La quarta dimensione nella pittura di Lorenzo Lotto e Mario Vespasiani
Lorenzo Lotto, La Vergine e il Bambino con San Girolamo e san Nicola da Tolentino, 1523–1524 olio su tela, cm 94,3 x 77,8 Boston, Museum of Fine Arts
Dal 30 Giugno 2012 al 16 Settembre 2012
Fermo | Ascoli Piceno
Luogo: Chiesa di Sant'Agostino
Indirizzo: largo XXI Settembre
Orari: giovedì 17-20/ 21.30-23; venerdì, sabato e domenica 17-20
Curatori: Walter Scotucci
Enti promotori:
- Provincia di Macerata
- Provincia di Fermo
- Comune di Fermo
- Comune di Monte San Giusto
- Comune di Mogliano
- Arcidiocesi di Fermo
Telefono per informazioni: +39 333 6361829
E-Mail info: info@mariovespasiani.com
Sito ufficiale: http://www.mariovespasiani.com
Questa è "La quarta dimensione nella pittura" dove Mario Vespasiani si mette in dialogo con le opere di Lorenzo Lotto presenti in alcuni prestigiosi luoghi di culto nella diocesi fermana.
A tre grandi capolavori, quali la Crocifissione di Monte San Giusto, la Madonna in Gloria col Bambino di Mogliano e la Madonna in Gloria coi santi Girolamo e Andrea commissionata per la chiesa di Sant'Agostino di Fermo (sostituita nei primi dell'800 con una pregevole copia, è conservata a Roma in una collezione privata), si affiancano per la prima volta le intuizioni di un artista contemporaneo, il quale mettendo in risalto il solo primo piano del volto di alcuni soggetti, attraverso il coinvolgimento di persone reali che hanno posato in studio, restituisce quegli stati d'animo dei protagonisti che nell'opera di Lotto fanno parte di una più articolata composizione.
Otto opere di formato ottagonale, innumerevoli cortocircuiti visivi, un solo presente: quello dell'individuo nelle sue espressioni ed emozioni più intense.
Lorenzo Lotto: nato a Venezia nel 1480, è uno dei più grandi protagonisti del Rinascimento italiano; riuscì a interpretare in modo impareggiabile la pietas e il sentimentalismo della devozione popolare coniugandoli con elementi stilistici moderni, anticipatori del Manierismo e del Barocco. Ha scardinato i codici della ritrattistica tradizionale, trasformandola in un dialogo con lo spettatore.
Mario Vespasiani: nato nel Piceno nel 1978, è uno dei pittori più interessanti della nuova scena artistica italiana, le sue opere adottano un linguaggio simbolico teso a cogliere l'essenza di ciò che accade. La sua ricerca si rivolge a quel sentimento spirituale per diventare trasmissione dei moti dell'anima. Indaga i tratti del volto umano per rendere la vibrazione della presenza vitale.
Il progetto "Quarta dimensione"
La serie di mostre denominate “La quarta dimensione” nascono a partire dal 2008, a dieci anni dalla prima personale di Mario Vespasiani, il quale cercando un dialogo con alcuni grandi maestri dell'arte italiana a lui particolarmente vicini, avverte l'esigenza di affiancare fisicamente certi capolavori alle sue ultime intuizioni, ma anche per la volontà di proporre al pubblico - sotto un'altra luce - le ricchezze presenti nel territorio dove vive e lavora.
Il primo evento avvenne nel 2008 con Mario Schifano (in occasione del decennale della scomparsa) mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistinguevano il procedere istintivo dei due autori, per l'approccio grintoso e per la carica vitale e mai prevedibile della pittura.
Nel 2010 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno (in concomitanza con la grande mostra di Torino che celebrava in maniera completa l'opera del maestro di Monte Vidon Corrado) le opere di Vespasiani sempre meno figurative si affiancarono all'astrattismo lirico di Osvaldo Licini specie nei volti e nei paesaggi, fornendo una panoramica del tratto pittorico che maturando raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali.
Risulta chiaro come le influenze e i maggiori stimoli nell'opera di Vespasiani provenienti dalla pittura nordica si siano focalizzati lungo quella linea adriatica che da Venezia arriva alle Marche e se nei suoi lavori si percepiscono gli insegnamenti dei grandi paesaggisti del nord Europa come Turner e Friedrich, come del simbolista Redon, conservando la carica vibrante dei divisionisti e quella gestuale degli espressionisti astratti, rimane fondamentale l'impronta della scuola tonale veneta, che soprattutto con Giorgione e Tiepolo esalta un procedere che non ha più la chiave di lettura nel disegno quanto nel timbro del colore.
Su questa linea colorista, che scende lungo l'Adriatico, Lorenzo Lotto non è solo uno dei più grandi interpreti ma è anche colui che ha saputo rivoluzionare i codici del ritratto e per tale motivo la presente mostra vuole focalizzare l'attenzione sull'interpretazione psicologica e formale del volto, dalle espressioni comuni alle tensioni umane più profonde.
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