930 e una lunga serie di ritratti.
Eseguì vaste decorazioni murali, a Ginevra presso la Società delle Nazioni, all'Università di Padova, e decorazioni musive, come a Roma, presso il Cinema Metropolitan. Nel 1955 pubblicò la sua Autobiografia.
Biografia
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