Agostino Iacurci. Ruinenlust

Agostino Iacurci, Ruinenlust, 2024, garage BENTIVOGLIO | Palazzo Bentivoglio, Bologna I Ph. Carlo Favero
Dal 31 January 2024 al 24 February 2024
Bologna
Luogo: garage BENTIVOGLIO
Indirizzo: Via del Borgo di San Pietro 3A
Orari: mercoledì - sabato 19.00 - 23.00. Da mercoledì 31 gennaio a domenica 4 febbraio l’installazione sarà visibile dalle 10.00 alle 23.00
Mercoledì 31 gennaio negli affollati giorni di Artefiera garage BENTIVOGLIOtorna ad aprire la sua vetrina su via del Borgo di San Pietro a Bologna con un appuntamento speciale, che vede protagonista non un’opera della collezione permanente ma un’opera site specific realizzata su invito del curatore Davide Trabucco: Ruinenlust di Agostino Iacurci (1986).
L’opera crea un ponte tra l'immaginario dell'artista e le opere di Felice Giani esposte fino al 25 febbraio nella mostra allestita nei sotterranei del Palazzo: il lavoro di entrambi è infatti ispirato, seppure in modo diverso, dall' architectura picta, e l’intervento di Iacurci ne evidenzia le tangenze: Ruinenlust è infatti un tempietto dipinto, realizzato in legno, feltro, ferro e neon, ispirato al bozzetto di una decorazione parietale di Giani.
Al centro del tempio, dopo il crepuscolo, un neon a forma di luna illumina lo spazio, mentre il colore, steso in campiture nette e geometriche, elemento distintivo della grammatica di Iacurci, con la sua policromia esalta le texture dei tessuti.
Inserita nel prestigioso cartellone della dodicesima edizione di Art City, questa struttura scenografica, creata per lo spazio espositivo “irregolare” del garage, vuole stimolare una riflessione sul tempo.
Ruinenlust è infatti un termine tedesco che deriva da Ruinen (rovine) + Lust (lussuria), che esprime l'irresistibile attrazione verso palazzi fatiscenti e luoghi abbandonati: per Iacurci questa riflessione diventa un’opera-dispositivo, una sorta di rovina del futuro, tra le mura di uno dei più grandiosi palazzi antichi della città.
Per Iacurci il sentimento di ruinenlust è «un sentimento di piacere nostalgico, peculiare del preromanticismo tedesco, che può essere esteso, in chiave esistenziale, a quella sorta di sensazione di malinconia mista a piacere che si prova nell’autocompiacimento per i propri fallimenti. Una sorta di “allegria dei naufraghi” come la definisce Desiati prendendo in prestito il titolo di una raccolta di poesie di Ungaretti».
Nonostante richiami una scenografia teatrale, il tempio non ospiterà spettacoli o attori, ma resterà vuoto, consentendo alla strada e ai passanti di essere protagonisti della scena. Ruinenlust propone ai suoi spettatori un’esperienza, una sfida alla concezione del tempo, invitando il pubblico a riflettere sulla propria relazione con il passato e il presente.
Nei giorni di Arte Fiera, Palazzo Bentivoglio propone anche Felicissime Stanze, una doppia installazione realizzata da Davide Fabio Colaci Studio all'interno della galleria settecentesca di Palazzo Bentivoglio e composta da un fregio elettronico posto al centro della volta e da Discolounge, insieme di sedute e piattaforme pensate per potersi sdraiare, bere, mangiare e ascoltare musica elettronica.
L’opera crea un ponte tra l'immaginario dell'artista e le opere di Felice Giani esposte fino al 25 febbraio nella mostra allestita nei sotterranei del Palazzo: il lavoro di entrambi è infatti ispirato, seppure in modo diverso, dall' architectura picta, e l’intervento di Iacurci ne evidenzia le tangenze: Ruinenlust è infatti un tempietto dipinto, realizzato in legno, feltro, ferro e neon, ispirato al bozzetto di una decorazione parietale di Giani.
Al centro del tempio, dopo il crepuscolo, un neon a forma di luna illumina lo spazio, mentre il colore, steso in campiture nette e geometriche, elemento distintivo della grammatica di Iacurci, con la sua policromia esalta le texture dei tessuti.
Inserita nel prestigioso cartellone della dodicesima edizione di Art City, questa struttura scenografica, creata per lo spazio espositivo “irregolare” del garage, vuole stimolare una riflessione sul tempo.
Ruinenlust è infatti un termine tedesco che deriva da Ruinen (rovine) + Lust (lussuria), che esprime l'irresistibile attrazione verso palazzi fatiscenti e luoghi abbandonati: per Iacurci questa riflessione diventa un’opera-dispositivo, una sorta di rovina del futuro, tra le mura di uno dei più grandiosi palazzi antichi della città.
Per Iacurci il sentimento di ruinenlust è «un sentimento di piacere nostalgico, peculiare del preromanticismo tedesco, che può essere esteso, in chiave esistenziale, a quella sorta di sensazione di malinconia mista a piacere che si prova nell’autocompiacimento per i propri fallimenti. Una sorta di “allegria dei naufraghi” come la definisce Desiati prendendo in prestito il titolo di una raccolta di poesie di Ungaretti».
Nonostante richiami una scenografia teatrale, il tempio non ospiterà spettacoli o attori, ma resterà vuoto, consentendo alla strada e ai passanti di essere protagonisti della scena. Ruinenlust propone ai suoi spettatori un’esperienza, una sfida alla concezione del tempo, invitando il pubblico a riflettere sulla propria relazione con il passato e il presente.
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