L’anello di Cupra. Icone della femminilità dalla preistoria a Rubens, da Van Gogh ai contemporanei
Dal 30 Luglio 2016 al 23 Ottobre 2016
Fermo | Ascoli Piceno
Luogo: Palazzo dei Priori
Indirizzo: Piazza del Popolo
Curatori: Marcello Smarrelli
Enti promotori:
- Comune di Fermo
- Con il sostegno di Regione Marche e Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo
Costo del biglietto: intero € 6.50, ridotto € 5 (da 14 a 25 anni, gruppi composti da più di 15 persone, Soci FAI, Touring Club, Italia Nostra); omaggio fino a 13 anni, disabili, soci ICOM, residenti (un giorno al mese), giornalisti con tesserino. Il biglietto comprende la visita anche alle Cisterne Romane, Musei di Palazzo dei Priori, Teatro dell’Aquila, Musei Scientifici di Villa Vitali
Telefono per informazioni: 199 151 123
E-Mail info: callcenter@sistemamuseo.it
Sito ufficiale: http://www.sistemamuseo.it
NEW ENTRY: “Twiggy” di Vezzoli alla mostra “L’anello di Cupra” a Fermo
Aggiornamenti ottobre 2016. La mostra di Fermo si arricchisce dell’arte di Francesco Vezzoli con un’opera che celebra una delle prime e più famose supermodelle, Twiggy, simbolo di un'epoca rivoluzionaria in termini di stile. Continua il successo di pubblico della mostra, con 9.500 visitatori in 2 mesi.
La mostra “L’anello di Cupra” a Palazzo dei Priori di Fermo non smette di stupire. Mentre si registra una crescita costante dei visitatori, con 9.500 presenze, una nuova opera ha fatto ingresso “nell’anello”. Si tratta di “Hommage to Francesco Scavullo: Twiggy” dell’artista contemporaneo Francesco Vezzoli, classe 1971. Nel suo lavoro Vezzoli analizza i rapporti, talora perversi, tra il mondo della comunicazione e quello del potere, affrontando temi spinosi quali il divismo, la religione, il sesso e la politica. La sua scommessa è stata quella di contaminare l'alto e l'aulico con gli elementi più commerciali e triviali. La sua opera esposta a Fermo si inserisce perfettamente nel contesto della mostra, dedicata alle icone della femminilità dalla preistoria a Rubens, da Van Gogh ai contemporanei.
L’opera celebra una delle prime e più famose supermodelle, Twiggy, che rappresenta il simbolo di un'epoca rivoluzionaria in termini di stile. Ragazza timida e impacciata, all’anagrafe Lesley Hornby, è diventata una professionista che ha saputo rinnovarsi, come dimostra la sua carriera di attrice e cantante. La sua corporatura magra e priva di curve e il suo aspetto efebico, la fecero diventare testimonial della minigonna di Mary Quant e il volto della Swinging London.
“L’anello di Cupra” è visitabile fino a domenica 23 ottobre. L’esposizione, a cura di Marcello Smarrelli, è promossa dal Comune di Fermo e realizzata con il contributo della Regione Marche e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, mentre la produzione è affidata a Sistema Museo. Partner tecnico è DACA Vetrine d’Autore. Ben 9.500 visitatori sono già accorsi per ammirare le opere di grandi artisti italiani e internazionali, tra cui Rubens, Hayez, Van Gogh, Segantini, Previati, Giacomelli, Beecroft, esposte all’interno di un sorprendente scenario architettonico. Continua in ascesa il successo di questa mostra che richiama ogni giorno centinaia di persone con interesse e curiosità, insieme all’aumento delle presenze turistiche complessive nella città di Fermo.
FRANCESCO VEZZOLI, l'artista delle lacrime
Considerando estremamente fluido il confine tra ciò che è accettabile e ciò che non lo è, Francesco Vezzoli si è spinto al di là del postmoderno, ha preso cultura alta e cultura bassa gettandole in un frullatore. Ciò che ne è venuto fuori è il risultato del suo inconfondibile e inimitabile marchio, che qualcuno giudica eccessivo e ridondante, mentre gli ammiratori sono veri e propri fan che stravedono per lui e lo adorano come l'unica rockstar dell'arte italiana. Se dovessimo rintracciare un solo elemento a far da collante al suo eclettismo formale, Vezzoli potrebbe risultare come l'artista delle lacrime, tale e tanta la sua passione per il melodramma. Si è divertito, con un certo sadismo, a far piangere le sue dive avvolte dal misticismo proprio delle icone gay. Ne ha ricamato i volti con perizia artigianale, con la maniacalità di chi ha visto nel taglio e cucito un riscatto per quelle pratiche basse, di femminea quotidianità, il riscatto nei confronti di un'arte machista e troppo sicura di sé, oggi superata. Anche se Vezzoli si avvale di una gamma molto ampia e diversificata di media, il ricamo è rimasta una tecnica che caratterizza la sua carriera dagli esordi. Inizialmente emulando famosi attori che ricamavano sia dentro che fuori lo schermo, come Vicente Minelli a Joan Crawford, Cary Grant, e Greta Garbo, col passare del tempo questa pratica è diventata un'attività più profonda e contemplativa, riferita ad un mondo di sentimenti, crisi, ossessioni e depressioni che in qualche modo vengono sublimate dal lavoro artigianale.
LA MOSTRA
Il titolo della mostra sottende un percorso denso di suggestioni, storie e immagini attraverso reperti archeologici, opere pittoriche, sculture e installazioni di grandi artisti italiani e internazionali, tra cui Jacobello del Fiore, Rubens, Hayez, Van Gogh, Segantini, Previati, Giacomelli, Beecroft. L’esposizione, oltre a un importante nucleo di opere in prestito dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano, attinge alle collezioni pubbliche e private di Fermo e del suo territorio, nell’ottica di valorizzazione del ricco patrimonio culturale delle Marche. Ne risulta una mostra concentrata e ricca di senso, un viaggio nella storia della rappresentazione della figura femminile, uno dei temi più cari all’arte di tutti i tempi, in cui le preziose opere della collezione permanente del Palazzo dei Priori entrano in un serrato dialogo con i capolavori provenienti dai vari prestiti.
La mostra prende spunto dalla dea Cupra, partendo dall’anellone a nodi, un unicum nel suo genere che spicca per importanza nelle collezioni fermane, ritrovamento archeologico associato alle donne picene. L’anellone con i suoi caratteristici nodi, di cui ancora oggi non si comprende a pieno l’uso e il significato, viene assunto a icona della femminilità e nella sua simbolica circolarità diventa il punto di partenza e l’immagine stessa del percorso espositivo. La dea Cupra, per caratteristiche e iconografia, precorre la nascita di Venere, ritenuta l’anello di congiunzione tra tutte le immagini di donne - a partire dalla dea sumera Inanna e dalla babilonese Ishtar - che, a sua volta, lascerà in eredità parte dei suoi attributi iconografici alla figura monoteista e cristiana della Vergine Maria.
Una vasta e consolidata bibliografia traccia il profilo di una dea-matrice, una Grande Madre o una Grande Dea che indenne attraversa il tempo e la storia di molti popoli, fino ad approdare alla concezione stessa di matriarcato di età moderna. Le teorie filologiche ed archeologiche più attuali confutano questo modello, riferendo dell’esistenza non di una, ma di numerose figure divine femminili all’interno dei pantheon antichi, ciascuna Grande e distinta dalle altre.
Per questo motivo in mostra troveremo affiancati “ritratti” e modelli di femminilità molto diversi tra loro, ognuno caratterizzato da un’idea di unicità e non convenzionalità, in una visione trasversale che abbraccia tutte le epoche fino ai giorni nostri: le Storie di Santa Lucia di Jacobello del Fiore, l’Adorazione dei Pastori di Peter Paul Rubens, La Maddalena Penitente di Francesco Hayez, Les bretonnes et le pardon de Pont Aven di Vincent Van Gogh, Le due madri di Giovanni Segantini, La quiete di Gaetano Previati, Ritratto a mia madre di Mario Giacomelli.
La mostra si caratterizza come un percorso nel mondo stratificato e multiforme della femminilità, procedendo per suggestioni e salti temporali con accostamenti inediti tra diverse figure: la dea progenitrice, la vergine, la santa, la prostituta, la profetessa, la regina, la femme fatale, l’eroina, la madre… Accanto alla visione storico-iconografica della donna, la mostra ne offre una più ampia e universale, legata all’idea della terra (Gea), rappresentata idealmente dal grande Mappamondo conservato nella Biblioteca di Fermo, realizzato dal cartografo Amanzio Moroncelli nel 1713.
Anche l’allestimento rispecchia la visione circolare dell’anello: il cerchio diventa punto di vista formale e visivo di unione tra opere, molte conosciute ed altre da scoprire. Un segno di infinito che racconta, sotto una nuova luce, storie intense ed emozioni grazie a un insolito e rivelatore punto di vista.
La mostra è arricchita da una pubblicazione con testi del curatore Marcello Smarrelli, della giornalista Alessandra Mammì, del docente universitario Lorenzo Braccesi, della curatrice e archeologa Raffaella Frascarelli. Un ricco apparato con descrizioni e immagini delle opere offre al visitatore gli strumenti per una lettura chiara e approfondita del progetto espositivo.
L’ALLESTIMENTO
Lo spazio archetipico. Il nucleo centrale della mostra è realizzato nella Sala dei Ritratti del Palazzo dei Priori attraverso un singolare allestimento progettato dallo studio di architettura stARTT. Il progetto lavora sulla suggestione dello spazio circolare quale allusione all’elemento archetipico dei ritrovamenti di Cupra. All’interno di questo recinto ideale le opere sono accostate per rimandi figurativi, emotivi o tematici, al fine di sottolineare l’idea curatoriale e quindi restituire l’immagine di una femminilità che attraversa la storia, con i suoi cambiamenti, le innovazioni, ma anche la tradizione e i pregiudizi.
La stanza nella stanza. Attraverso un gioco di luci le immagini emblematiche delle donne sono idealmente sbirciate, spiate, ammirate dai ritratti dei “Viri illustres” che decorano la sala, in un suggestivo gioco di “sguardi” e rimandi tra opere, spazio scenico e contesto. Ciò allude al rapporto sempre nuovo, complesso, affascinante e terribile tra universo femminile (lo spazio scenico temporaneo) e universo maschile (lo spazio fisico di contesto). In questo senso la mostra si configura come un allestimento site-specific che vuole valorizzare lo spazio architettonico che la accoglie e il patrimonio della collezione degli uomini illustri della città di Fermo.
L’eco infinito. La mostra è “immersa” all’interno dell’opera sonora Veni Echo dell’artista Matteo Nasini, realizzata appositamente per questa mostra.
Nel percorso è coinvolta anche la Sala del Mappamondo, creando un nuovo circuito attraverso il museo e un’inedita chiave di lettura di questo spazio, così emblematico nel percorso museale e nella storia di Fermo.
I PRESTITI: uno scambio virtuoso
La mostra è stata possibile in particolare grazie all’interessamento dell'Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno e di Paola Zatti, Direttrice della GAM di Milano, che hanno permesso il prestito di alcune opere chiave per il percorso espositivo, appartenenti alle collezioni civiche della città. L’evento rientra nell'ambito dei rapporti esistenti che lo scorso dicembre hanno consentito il prestito dell’Adorazione dei Pastori di Pietro Paolo Rubens conservata a Fermo, al centro della mostra monografica realizzata dal Comune lombardo a Palazzo Marino. L’opera tornerà a Milano per la mostra Pietro Paolo Rubens e il Seicento, in programma a Palazzo Reale per il prossimo autunno. Significativo il ruolo svolto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nella costruzione dell'operazione ed in particolare dalla Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio delle Marche, rappresentata dal già Soprintendente Anna Imponente e dal funzionario di zona dottor Claudio Maggini.
ELENCO ARTISTI
Jacobello del Fiore, Michele di Matteo, Autore veneto, Peter Paul Rubens, Giovanni Francesco Guerrieri, Amanzio Moroncelli, Francesco Hayez, Vincent Van Gogh, Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Adolfo De Carolis, Mario Giacomelli, Osvaldo Licini, Vanessa Beecroft, Lorenzo Cianchi e Michele Tajariol, Andrea Salvino, Matteo Nasini, Francesco Barocco, Mark Boulos.
ELENCO OPERE
- Ciottolo di Tolentino, lutite calcareo-silicea, Paleolitico superiore, Museo Archeologico Nazionale delle Marche, Ancona
- Anellone a sei nodi, VI secolo a.C., bronzo, Museo archeologico sezione picena, Fermo
- Testa di Venere, marmo, II secolo d.C., Museo Archeologico di Ripatransone
- Jacobello del Fiore, Storie di Santa Lucia, tempera su tavola, 1420-1430, Pinacoteca Civica, Fermo
- Michele di Matteo, Sogno della Vergine, tempera su tavola, 1445, Musei Civici di Pesaro
- Autore veneto, Pallade, bronzo, 1575-99, Musei Civici di Pesaro
- Peter Paul Rubens, Adorazione dei Pastori, olio su tela, 1608, Pinacoteca Civica, Fermo
- Giovanni Francesco Guerrieri, Cleopatra, olio su tela, fine XVII secolo, Quadreria della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano
- Amanzio Moroncelli, Globo terrestre, 1713, Palazzo dei Priori, Sala del Mappamondo, Fermo
- Francesco Hayez, La Maddalena Penitente, tavola/pittura ad olio, 1833, Galleria d’Arte Moderna, Milano
- Vincent Van Gogh, Les bretonnes et le pardon de Pont Aven, acquarello su carta applicata su cartone, 1888, Galleria d’Arte Moderna, Milano
- Giovanni Segantini, Le due madri, olio su tela, 1889, Galleria d’Arte Moderna, Milano
- Gaetano Previati, La quiete, pastello su cartone telato, 1901, Galleria d’Arte Moderna, Milano
- Adolfo De Carolis, Donna con foulard rosso, olio su tela, 1902, Collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo
- Mario Giacomelli, Ritratto a mia madre, Foto b/n ai sali d'argento su carta baritata, 1955, Musinf/Museo Comunale d'Arte Moderna di Senigallia
- Osvaldo Licini, Amalassunta su fondo blu, olio su tela, 1955, Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini, Ascoli Piceno
- Vanessa Beecroft, VBSS.009.MP, Digital c-print, 2006, edizione di 10, Lia Rumma Gallery, Milan/Naples
- Lorenzo Cianchi e Michele Tajariol, NASR - Nuove Aree di Sosta Religiosa, tecnica mista, 2014, CapoTrave/Kilowatt Festival, Sansepolcro
- Andrea Salvino, Troppo presto, troppo tardi, olio su tela, 2015, Studio Sales, Roma
- Matteo Nasini, Veni Echo, installazione sonora, 2015
- Francesco Barocco, Senza titolo, Gesso, matite colorate, base in metallo, lampadina, dimensioni variabili, 2016, Norma Mangione Gallery, Torino
- Mark Boulos, The Gospel According to Mary Magdalene #1, #2, #3, Proiezione video su pannelli in foglia d’oro, 2016, Courtesy American Academy in Rome
Inaugurazione: sabato 30 luglio 2016 ore 18
Orari di apertura: luglio-agosto tutti i giorni 10.30-19.30, tutti i giovedì e dal 9 al 15 agosto 10.30-24.00; settembre dal martedì alla domenica 10.30-13.00/14.30-19.00, feste e ponti orario continuato 10.30-19.30; ottobre dal martedì al venerdì 10.30-13.00/15.30-18.00, sabato e domenica 10.30-13.00/15.30-18.30. È possibile prenotare l’apertura straordinaria per visite riservate.
Vedi anche:
• FOTO: L'anello di Cupra
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