L’avventura del collettivo in mostra fino al 23 gennaio 2022
Ettore Sottsass, un italiano a Basilea. Al Vitra 40 anni di Memphis
Allestimemento della mostra Memphis. 40 anni di Kitsch ed Eleganza, Weil am Rhein, Vitra Design Museum Gallery | Courtesy Vitra Design Museum | Foto: © Bettina Matthiessen © VG Bild-Kunst, Bonn 2021
Samantha De Martin
26/05/2021
Nell’inverno del 1980 un gruppo di giovani designer desiderosi di scardinare i dogmi del design industriale, celebrare il banale rompendo i tabù del buon gusto, si stringe intorno all'architetto austriaco di nascita, ma italiano d’adozione, Ettore Sottsass. Presto i colori sgargianti, i disegni e i modelli selvaggi del gruppo Memphis - questo era il nome del collettivo - irrompe nella scena degli anni Ottanta dando origine a un look completamente nuovo, nel quale cultura popolare, estetica pubblicitaria e postmodernismo si fondono in un folle miscuglio che esplode in un caleidoscopio di forme geometriche e colori sgargianti e in un sapiente recupero del kitsch.
Il gruppo Memphis sul letto Ring di Masanori Umeda, 1981 | Courtesy Masanori Umeda, Studio Azzurro e Memphis Milano, memphis-milano.com
L’avventura dell’audace architetto che non amava farsi chiamare artista, e che propose il design come strumento di critica sociale e come riflessione sulla condizione umana, sbarca a Basilea assieme al gruppo Memphis, protagonista di una grande mostra. Memphis. 40 anni di Kitsch ed eleganza, in corso fino al 23 gennaio 2022 tra le sale del luminoso tempio dell’architettura che è il Vitra Design Museum di Weil am Rhein, è un viaggio tra lampade, mobili, ciotole, schizzi, disegni, fotografie che esplorano l’universo di Memphis nel quarantesimo anniversario della sua fondazione.
Allestimemento della mostra Memphis. 40 anni di Kitsch ed Eleganza, Weil am Rhein, Vitra Design Museum Gallery | Courtesy Vitra Design Museum | Foto: © Bettina Matthiessen © VG Bild-Kunst, Bonn 2021
Accanto a Ettore Sottsass ci sono Michele De Lucchi, Martine Bedin, Michael Graves, Barbara Radice, Peter Shire, Nathalie Du Pasquier e Shiro Kuramata.
Quando nel 1982, il guru della moda Karl Lagerfeld decise di fare entrare nel suo appartamento di Montecarlo le ultime creazioni firmate Memphis, per il gruppo che trasse ispirazione (per il nome) dalla canzone di Bob Dylan, Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again, fu la svolta.
Ad innescare la scintilla di un successo destinato a durare nel tempo fu Ettore Sottsass, il creatore dei gioielli oggi nella collezione del Centre Pompidou, padre del computer mainframe Elea 9003 (1959), della macchina da scrivere Valentine per Olivetti, e della "Seggiolina da Pranzo" (disegnata per lo Studio Alchimia nel 1978), l'artefice che fece del design uno strumento di critica sociale aprendo alla grande stagione del Radical.
Il mobile come un oggetto capace di “trasmettere emozioni”
Cosa c’entra l’India con la Lampada Ashoka (dal nome di un antico imperatore indiano) in mostra al Vitra?
Le creazioni di Sottsass riflettono le sue passioni e quella per l’India, esplosa durante un viaggio compiuto nel 1961 con Fernanda Pivano, è una di queste. Sottsass scopre come la cultura indiana sia fortemente basata sulle sensazioni, sui colori, la carnalità dei corpi. Con il suo linguaggio che va oltre il parlato, l’India influenzerà radicalmente le sue produzioni, dando vita a una concezione di oggetto come esercizio di architettura e linguaggio, che si allontana dalle tendenze estetiche del tempo, mettendole in discussione. Il mobile perde la sua mera essenza di "oggetto" per caricarsi di emotività, diventando capace non solo di soddisfare un’esigenza, ma di trasmettere sensazioni.
“Ho provato a disegnare oggetti, cose, mobili e farli costruire. Li ho fatti grandi e pesanti con zoccoli e basamenti per sottrarli al kitsch dell’arredamento borghese e piccolo borghese. Stanno soltanto da soli, come i monumenti nelle piazze, e non riescono neanche a fare stile. Sono anche decorati perché così riesco a comunicare stati culturali (in senso antropologico) diversi, a seconda dei casi e a seconda di reali necessità funzionali” scriveva il designer.
Karl Lagerfeld nel suo appartamento di Montecarlo disegnato da Memphis, Monaco, 1982 | © Jacques Schumacher © VG Bild-Kunst, Bonn 2021 for all designs by Ettore Sottsass
Le opere da non perdere in mostra
Il tavolo “Tartar” racchiude più di ogni altra creazione le qualità che hanno definito Memphis. Nuove forme non convenzionali e innovative sfidano lo status quo del design attraverso un'interazione tra materiali a basso costo e una produzione di alta qualità.
Il mobile da soggiorno Beverly disegnato da Sottsass nel 1981, superba composizione in bilico tra kitsch ed eleganza, combinando elementi disparati, affianca in mostra la lampada Super, disegnata da Martine Bedin nel 1981, un'altra opera iconica di Memphis. Il suo arco di lampadine disposte a semicerchio assomiglia a un qualcosa che si potrebbe trovare in una fiera o a un giocattolo per bambini, espressione di quell’approccio giocoso a riferimenti e significati a cui il gruppo deve gran parte del suo impatto sul design postmoderno.
Accanto al tavolo Kristall di De Lucchi (1981), in mostra sfila la sedia First (1983), con i suoi oggetti sferici montati sui braccioli a circondare la persona seduta come pianeti.
Allestimemento della mostra Memphis. 40 anni di Kitsch ed Eleganza, Weil am Rhein, Vitra Design Museum Gallery | Courtesy Vitra Design Museum | Foto: © Bettina Matthiessen © VG Bild-Kunst, Bonn 2021
Tra i mobili simil-sculture e le librerie in forma di totem l’eccentrico gruppo Memphis guidato dall’architetto cortese, amante dell’imprevedibile e dell’incerto, i capelli raccolti in una treccia, ha contribuito a rendere il design degli anni Ottanta più luminoso.
Nonostante la sua breve durata - nel 1987 i suoi membri si sciolsero improvvisamente - questa meteora nel firmamento dell’architettura è divenuta leggenda. La mostra alla Vitra Design Museum vuole essere un omaggio all’era breve, eppure intensa, di questo gruppo che, come disse Barbara Radice, compagna di una vita di Ettore Sottsass, “è stato avviato con l'idea di cambiare il volto del design internazionale, e ha scelto il più efficace, diretto e rischioso per farlo”.
Gli oggetti come strumenti di un rito esistenziale
E allora il pubblico accoglie l’invito a immergersi tra questi lavori con la stessa consapevolezza di Sottsass. “Gli oggetti possono diventare lo strumento di un rito esistenziale, non solo cose che si usano”. D’altra parte per Sottsass il design è un modo di discutere la vita, ma anche la società, la politica, l'erotismo, il cibo e persino il design stesso.
“È un modo di costruire una possibile utopia figurativa, una metafora della vita”.
Vitra Design Museum, Frank Gehry 1989 | Courtesy Vitra Design Museum | Foto: © Thomas Dix
Chi soggiorna a Basilea può ottenere il meglio dalla ricca offerta culturale grazie alla BaselCard, la guest card personale e gratuita che viene consegnata agli ospiti al momento del check-in e che permette di scoprire la città in tutto il suo splendore. Gli interessanti vantaggi offerti dalla BaselCard comprendono l'utilizzo gratuito dei trasporti pubblici e della WiFi per ospiti e il 50% di sconto sul biglietto di ingresso ai musei di Basilea, allo Zoo o al Theater Basel.
Il gruppo Memphis sul letto Ring di Masanori Umeda, 1981 | Courtesy Masanori Umeda, Studio Azzurro e Memphis Milano, memphis-milano.com
L’avventura dell’audace architetto che non amava farsi chiamare artista, e che propose il design come strumento di critica sociale e come riflessione sulla condizione umana, sbarca a Basilea assieme al gruppo Memphis, protagonista di una grande mostra. Memphis. 40 anni di Kitsch ed eleganza, in corso fino al 23 gennaio 2022 tra le sale del luminoso tempio dell’architettura che è il Vitra Design Museum di Weil am Rhein, è un viaggio tra lampade, mobili, ciotole, schizzi, disegni, fotografie che esplorano l’universo di Memphis nel quarantesimo anniversario della sua fondazione.
Allestimemento della mostra Memphis. 40 anni di Kitsch ed Eleganza, Weil am Rhein, Vitra Design Museum Gallery | Courtesy Vitra Design Museum | Foto: © Bettina Matthiessen © VG Bild-Kunst, Bonn 2021
Accanto a Ettore Sottsass ci sono Michele De Lucchi, Martine Bedin, Michael Graves, Barbara Radice, Peter Shire, Nathalie Du Pasquier e Shiro Kuramata.
Quando nel 1982, il guru della moda Karl Lagerfeld decise di fare entrare nel suo appartamento di Montecarlo le ultime creazioni firmate Memphis, per il gruppo che trasse ispirazione (per il nome) dalla canzone di Bob Dylan, Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again, fu la svolta.
Ad innescare la scintilla di un successo destinato a durare nel tempo fu Ettore Sottsass, il creatore dei gioielli oggi nella collezione del Centre Pompidou, padre del computer mainframe Elea 9003 (1959), della macchina da scrivere Valentine per Olivetti, e della "Seggiolina da Pranzo" (disegnata per lo Studio Alchimia nel 1978), l'artefice che fece del design uno strumento di critica sociale aprendo alla grande stagione del Radical.
Il mobile come un oggetto capace di “trasmettere emozioni”
Cosa c’entra l’India con la Lampada Ashoka (dal nome di un antico imperatore indiano) in mostra al Vitra?
Le creazioni di Sottsass riflettono le sue passioni e quella per l’India, esplosa durante un viaggio compiuto nel 1961 con Fernanda Pivano, è una di queste. Sottsass scopre come la cultura indiana sia fortemente basata sulle sensazioni, sui colori, la carnalità dei corpi. Con il suo linguaggio che va oltre il parlato, l’India influenzerà radicalmente le sue produzioni, dando vita a una concezione di oggetto come esercizio di architettura e linguaggio, che si allontana dalle tendenze estetiche del tempo, mettendole in discussione. Il mobile perde la sua mera essenza di "oggetto" per caricarsi di emotività, diventando capace non solo di soddisfare un’esigenza, ma di trasmettere sensazioni.
“Ho provato a disegnare oggetti, cose, mobili e farli costruire. Li ho fatti grandi e pesanti con zoccoli e basamenti per sottrarli al kitsch dell’arredamento borghese e piccolo borghese. Stanno soltanto da soli, come i monumenti nelle piazze, e non riescono neanche a fare stile. Sono anche decorati perché così riesco a comunicare stati culturali (in senso antropologico) diversi, a seconda dei casi e a seconda di reali necessità funzionali” scriveva il designer.
Karl Lagerfeld nel suo appartamento di Montecarlo disegnato da Memphis, Monaco, 1982 | © Jacques Schumacher © VG Bild-Kunst, Bonn 2021 for all designs by Ettore Sottsass
Le opere da non perdere in mostra
Il tavolo “Tartar” racchiude più di ogni altra creazione le qualità che hanno definito Memphis. Nuove forme non convenzionali e innovative sfidano lo status quo del design attraverso un'interazione tra materiali a basso costo e una produzione di alta qualità.
Il mobile da soggiorno Beverly disegnato da Sottsass nel 1981, superba composizione in bilico tra kitsch ed eleganza, combinando elementi disparati, affianca in mostra la lampada Super, disegnata da Martine Bedin nel 1981, un'altra opera iconica di Memphis. Il suo arco di lampadine disposte a semicerchio assomiglia a un qualcosa che si potrebbe trovare in una fiera o a un giocattolo per bambini, espressione di quell’approccio giocoso a riferimenti e significati a cui il gruppo deve gran parte del suo impatto sul design postmoderno.
Accanto al tavolo Kristall di De Lucchi (1981), in mostra sfila la sedia First (1983), con i suoi oggetti sferici montati sui braccioli a circondare la persona seduta come pianeti.
Allestimemento della mostra Memphis. 40 anni di Kitsch ed Eleganza, Weil am Rhein, Vitra Design Museum Gallery | Courtesy Vitra Design Museum | Foto: © Bettina Matthiessen © VG Bild-Kunst, Bonn 2021
Tra i mobili simil-sculture e le librerie in forma di totem l’eccentrico gruppo Memphis guidato dall’architetto cortese, amante dell’imprevedibile e dell’incerto, i capelli raccolti in una treccia, ha contribuito a rendere il design degli anni Ottanta più luminoso.
Nonostante la sua breve durata - nel 1987 i suoi membri si sciolsero improvvisamente - questa meteora nel firmamento dell’architettura è divenuta leggenda. La mostra alla Vitra Design Museum vuole essere un omaggio all’era breve, eppure intensa, di questo gruppo che, come disse Barbara Radice, compagna di una vita di Ettore Sottsass, “è stato avviato con l'idea di cambiare il volto del design internazionale, e ha scelto il più efficace, diretto e rischioso per farlo”.
Gli oggetti come strumenti di un rito esistenziale
E allora il pubblico accoglie l’invito a immergersi tra questi lavori con la stessa consapevolezza di Sottsass. “Gli oggetti possono diventare lo strumento di un rito esistenziale, non solo cose che si usano”. D’altra parte per Sottsass il design è un modo di discutere la vita, ma anche la società, la politica, l'erotismo, il cibo e persino il design stesso.
“È un modo di costruire una possibile utopia figurativa, una metafora della vita”.
Vitra Design Museum, Frank Gehry 1989 | Courtesy Vitra Design Museum | Foto: © Thomas Dix
Chi soggiorna a Basilea può ottenere il meglio dalla ricca offerta culturale grazie alla BaselCard, la guest card personale e gratuita che viene consegnata agli ospiti al momento del check-in e che permette di scoprire la città in tutto il suo splendore. Gli interessanti vantaggi offerti dalla BaselCard comprendono l'utilizzo gratuito dei trasporti pubblici e della WiFi per ospiti e il 50% di sconto sul biglietto di ingresso ai musei di Basilea, allo Zoo o al Theater Basel.
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