La memoria del futuro. Mario Ramous. Un intellettuale a Bologna, dal dopoguerra agli anni Novanta
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Mario Ramous
Dal 07 Maggio 2022 al 04 Settembre 2022
Bologna
Luogo: Museo | Collezioni Comunali d'Arte
Indirizzo: Piazza Maggiore 6
Telefono per informazioni: +39 051 2193998
Sito ufficiale: http://museibologna.it
Centro Studi Mario Ramous e Scripta Maneant Editore presentano l'esposizione:
La memoria del futuro. Mario Ramous. Un intellettuale a Bologna, dal dopoguerra agli anni Novanta.
Poeta, latinista, italianista, critico d’arte e direttore editoriale: sono solo alcune delle forme e attività culturali che hanno contraddistinto la figura intellettuale di Mario Ramous e che per la prima volta saranno mostrate al pubblico.
Il percorso espositivo, curato da Maura Pozzati e Michele Ramous Fabj e articolato in 6 sale delle Collezioni Comunali d’Arte in Palazzo d’Accursio, si snoda in una continua scoperta di inediti, interessi poliedrici e instancabile ricerca di “perfezione” di Mario Ramous. Una mostra, quindi, per curiosi; curiosi di un tempo in cui il fervore culturale e il confronto artistico tra intellettuali permeavano la quotidianità ed erano la base per ogni lavoro creativo.
La mostra esporrà opere d’arte di indiscusso valore artistico-culturale, facenti parte della collezione personale di Ramous tra cui un disegno di Giorgio Morandi del 1915 Piatti, segno dell’amore che il poeta e scrittore d’arte aveva per il pittore bolognese, tanto da dedicargli un saggio nel 1949 I disegni di Giorgio Morandi, uno dei suoi testi d’arte più bello e intenso; il grande olio Omaggio a Carpaccio di Concetto Pozzati del 1964, un’opera che «sancisce il passaggio dall’informale giovanile alla fase dialettica dell’ironia e della bifrontalità tipiche della pop art»; una tecnica mista di Rodolfo Aricò del 1965 (Forma e campionario), quale testimonianza del loro sodalizio intellettuale e del comune «amore nei confronti della grande tradizione classica che si ribalta poi nel contemporaneo»; un olio su tela di Sergio Romiti del 1949, altra opera simbolo del «rapporto profondo tra due uomini di acuta sensibilità»; un mobile bar con disegno di Pirro Cuniberti a testimoniare la loro amicizia; le lastre di stampa originali delle opere di Giorgio Morandi e Marino Marini, pubblicate rispettivamente in I disegni di Giorgio Morandi (1949) e La memoria, il messaggio (1951).
Saranno inoltre esposte edizioni a tiratura limitata, di cui Mario Ramous è stato curatore e autore: due esempi fra tutti Il libro delle odi. Versioni da Orazio (1962), con traduzioni di Mario Ramous e dodici litografie di Bruno Cassinari, e Programma n° (1966) con poesie di Mario Ramous e sei litografie di Emilio Scanavino.
L’evento celebrativo si è figurato come occasione imperdibile per la pubblicazione di alcune poesie inedite di Mario Ramous, ritrovate da Michele Ramous Fabj e confluite nel volume edito da Scripta Maneant, Archivio21. Poesie 4660/29. Per omaggiare una vita professionale in costante dialogo con l’arte, le poesie inedite sono corredate da disegni di Concetto Pozzati, scelti e selezionati dalla curatrice della mostra Maura Pozzati, e accompagnate da un testo a cura del poeta Giovanni Infelíse.
La mostra nasce dunque dal desiderio di Michele Ramous Fabj di raccontare la molteplicità degli interessi del padre, la sua costante attività di ricerca e studio e la sua pulsante propensione alla conoscenza, al confronto e al dialogo con i suoi contemporanei. “Ecco, questa mostra, oggi, vuole fare incontrare nuovamente vecchi amici, vuol provare a raccontare quegli anni a chi non li ha vissuti, vuole restituire i tanti aspetti di Mario Ramous e di tutti gli intellettuali che hanno illuminato Bologna per un’intensa stagione, vuole gettare uno sguardo sul passato nella consapevolezza che la memoria è ciò che ci permette di costruire il futuro.”
Manoscritti di poesie e traduzioni, poesie visive, disegni pubblicitari inediti, spartiti musicali, articoli di critica e rari volumi degli anni Sessanta e Settanta; molteplici i linguaggi, le contaminazioni e gli incontri amicali con grandi nomi del ’900, tra cui Pietro Bonfiglioli, Pirro Cuniberti, Francesco Flora, Marino Marini, Giorgio Morandi, Concetto Pozzati, Sergio Romiti, Gianni Scalia, Emilio Scanavino, Mario Sironi, Adriano Spatola.
La memoria del futuro. Mario Ramous. Un intellettuale a Bologna, dal dopoguerra agli anni Novanta.
Poeta, latinista, italianista, critico d’arte e direttore editoriale: sono solo alcune delle forme e attività culturali che hanno contraddistinto la figura intellettuale di Mario Ramous e che per la prima volta saranno mostrate al pubblico.
Il percorso espositivo, curato da Maura Pozzati e Michele Ramous Fabj e articolato in 6 sale delle Collezioni Comunali d’Arte in Palazzo d’Accursio, si snoda in una continua scoperta di inediti, interessi poliedrici e instancabile ricerca di “perfezione” di Mario Ramous. Una mostra, quindi, per curiosi; curiosi di un tempo in cui il fervore culturale e il confronto artistico tra intellettuali permeavano la quotidianità ed erano la base per ogni lavoro creativo.
La mostra esporrà opere d’arte di indiscusso valore artistico-culturale, facenti parte della collezione personale di Ramous tra cui un disegno di Giorgio Morandi del 1915 Piatti, segno dell’amore che il poeta e scrittore d’arte aveva per il pittore bolognese, tanto da dedicargli un saggio nel 1949 I disegni di Giorgio Morandi, uno dei suoi testi d’arte più bello e intenso; il grande olio Omaggio a Carpaccio di Concetto Pozzati del 1964, un’opera che «sancisce il passaggio dall’informale giovanile alla fase dialettica dell’ironia e della bifrontalità tipiche della pop art»; una tecnica mista di Rodolfo Aricò del 1965 (Forma e campionario), quale testimonianza del loro sodalizio intellettuale e del comune «amore nei confronti della grande tradizione classica che si ribalta poi nel contemporaneo»; un olio su tela di Sergio Romiti del 1949, altra opera simbolo del «rapporto profondo tra due uomini di acuta sensibilità»; un mobile bar con disegno di Pirro Cuniberti a testimoniare la loro amicizia; le lastre di stampa originali delle opere di Giorgio Morandi e Marino Marini, pubblicate rispettivamente in I disegni di Giorgio Morandi (1949) e La memoria, il messaggio (1951).
Saranno inoltre esposte edizioni a tiratura limitata, di cui Mario Ramous è stato curatore e autore: due esempi fra tutti Il libro delle odi. Versioni da Orazio (1962), con traduzioni di Mario Ramous e dodici litografie di Bruno Cassinari, e Programma n° (1966) con poesie di Mario Ramous e sei litografie di Emilio Scanavino.
L’evento celebrativo si è figurato come occasione imperdibile per la pubblicazione di alcune poesie inedite di Mario Ramous, ritrovate da Michele Ramous Fabj e confluite nel volume edito da Scripta Maneant, Archivio21. Poesie 4660/29. Per omaggiare una vita professionale in costante dialogo con l’arte, le poesie inedite sono corredate da disegni di Concetto Pozzati, scelti e selezionati dalla curatrice della mostra Maura Pozzati, e accompagnate da un testo a cura del poeta Giovanni Infelíse.
La mostra nasce dunque dal desiderio di Michele Ramous Fabj di raccontare la molteplicità degli interessi del padre, la sua costante attività di ricerca e studio e la sua pulsante propensione alla conoscenza, al confronto e al dialogo con i suoi contemporanei. “Ecco, questa mostra, oggi, vuole fare incontrare nuovamente vecchi amici, vuol provare a raccontare quegli anni a chi non li ha vissuti, vuole restituire i tanti aspetti di Mario Ramous e di tutti gli intellettuali che hanno illuminato Bologna per un’intensa stagione, vuole gettare uno sguardo sul passato nella consapevolezza che la memoria è ciò che ci permette di costruire il futuro.”
Manoscritti di poesie e traduzioni, poesie visive, disegni pubblicitari inediti, spartiti musicali, articoli di critica e rari volumi degli anni Sessanta e Settanta; molteplici i linguaggi, le contaminazioni e gli incontri amicali con grandi nomi del ’900, tra cui Pietro Bonfiglioli, Pirro Cuniberti, Francesco Flora, Marino Marini, Giorgio Morandi, Concetto Pozzati, Sergio Romiti, Gianni Scalia, Emilio Scanavino, Mario Sironi, Adriano Spatola.
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