Armando De Stefano. Ombre
Dal 12 Giugno 2014 al 07 Settembre 2014
Benevento
Luogo: Museo Arcos
Indirizzo: corso Garibaldi 1
Orari: da martedì a venerdì 9-18; sabato, domenica e festivi 9-13 / 15-18
Curatori: Mario Franco, Ferdinando Creta, Giancristiano Desiderio
Enti promotori:
- Provincia di Benevento
- Camera di Commercio
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0824 312465
E-Mail info: ufficiostampa@provinciadibenevento.it
Sito ufficiale: http://www.provincia.benevento.it
Da giovedì 12 giugno le sale del Museo ARCOS di Benevento ospiteranno la mostra “Ombre” di Armando De Stefano. Promossa dalla Provincia di Benevento in collaborazione con la Camera di Commercio, la mostra ospitata nel capoluogo sannita è curata da Mario Franco, Ferdinando Creta con Giancristiano Desiderio.
Armando De Stefano, uno dei più importanti pittori italiani, incontra la poesia di Borges. De Stefano è legato alla sua Napoli e alla sua storia come Borges è legato a Buenos Aires. Entrambi partono da questi legami per superare ogni contingenza geografica e vivere la poesia e la pittura come una dimensione spirituale, un momento originario, lo spazio in cui esplorare forme e processi di luoghi mitici, la dimensione a cui attingere per dare forma ad un immaginario fantastico. Così l’incontro diviene una Milonga (che in spagnolo significa festa), ricca di colori e di forme, di ispirazione e realizzazione. De Stefano non si accontenta di rileggere Borges o di illustrarne i versi. Ne vive intensamente le atmosfere poetiche e le traduce nel suo inconfondibile stile pittorico. Il risultato è una serie di quadri di grande ed energica vitalità, di profonda umanità e poesia.
Armando De Stefano, nato a Napoli nel 1926, studia al Liceo Artistico e alla Facoltà di Architettura, che abbandona per frequentare l’Accademia di Belle Arti. Nel 1947 con sei pittori napoletani organizza il “Gruppo Sud”. Dal 1950 al 1992 insegna all’Accademiadi Belle Arti di Napoli. Partecipa alla Biennale di Venezia dal 1950 al 1956 e nel 1961 è presente nel Padiglione italiano della Biennale di Venezia e alla rassegna internazionale di Madrid. E’ presente alla Quadriennale d’arte di Roma nel 1951, nel 1955, 1960 e nel 1986. Espone inoltre in numerose rassegne nazionali ed internazionali. A partire dalla metà degli anni Cinquanta appare, accanto all’antico interesse per un contenuto storico-civile, una figurazione più esplicita che lo porta a rileggere l’arte del Seicento napoletano. Un linguaggio che emerge nella lunga serie dei “cicli” dedicati a Marat (1967-1968), Masaniello (1970- 1975), Odette e il jolly (1973-1977), il ciclo presentato con un saggio di Giovanni Testori, pubblicato nel 1977 in occasione della personale alla Galleria Jolas di Madrid e “32” di Milano, dove aveva esposto nel 1974 e dove tornerà a esporre nel 1981, 1983, 1985. Degli anni Ottanta è il ciclo del Mercato dei miti. Affiora un nuovo modo, più diretto, di porsi di fronte al quotidiano che si fa ancora più scoperto nel successivo delle Maschere. Nel 1984 l’Accademia Pontano di Napoli organizza una personale con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, in collaborazione con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Campania e della Galleria “32” di Milano, che lo inviterà l’anno seguente ad Arco “85” a Madrid. Nel 1989 presenta la Rivoluzione Napoletana del 1799 al Palazzo Serra di Cassano e a Palazzo Reale di Napoli, dove nel 1977 presenterà il ciclo l’Eden degli esclusi, che condensa il significato di tutta la sua opera: nani, barboni, zingari, vecchi, omosessuali, emarginati a cui è negata ogni possibilità di comunicazione sociale. Non diversamente dagli antieroi dei cicli precedenti, gli “esclusi” rappresentano le vittime del potere. Nel 2002 presenta al Palazzo Reale di Napoli l’ultimo ciclo, Dafne, che in realtà è una denuncia del trasformismo politico attuale. Nello stesso anno è presente nella Rassegna Mediterranea, oggi esposizione permanente nella splendida cornice di Palazzo d’Avalos a Vasto, in Abruzzo. Nel 2009 presenta una antologica al PAN (Na), nel 2011 al museo del MADRE (Na) una raccolta di opere dal titolo L’urlo del Sud, riproposta nel 2012 nella Chiesa di San Francesco in Autoritratto, 1956 Sant’Agata dei Goti.
E’ motivo di orgoglio e di soddisfazione, per la Provincia di Benevento, ospitare la Mostra del Maestro Armando De Stefano nel calendario 2014 del Museo Arcos d’arte contemporanea. Egli è un innamorato del Sannio avendo ricoperto anni fa la carica di direttore del Liceo Artistico di Benevento ed essendo cittadino onorario di Sant’Agata de’ Goti che ha lungamente frequentato e a cui ha donato significative opere. Oggi De Stefano torna a Benevento grazie ad una felice intuizione di Giancristiano Desiderio che per primo
mi parlò della mostra “Ombre”, intitolata così in omaggio ad un’opera dello scrittore sudamericano Borges. Ho subito accolto favorevolmente la possibilità di ospitare, nello splendido scenario di Arcos, i quadri del Maestro De Stefano che ci consentiranno di approfondire il rapporto con la cultura argentina e più in generale del Sud America. E’ grazie ad eventi come questi ed alla caparbietà di persone come Ferdinando Creta se Arcos resta una realtàviva ed operante nella città di Benevento, qualificandosi sempre di più come occasione di attrazione di un turismo colto. Nei sotterranei del Museo, infatti, abbiamo voluto collocare anche Iside e le emergenze archeologiche del suo Tempio, sottolineando come il culto isiaco abbia costituito un momento di svolta nella storia della società civile locale. Siamo grati al Maestro De Stefano per aver accettato il nostro invito, consentendoci di arricchire l’offerta culturale della Provincia di Benevento nel filone di arte contemporanea che stiamo portando avanti grazie al notevole riscontro di pubblico e di critica. De Stefano è un artista che, in più di sessant’anni di carriera, dal periodo neorealista del dopoguerra fino al figurativismo baconiano-espressionista degli anni Sessanta e Settanta, ha raccontato storie e idee dell’universo occidentale. La Mostra di Benevento è quindi un evento importante che ci consentirà di conoscere più da vicino un artista di fama internazionale che realizza opere di straordinaria bellezza e, soprattutto, produce “cultura”, quanto mai necessaria in un momento storico così delicato in cui i tagli sempre più gravi ed evidenti mettono in ginocchio l’industria culturale del nostro Paese.
Aniello Cimitile
Commissario Straordinario della Provincia di Benevento
E’ con immenso piacere che la Camera di Commercio di Benevento contribuisce alla realizzazione del programma espositivo del Museo Arcos di Benevento. Fin dal momento in cui Ferdinando Creta, direttore artistico del Museo Arcos, ci ha proposto l’iniziativa ci siamo resi conto di quanto fosse importante contribuire alla diffusione e alla valorizzazione dell’arte per la crescita culturale del nostro territorio. E quando a simili attività concorrono con entusiasmo Enti Pubblici, privati cittadini ed imprese, al di fuori di ogni interesse che non sia quello artistico o del servizio alla collettività, si può essere certi che il futuro culturale e sociale del Sannio beneventano abbia le giuste premesse per realizzarsi, con la sola conferma e l’istituzionalizzazione delle collaborazioni e dei contributi. Benevento, città e provincia, anche in tempi di crisi economica come quella attuale, continua ad avere grandi meriti per quanto riesce ad esprimere nel dibattito artistico e socio culturale, come testimoniato da questa rassegna d’arte e dalle tante altre che si susseguono sul territorio. La mostra che Arcos dedica ad Armando De Stefano poi, accanto all’importanza che essa assume per il nome dell’Artista portatore di enorme eco, è anche un modo per riaffermare il diritto del Museo stesso di essere protagonista nel mondo artistico e culturale di un popolo che non ha mai smesso di esprimersi a grandi livelli sullo scenario internzionale. Il lavoro di Armando De Stefano rappresenta uno spaccato significativo della Storia dell’arte campana che segna inconfutabilmente il ruolo che una certa cultura di territorio esprime come momento di crescita nello scenario internazionale. La prima fase della sua esperienza artistica, nell’immediato dopoguerra con l’adesione al Gruppo Sud dell’Arte, coincide con la militanza politica di sinistra che alimenta la grande speranza di cambiare la società portando un messaggio educativo: ora l’artista e la sua arte diventano utili alla collettività. L’adesione al realismo degli anni ’50 fu anche l’occasione per affermarsi sul piano internazionale, ma i cambiamenti politici e sociali degli anni successivi fecero da stimolo per il passaggio ad una nuova idea dell’arte, quella della “neofigurazione” in cui, abbandonata la retorica populista, l’opera si arricchisce di valore simbolico. Mai in questo ricchissimo percorso artistico ha rinunciato al suo interesse per la sua città tanto da dichiarare che altrove non sarebbe riuscito a dipingere: solo a Napoli, infatti, ha sempre trovato i luoghi ed i volti da dipingere.
Gennaro Masiello
Presidente Camera di Commercio di Benevento
Armando De Stefano, uno dei più importanti pittori italiani, incontra la poesia di Borges. De Stefano è legato alla sua Napoli e alla sua storia come Borges è legato a Buenos Aires. Entrambi partono da questi legami per superare ogni contingenza geografica e vivere la poesia e la pittura come una dimensione spirituale, un momento originario, lo spazio in cui esplorare forme e processi di luoghi mitici, la dimensione a cui attingere per dare forma ad un immaginario fantastico. Così l’incontro diviene una Milonga (che in spagnolo significa festa), ricca di colori e di forme, di ispirazione e realizzazione. De Stefano non si accontenta di rileggere Borges o di illustrarne i versi. Ne vive intensamente le atmosfere poetiche e le traduce nel suo inconfondibile stile pittorico. Il risultato è una serie di quadri di grande ed energica vitalità, di profonda umanità e poesia.
Armando De Stefano, nato a Napoli nel 1926, studia al Liceo Artistico e alla Facoltà di Architettura, che abbandona per frequentare l’Accademia di Belle Arti. Nel 1947 con sei pittori napoletani organizza il “Gruppo Sud”. Dal 1950 al 1992 insegna all’Accademiadi Belle Arti di Napoli. Partecipa alla Biennale di Venezia dal 1950 al 1956 e nel 1961 è presente nel Padiglione italiano della Biennale di Venezia e alla rassegna internazionale di Madrid. E’ presente alla Quadriennale d’arte di Roma nel 1951, nel 1955, 1960 e nel 1986. Espone inoltre in numerose rassegne nazionali ed internazionali. A partire dalla metà degli anni Cinquanta appare, accanto all’antico interesse per un contenuto storico-civile, una figurazione più esplicita che lo porta a rileggere l’arte del Seicento napoletano. Un linguaggio che emerge nella lunga serie dei “cicli” dedicati a Marat (1967-1968), Masaniello (1970- 1975), Odette e il jolly (1973-1977), il ciclo presentato con un saggio di Giovanni Testori, pubblicato nel 1977 in occasione della personale alla Galleria Jolas di Madrid e “32” di Milano, dove aveva esposto nel 1974 e dove tornerà a esporre nel 1981, 1983, 1985. Degli anni Ottanta è il ciclo del Mercato dei miti. Affiora un nuovo modo, più diretto, di porsi di fronte al quotidiano che si fa ancora più scoperto nel successivo delle Maschere. Nel 1984 l’Accademia Pontano di Napoli organizza una personale con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, in collaborazione con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Campania e della Galleria “32” di Milano, che lo inviterà l’anno seguente ad Arco “85” a Madrid. Nel 1989 presenta la Rivoluzione Napoletana del 1799 al Palazzo Serra di Cassano e a Palazzo Reale di Napoli, dove nel 1977 presenterà il ciclo l’Eden degli esclusi, che condensa il significato di tutta la sua opera: nani, barboni, zingari, vecchi, omosessuali, emarginati a cui è negata ogni possibilità di comunicazione sociale. Non diversamente dagli antieroi dei cicli precedenti, gli “esclusi” rappresentano le vittime del potere. Nel 2002 presenta al Palazzo Reale di Napoli l’ultimo ciclo, Dafne, che in realtà è una denuncia del trasformismo politico attuale. Nello stesso anno è presente nella Rassegna Mediterranea, oggi esposizione permanente nella splendida cornice di Palazzo d’Avalos a Vasto, in Abruzzo. Nel 2009 presenta una antologica al PAN (Na), nel 2011 al museo del MADRE (Na) una raccolta di opere dal titolo L’urlo del Sud, riproposta nel 2012 nella Chiesa di San Francesco in Autoritratto, 1956 Sant’Agata dei Goti.
E’ motivo di orgoglio e di soddisfazione, per la Provincia di Benevento, ospitare la Mostra del Maestro Armando De Stefano nel calendario 2014 del Museo Arcos d’arte contemporanea. Egli è un innamorato del Sannio avendo ricoperto anni fa la carica di direttore del Liceo Artistico di Benevento ed essendo cittadino onorario di Sant’Agata de’ Goti che ha lungamente frequentato e a cui ha donato significative opere. Oggi De Stefano torna a Benevento grazie ad una felice intuizione di Giancristiano Desiderio che per primo
mi parlò della mostra “Ombre”, intitolata così in omaggio ad un’opera dello scrittore sudamericano Borges. Ho subito accolto favorevolmente la possibilità di ospitare, nello splendido scenario di Arcos, i quadri del Maestro De Stefano che ci consentiranno di approfondire il rapporto con la cultura argentina e più in generale del Sud America. E’ grazie ad eventi come questi ed alla caparbietà di persone come Ferdinando Creta se Arcos resta una realtàviva ed operante nella città di Benevento, qualificandosi sempre di più come occasione di attrazione di un turismo colto. Nei sotterranei del Museo, infatti, abbiamo voluto collocare anche Iside e le emergenze archeologiche del suo Tempio, sottolineando come il culto isiaco abbia costituito un momento di svolta nella storia della società civile locale. Siamo grati al Maestro De Stefano per aver accettato il nostro invito, consentendoci di arricchire l’offerta culturale della Provincia di Benevento nel filone di arte contemporanea che stiamo portando avanti grazie al notevole riscontro di pubblico e di critica. De Stefano è un artista che, in più di sessant’anni di carriera, dal periodo neorealista del dopoguerra fino al figurativismo baconiano-espressionista degli anni Sessanta e Settanta, ha raccontato storie e idee dell’universo occidentale. La Mostra di Benevento è quindi un evento importante che ci consentirà di conoscere più da vicino un artista di fama internazionale che realizza opere di straordinaria bellezza e, soprattutto, produce “cultura”, quanto mai necessaria in un momento storico così delicato in cui i tagli sempre più gravi ed evidenti mettono in ginocchio l’industria culturale del nostro Paese.
Aniello Cimitile
Commissario Straordinario della Provincia di Benevento
E’ con immenso piacere che la Camera di Commercio di Benevento contribuisce alla realizzazione del programma espositivo del Museo Arcos di Benevento. Fin dal momento in cui Ferdinando Creta, direttore artistico del Museo Arcos, ci ha proposto l’iniziativa ci siamo resi conto di quanto fosse importante contribuire alla diffusione e alla valorizzazione dell’arte per la crescita culturale del nostro territorio. E quando a simili attività concorrono con entusiasmo Enti Pubblici, privati cittadini ed imprese, al di fuori di ogni interesse che non sia quello artistico o del servizio alla collettività, si può essere certi che il futuro culturale e sociale del Sannio beneventano abbia le giuste premesse per realizzarsi, con la sola conferma e l’istituzionalizzazione delle collaborazioni e dei contributi. Benevento, città e provincia, anche in tempi di crisi economica come quella attuale, continua ad avere grandi meriti per quanto riesce ad esprimere nel dibattito artistico e socio culturale, come testimoniato da questa rassegna d’arte e dalle tante altre che si susseguono sul territorio. La mostra che Arcos dedica ad Armando De Stefano poi, accanto all’importanza che essa assume per il nome dell’Artista portatore di enorme eco, è anche un modo per riaffermare il diritto del Museo stesso di essere protagonista nel mondo artistico e culturale di un popolo che non ha mai smesso di esprimersi a grandi livelli sullo scenario internzionale. Il lavoro di Armando De Stefano rappresenta uno spaccato significativo della Storia dell’arte campana che segna inconfutabilmente il ruolo che una certa cultura di territorio esprime come momento di crescita nello scenario internazionale. La prima fase della sua esperienza artistica, nell’immediato dopoguerra con l’adesione al Gruppo Sud dell’Arte, coincide con la militanza politica di sinistra che alimenta la grande speranza di cambiare la società portando un messaggio educativo: ora l’artista e la sua arte diventano utili alla collettività. L’adesione al realismo degli anni ’50 fu anche l’occasione per affermarsi sul piano internazionale, ma i cambiamenti politici e sociali degli anni successivi fecero da stimolo per il passaggio ad una nuova idea dell’arte, quella della “neofigurazione” in cui, abbandonata la retorica populista, l’opera si arricchisce di valore simbolico. Mai in questo ricchissimo percorso artistico ha rinunciato al suo interesse per la sua città tanto da dichiarare che altrove non sarebbe riuscito a dipingere: solo a Napoli, infatti, ha sempre trovato i luoghi ed i volti da dipingere.
Gennaro Masiello
Presidente Camera di Commercio di Benevento
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