Monsano Contemporary Art Feast
Dal 26 Giugno 2021 al 01 Agosto 2021
Monsano | Ancona
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: Sedi varie
Orari: venerdì 18:00 - 20:00; sabato e domenica 18:00 - 20:30
Curatori: Antonello Tolve
Enti promotori:
- Comune di Monsano
Telefono per informazioni: +39 0731 61931
E-Mail info: comune@comune.monsano.an.it
Sito ufficiale: http://www.comune.monsano.an.it
Il Comune di Monsano, in collaborazione con il TOMAV – Torre Moresco Arte Contemporanea è lieto di annunciare la prima edizione del Monsano Contemporary Art Feast che si terrà in vari luoghi del centro abitato dal 26 giugno al 01 agosto 2021.
Scandito secondo un metodo che pone al centro dell’attenzione lo spazio in comune, il Monsano Contemporary Art Feast offre un doppio itinerario che si snoda tra gli spazi all’aperto e al chiuso per dar vita a un circuito in cui l’arte dialoga con l’abitare, con la comunità. Se infatti all’aperto il pubblico ha modo di imbattersi piacevolmente in tre installazioni effimere di Paola Tassetti, organizzate come preziose e vibranti DisseminAzioni in Piazza dei Caduti, nei Giardini di Piazza Mazzini, nel Parco di via XXV Aprile, tre esposizioni al chiuso portano a seguire una articolazione triangolare di eventi e aripensare e riconsiderare gli spazi sotto la luce dell’artisticità diffusa. Come colui che nove cose assaggia nelle caratteristiche e fatiscentiex cucine del Castellocon opere diDeborah Napolitano,Giorgia Mascitti, Laura Paoletti e Iacopo Pinelli, Imago ergo sum, installazione ambientaleconcepita da Matteo Costanzo per gli spazi del Santuario Santa Maria fuori Monsano, Past and Present nell’ampia e unica navata dellaChiesa di Santa Maria degli Aròlicon sculture diMarcoCingolani e Ado Brandimarte, sono punti di un discorso intimo in cui è possibile trovare unapiacevole alternanza di stupore e lucidità, di scoperta e di smarrimento, di sogno e storia.
Un momento più strettamente riflessivo, accanto a quello delle mostre, è caratterizzato dal palinsesto L’arte contemporanea a portata di mano, percorso didattico che si propone di rileggere alcuni nucleidell’arte e di avvicinare il pubblico di ogni ordine e grado all’attualità con una serie di conferenze aperte (con Giulia Perugini, Maria Letizia Paiato, Lamberto Pignotti, Maria Vittoria Pinotti e Antonello Tolve) durante le quali sarà offerto un percorso sul presente e sulle presenze che popolano il mondo dell’arte e la sua storia.
Come colui che nove cose assaggia - Deborah Napolitano | Giorgia Mascitti | Laura Paoletti | Iacopo Pinelli
Partendo da un verso di Dante Alighieri che nel Purgatorio (canto II, v. 54), dopo aver incontrato Catone (l’angelo nocchiero incaricato di raccogliere sulla sua barca le anime salve, destinate appunto all’espiazione dei loro peccati), si guarda intorno come colui che sperimenta cose nuove, l’esposizione mira a creare un rapporto di partecipazione tra il paragone dantesco sull’assaporamento inteso anche come gusto estetico e gli spazi suggestivi delle ex cucine del Castello, dove i quattro artisti invitati tratteggiano uno scenario evocativo che ora allude strettamente alla cucina, ora crea piacevoli e potenti spiazzamenti per ricondurci costantemente dalla stabilità della heimlich (la dimora, la casa, lo spazio ospitale e conosciuto) a una sensazione di spaesamento (di unheimlich, di perturbante) e di ambiguità semantica.
Past and present - Ado Brandimarte | Marco Cingolani
Con Past and present la Chiesa di Santa Maria degli Aròli diventa teatro di una contaminazione tra l’arcaico e l’attuale, tra lo spazio in quanto monumento religioso di grande prestigio storico e l’intervento minimo (prezioso) di due artisti che da angolazioni differenti e con procedimenti linguistici che attraversano il mondo della scultura seguendo direttive ora tese a prosciugare la materia ora a sezionare analiticamente l’idea stessa di scultura, dialogano con l’ambiente unico e avvolgente della chiesa per dar luogo a una mise en scène che ha il sapore della totalità. Attenti a non invadere lo spazio ma anzi a guardarlo e a rielaborarlo con azioni misurate, Ado Brandimarte e Marco Cingolani modellano un piano regolatore che conferisce leggerezza e offre allo spettatore un nuovo punto di vista per pensare e guardare un luogo dove oggi la volontà creatrice degli artisti ci riunisce, dando vita a un circuito dove è possibile percepire ogni elemento in particolare e il tutto nel suo insieme.
Imago ergo sum - Matteo Costanzo
Inteso come un unico e grande dispositivo fatto di frammenti che stridono tra loro o che si compenetrano per mezzo di piani associanti e dissocianti, il progetto di Matteo Costanzo muove dalla (in)civiltà del rumore dove l’horror vacui ha lasciato il posto all’horror pleni per dar vita a una struttura processuale in cui l’ibridazione morfogenetica coincide con il costante brusio della contemporaneità, sovrastimolata e smarrita nel maelstrom del presentismo. «R-everse engineering, deconstructing_rollage, backpropagation_ case, frame of ideology, self_redemption o debugged_magazine sono i processi che perdono il loro status disviluppi generativi […] per assumere quello di tecniche ricombinanti dove l’opera», a suggerirlo è l’artista, «diviene prodotto di un sistema autonomo in grado di determinare le proprie caratteristiche all’interno del suo farsi, sostituendosi de facto al creatore per quello che riguarda il conseguimento di alcune scelte nell’atto della creazione».
DisseminAzioni - Paola Tassetti
Le tre DisseminAzioni realizzate da Paola Tassetti in Piazza dei Caduti, nei Giardini di Piazza Mazzini, nel Parco di via XXV Aprile, scandiscono puntualmente le tappe di un itinerario immaginifico mediante il quale si configura un discorso diffuso, un viaggio estetico che è anche e soprattutto un massaggio visivo, un messaggio sul prendersi cura dei luoghi per prendersi cura di sé. Si tratta nello specifico di interventi sul paesaggio che rappresentano un dialogo con il tessuto urbano e in un certo qual modo costruiscono un triangolo che vuole porsi come indispensabile momento espositivo all’aperto, come azione che si diffonde, che si apre allo spazio della communitas, dello stare insieme. Tassetti in questa occasione si inserisce a punta di lancia nell’ambiente per modificarne – soltanto momentaneamente – la sua organizzazione, ma anche per abbracciarne i flussi con una espansione che assimila l’alito dell’aria (quell’alito che accarezza da sempre le cose), il movimenti fragile e seducente della vita.
Scandito secondo un metodo che pone al centro dell’attenzione lo spazio in comune, il Monsano Contemporary Art Feast offre un doppio itinerario che si snoda tra gli spazi all’aperto e al chiuso per dar vita a un circuito in cui l’arte dialoga con l’abitare, con la comunità. Se infatti all’aperto il pubblico ha modo di imbattersi piacevolmente in tre installazioni effimere di Paola Tassetti, organizzate come preziose e vibranti DisseminAzioni in Piazza dei Caduti, nei Giardini di Piazza Mazzini, nel Parco di via XXV Aprile, tre esposizioni al chiuso portano a seguire una articolazione triangolare di eventi e aripensare e riconsiderare gli spazi sotto la luce dell’artisticità diffusa. Come colui che nove cose assaggia nelle caratteristiche e fatiscentiex cucine del Castellocon opere diDeborah Napolitano,Giorgia Mascitti, Laura Paoletti e Iacopo Pinelli, Imago ergo sum, installazione ambientaleconcepita da Matteo Costanzo per gli spazi del Santuario Santa Maria fuori Monsano, Past and Present nell’ampia e unica navata dellaChiesa di Santa Maria degli Aròlicon sculture diMarcoCingolani e Ado Brandimarte, sono punti di un discorso intimo in cui è possibile trovare unapiacevole alternanza di stupore e lucidità, di scoperta e di smarrimento, di sogno e storia.
Un momento più strettamente riflessivo, accanto a quello delle mostre, è caratterizzato dal palinsesto L’arte contemporanea a portata di mano, percorso didattico che si propone di rileggere alcuni nucleidell’arte e di avvicinare il pubblico di ogni ordine e grado all’attualità con una serie di conferenze aperte (con Giulia Perugini, Maria Letizia Paiato, Lamberto Pignotti, Maria Vittoria Pinotti e Antonello Tolve) durante le quali sarà offerto un percorso sul presente e sulle presenze che popolano il mondo dell’arte e la sua storia.
Come colui che nove cose assaggia - Deborah Napolitano | Giorgia Mascitti | Laura Paoletti | Iacopo Pinelli
Partendo da un verso di Dante Alighieri che nel Purgatorio (canto II, v. 54), dopo aver incontrato Catone (l’angelo nocchiero incaricato di raccogliere sulla sua barca le anime salve, destinate appunto all’espiazione dei loro peccati), si guarda intorno come colui che sperimenta cose nuove, l’esposizione mira a creare un rapporto di partecipazione tra il paragone dantesco sull’assaporamento inteso anche come gusto estetico e gli spazi suggestivi delle ex cucine del Castello, dove i quattro artisti invitati tratteggiano uno scenario evocativo che ora allude strettamente alla cucina, ora crea piacevoli e potenti spiazzamenti per ricondurci costantemente dalla stabilità della heimlich (la dimora, la casa, lo spazio ospitale e conosciuto) a una sensazione di spaesamento (di unheimlich, di perturbante) e di ambiguità semantica.
Past and present - Ado Brandimarte | Marco Cingolani
Con Past and present la Chiesa di Santa Maria degli Aròli diventa teatro di una contaminazione tra l’arcaico e l’attuale, tra lo spazio in quanto monumento religioso di grande prestigio storico e l’intervento minimo (prezioso) di due artisti che da angolazioni differenti e con procedimenti linguistici che attraversano il mondo della scultura seguendo direttive ora tese a prosciugare la materia ora a sezionare analiticamente l’idea stessa di scultura, dialogano con l’ambiente unico e avvolgente della chiesa per dar luogo a una mise en scène che ha il sapore della totalità. Attenti a non invadere lo spazio ma anzi a guardarlo e a rielaborarlo con azioni misurate, Ado Brandimarte e Marco Cingolani modellano un piano regolatore che conferisce leggerezza e offre allo spettatore un nuovo punto di vista per pensare e guardare un luogo dove oggi la volontà creatrice degli artisti ci riunisce, dando vita a un circuito dove è possibile percepire ogni elemento in particolare e il tutto nel suo insieme.
Imago ergo sum - Matteo Costanzo
Inteso come un unico e grande dispositivo fatto di frammenti che stridono tra loro o che si compenetrano per mezzo di piani associanti e dissocianti, il progetto di Matteo Costanzo muove dalla (in)civiltà del rumore dove l’horror vacui ha lasciato il posto all’horror pleni per dar vita a una struttura processuale in cui l’ibridazione morfogenetica coincide con il costante brusio della contemporaneità, sovrastimolata e smarrita nel maelstrom del presentismo. «R-everse engineering, deconstructing_rollage, backpropagation_ case, frame of ideology, self_redemption o debugged_magazine sono i processi che perdono il loro status disviluppi generativi […] per assumere quello di tecniche ricombinanti dove l’opera», a suggerirlo è l’artista, «diviene prodotto di un sistema autonomo in grado di determinare le proprie caratteristiche all’interno del suo farsi, sostituendosi de facto al creatore per quello che riguarda il conseguimento di alcune scelte nell’atto della creazione».
DisseminAzioni - Paola Tassetti
Le tre DisseminAzioni realizzate da Paola Tassetti in Piazza dei Caduti, nei Giardini di Piazza Mazzini, nel Parco di via XXV Aprile, scandiscono puntualmente le tappe di un itinerario immaginifico mediante il quale si configura un discorso diffuso, un viaggio estetico che è anche e soprattutto un massaggio visivo, un messaggio sul prendersi cura dei luoghi per prendersi cura di sé. Si tratta nello specifico di interventi sul paesaggio che rappresentano un dialogo con il tessuto urbano e in un certo qual modo costruiscono un triangolo che vuole porsi come indispensabile momento espositivo all’aperto, come azione che si diffonde, che si apre allo spazio della communitas, dello stare insieme. Tassetti in questa occasione si inserisce a punta di lancia nell’ambiente per modificarne – soltanto momentaneamente – la sua organizzazione, ma anche per abbracciarne i flussi con una espansione che assimila l’alito dell’aria (quell’alito che accarezza da sempre le cose), il movimenti fragile e seducente della vita.
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